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"E se ti dicessi che non mi importa? Che voglio restare? " disse con voce ferma Emily. Harry la guardò sconsolato.

"Come faccio a farti capire che ti fai solo del male stando con me? Sono sbagliato, Emily." La ragazza si alzò in piedi, mettendosi le mani sui fianchi.

"Dannazione Harry! Come devo farti capire, io, che ti amo? Non sei sbagliato, quello che c'è qui dentro," si toccò le tempie. "è sbagliato! Non me ne andrò ora che sei riuscito a parlare di te, ora che stai cominciando a guarire, ora che sento di appartenerti più di prima!" Concluse Emily guardando Harry. Lui abbassò il volto rendendosi finalmente conto di quanto era realmente fortunato ad avere con lui Emily. Doveva imparare a tornare ad amare ed amarsi e con lei poteva farcela.

"Hai imprecato." Sorrise Harry. Rialzò lo sguardo su di lei trovandola confusa. "Guarda che ti faccio fare, Em. Hai ragione, mi dispiace, per tutto. Avevo solo paura che mi avresti anche tu giudicato." Spiegò Harry alzandosi e torreggiando nella sua altezza su Emily.

Lei sorrise dolcemente.
"Non hai nessuna colpa per ciò che è accaduto, Harry. È stato un incidente." Harry sospirò ma non replicò. "Io ti amo per l'uomo che sei ora, non per quello di prima. Quello che sta cambiando in bene." Harry sentì il suo cuore scoppiare di gioia e decise, con un gesto fulmineo, la baciò sentendosi nettamente meglio.

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"Sono fiera di te." Sorrise Emily osservando quel things change scritto elegantemente sul muro di sfogo di Harry.
Il riccio arretrò di qualche passo ammirando le diverse scrirte. C'erano così tanti Harry lì dipinti. C'era l'Harry deluso, quello arrabbiato, quello geloso, quello confuso e infine quello volto al cambiamento.
Circondò le spalle di Emily con un braccio e la strinse a se sperando che almeno lei riuscisse a tenere ben saldo quel tipo di Harry.

"In che senso fiera?" Parlò poi facendo uscire dalle labbra rosee una nuvoletta di vapore.

"Di te. Di tutto questo." Spiegò allargando le braccia. "Sei riuscito a parlare a cuore aperto, per dire." Sorrise Emily. Harry fece spuntare le fossette in un'espressione giocosa.

"Sei una psicologa, per caso?" Ridacchiò guardando la ragazza dalle guance arrossate.

"Forse." Rise di rimando. "Diciamo che sei davvero difficile come paziente." Disse asciugandosi fintamente una lacrima. Harry alzò un sopracciglio, divertito.

"Ah si? " disse. Avvicinò il suo viso vicino a quello di Emily. "Ma se sono il tuo personale progetto? " disse con voce melliflua scontrando il naso con quello della bionda.

"Distanze, noi dottori non possiamo avere contatti con i pazienti. " si scostò divertita Emily. Harry la tenne salda fra le sue braccia, non volendola lasciare.

"Ma per me non fa una piccola eccezione? " chiese Harry spingendo il labbro inferiore fuori, come un bambino capriccioso.

"Di solito non ne faccio, ma," la ragazza si sollevò sulle punte. "quando si tratta di pazienti come lei, beh..." Harry la interruppe baciandola teneramente.

E in quel momento capì che era inconsapevolmente, dannatamente, cotto di lei.

IO ODIO WATTPAD
Scusate ma davvero. I miei disagi sono riuscire a perdere tutti i capitoli di bozze della storia okay? Aiuto devo riscriverli tutti. Penso manchino ancora otto o nove capitoli, stiamo giungendo alla fine di questa travagliata storia.
Vi avviso dovrete aspettare qualche giorno per i nuovi capitoli perché appunto sono rimasta senza nulla *respira Silvia*
Detto questo lasciatemi qualche commentino e tanti baciniii
S.xx

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