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Emily stava accarezzando i capelli lunghi e morbidi del ragazzo al suo fianco; avevano appena fatto l'amore, qualcosa che nessuno dei due avrebbe mai dimenticato.

Prima di stendersi l'uno accanto all'altra, Emily aveva preso dal comodino un pacchetto regalo che aveva aspettato fin troppo a lungo di mostrare.
Un sorriso gioioso indossò le labbra rosee di Harry, ancora gonfie dai baci, quando scartò la carta luccicante trovandovi al suo interno un'elegante diario di pelle marrone. Emily spiegò ad Harry che gli sarebbe di sicuro tornato utile.
Harry aveva sorriso estasiato rigirandoselo fra le mani e immaginando già a tutti i pensieri che avrebbe potuto scriverci. Nessuno aveva mai fatto qualcosa per lui, mai.

Emily aveva guarito Harry: quella era la sua promessa, quello era il suo obiettivo e quella era la fine.

Ma ahimè, io non potevo fare nulla per fermarla, se non lo sperare che facesse la cosa giusta.
Si strinse al corpo di Harry, quasi tentando di farlo suo con un abbraccio disperato che avrebbe determinato ciò che sussurrò prima di chiudere le palpebre di due occhi pieni d'amore:

"Addio, Harry."

                            ***

Era una mattina di dicembre. Faceva ancora molto freddo ma nonostante tutto un pallido sole giallo stava illuminando il viso di Harry, addormentato.
Il ragazzo strabuzzò le palpebre risvegliandosi da quel lungo sonno mentre metteva a fuoco le immagini della stanza.

"Buongiorno piccola." Sorrise voltandosi verso il corpo di Emily. Ma non la trovò. Harry corrucciò le sopracciglia confuso. Si era davvero già svegliata quella stupidina?

"Devo insegnarle a restare a letto di più. " ridacchiò Harry scostando le coperte dal suo corpo e alzandosi dal letto. Non vedeva l'ora di prendere in giro Emily per come ci si erano divertiti la sera prima.
Passò davanti alla sua scrivania trovando, stranamente, una foto incorniciata di lui e Julie.
Strano - pensò - io e Emily le avevavamo tagliate tutte.

In effetti strano lo era. E ancora di più fu quando vide il quadro con le decine di foto felici sempre con Julie. Harry non era stupido, si ricordava di averle buttate: come potevano essere di nuovo al loro posto?
Si grattò i capelli confuso entrando in bagno.

Si specchiò nella superficie lucente vedendosi molto strano. Perché continuava a ripetere quella parola?
Non poteva farci a meno: soprattutto quando vide il calendario sulla data 28  Dicembre. Diamine aveva compiuto gli anni solo ieri, che stava succedendo?

Con un brutto presentimento pieno di spavento, diede un'occhiata al barattolo di pillole che credeva di aver rotto nella sua crisi, corse in cucina sperando di trovarvi Emily.

"Emily!" Urlò a gran voce sentendo i suoi occhi pizzicare. Nulla.

Entrò in cucina e la trovò deserta, nessuno aveva messo piede lì. Neanche il frigorifero dava segno di vita, era vuoto e privo del buon cibo che Emily preparava.

"No, no." Mormorò fra sé in panico tirandosi le punte dei capelli, anch'essi troppo corti.
L'ultima spiaggia prima di rassegnarsi ad un pensiero malvagio e orribile era andare nella via dove tutto aveva avuto inizio.

Salì velocemente in auto mentre qualche lacrima lasciava il suo viso. Non poteva perdere anche Emily, non dopo tutto quello che era successo.
Arrivato al murales, scese rapidamente correndo alla fine della via fino a sperare di vedere la realtà che aveva vissuto, sperando di confermargli che no, lui non era pazzo.

Ma quando vi arrivò davanti la verità lo colpì in pieno viso maturando in lui una disperazione tale da farlo cadere in ginocchio.

"No! Non può essere, porca puttana, Em!" Urlò piangendo e gridando. Il muro era vuoto. Non c'era nemmeno uno dei messaggi addolorati che Harry aveva scritto, non uno degli sfoghi che aveva lasciato come unica forma di dolore, non uno dei disegni arrabbiati, non una parola.
Zero, niente.

Quell'ultima prova servì a fargli mettere insieme i pezzi del puzzle: era stato tutto un sogno.
Emily non era mai esistita, era solo frutto della sua malata immaginazione che aveva bisogno di aiuto e solo nell'astratto aveva trovato riposo.

Ma come poteva essere stato tutto un sogno? Le mille sensazioni provate, le esperienze, il suo amore per Emily erano tutte cose che Harry sentiva di aver provato sulla sua pelle.
Eppure tutto quello che ora stava succedendo lo portava ora a quell'unica soluzione: Emily era frutto della sua immaginazione.

"Eri troppo perfetta per essere vera." Pianse silenziosamente piegato sulle ginocchia mentre analizzava tutti i punti.
Si spiegò come facesse a sapere tutto su di lui; a come riusciva a capirlo quasi gli leggesse nel pensiero; a come riusciva ad aiutarlo solo con un sorriso.
Per forza, non era reale.

Dopo molto tempo di rialzò asciugandosi le lacrime senza sapere cosa fare. E ora? Come faceva ad andare avanti senza Emily? Come avrebbe fatto a vivere senza di lei, senza il suo aiuto e le sue parole?
Era perso, disperato e in panico. Solo.

"Ehi, scusami." Una voce gentile costrinse il volto bagnato di lacrime di Harry, ad alzarsi. Vide davanti a lui una specie di miraggio: una ragazza, dai capelli biondi scuri un po arruffati e un sorriso incerto contornato da fossette, lo guardava.

"Sì? " rispose scontroso pensando che il destino gli stesse facendo qualche scherzo idiota.

"Sono appena arrivata in questa città come tirocinante maestra. Non è che sapresti dirmi come trovare la scuola di questa città? " sorrise gentile e un po spaesata.
Harry la trovò bellissima, e così simile alla donna che aveva appena perso.

"Certo. Vuoi un passaggio? " si offrì stupendo se stesso. Lo stava davvero facendo? Sentiva la voce di Emily spingerlo, aiutarlo.

"Sarebbe grandioso, grazie! Io sono Emma." Sorrise la bionda allungando la mano in sua direzione. Harry la strinse sorridendo.

"E ti pareva." Borbottò.
"Come?" Chiese divertita lei.

"Nulla, mi ricordi tanto qualcuno. " sorrise enigmatico sentendo un familiare calore scaldarlo. "Sono Harry. Vieni pure." Si presentò a sua volta salendo in macchina, non prima di averle aperto la portiera.
Mise in moto non appena Emma salì.

"Come mai vuoi fare la maestra?" Chiese imbarazzato guidando lungo le vie della città. Si accorse che la ragazza aveva un paio di occhi cristallini deliziosi.

"Mi è sempre piaciuta l'idea di aiutare qualcuno ad imparare." Sorrise gentile cominciando a parlare.
Harry la ascoltava con un mezzo sorriso chiedendosi se quella era finalmente la realtà.

E quando vide, vicino ai suoi piedi, un quaderno marrone di pelle capì che comunque, un pezzo di Emily ci sarebbe sempre stato.



N/a
Posso comprendere benissimo che ora vorrete tipo uccidermi e appendere la mia testa su un divano (?), maaa  è così che è finita. Ma non preccupatevi troppo, domani avrete un epilogo e delle spiegazioni riguardo al finale ♡

Spero comunque di non avervi deluse x
Un bacio
S.x

Give Me LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora