vii

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Il giorno dopo Harry era andato prima del solito, al murales. Emily non c'era ancora e questo gli andava bene. Era strana.
Quel giorno Harry aveva riguardato tutte le foto di Julie e lui. Aveva provato tanto odio nei suoi confronti, si era domandato perché la razza umana sembrava non avere sentimenti.
Decise di scrivere una frase con la bomboletta, in nero.

L'odio è la forma più alta dell'amare.

Perché si, Harry odiava Julie; ma non poteva negare di esserne innamorato. Ma ciò che la testa confusa di Harry non ricordava era che Harry si era innamorato dell'illusione di una donna bellissima e buona che invece lo aveva sfruttato per abbandonarlo.

Ma quando si ama, niente può cambiarti idea.

"Ciao spilungone! " la familiare voce di Emily sorprese Harry voltato di spalle a rimuginare.

"Mh." Disse il riccio facendo un cenno atono con la testa. Emily sorrise e guardò con lui la sua opera.

"Mi piace questa. È vera." Annuì compiaciuta.

"Ti ringrazio. " disse sarcastico Harry voltandosi finalmente verso di lei. Quel giorno era più carina del solito. Indossava un giaccone pesante lungo fino a poco sotto il sedere che le fasciava i fianchi in modo dolce; aveva un beanie grigio simile a quello di Harry che racchiudeva i lunghi capelli biondi.

Era bella, pensò Harry.

"Andiamo?" Disse improvvisamente la bionda. Harry corrugò la fronte.

"Dove? "

"Nel mio posto speciale. Te lo avevo detto ieri." Disse lei sorridendo. Harry non lo ricordava, forse era perché aveva dimenticato di nuovo  le sue pillole.

"Va bene, andiamo. " D'altronde non aveva altro da fare.
Emily esultò entusiasta e prese per mano quella grande di Harry, che impacciato, la strinse.
Camminarono in silenzio lungo le antiche vie di Holmes Chapel; tutti guardavano Harry, e Harry sapeva bene perché.

"Perché ti fissano?" Chiese innocentemente Emily.

"Non ti importa." Disse sbrigativo Harry stringendo la mascella. Emily fece spallucce e continuò a camminare. Harry si vergognava, voleva tornare a casa, urlare e poter piangere.
Dopo poco le case finirono e i due ragazzi si ritrovarono in aperta campagna. Essendo gennaio la natura era ancora ritirata nella terra ma a Harry sembrava che ovunque Emily passasse risvegliasse tutto e tutti.

"Eccoci." Esordì Emily avvicinandosi a una serra nascosta da un vecchio salice. Ai loro piedi scorreva un rivolo di fiume.
Harry guardò la grande serra completa di vetrate trasparenti e non capì perché lo aveva portato lì.

"Perché? " chiese entrando con la bionda.

"Shh." Lo zittì lei. Prese la mano di Harry tra le sue e lo trascinò lungo una parte piena di fiori.

"Come hai fatto a farli vivere? È inverno, dannazione, muoiono tutti." Imprecò stupito Harry.

"Non dire parolacce, a loro non piace." Lo riprese severa. Harry alzò gli occhi al cielo. "Hanno solo bisogno di amore. " disse con semplicità annaffiando con cura un vasetto di fiori.

"Cazzate." Rise amaro Harry osservando i fiori colorati. Si sentica fuori posto lì, lui era oscuro, tenebroso e non allegro e colorato.

"Ogni cosa se lasciata abbandonata muore. Solo con l'amore, l'affetto qualsiasi cosa rinasce. Vive." Spiegò Emily ora guardando gli occhi scuri del ragazzo.

"Cosa c'entro io?" Domandò.

"Tu ti stai abbandonando, Harry. Lasciami aiutarti. " rispose Emily.

"Non ho bisogno dell'aiuto di una fiorista." Disse sbuffando Harry. "Ne di nessuno." Disse.

"Non è vero. Tu non stai bene, Harry. Hai solo bisogno di qualcosa che ti dia la scossa." Sorrise timidamente Emily.
"E saresti tu?" Disse dubbioso Harry.

"Lasciami provare a starti accanto."

"A tuo rischio e pericolo. " rispose infine Harry dopo qualche minuto.

"Sono pronta a rischiare. " sorrise Emily dolcemente.



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S.xx

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