Capitolo 15-I See You

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Andy era seduto su una scomodissima sedia di legno, regalo di un parente probabilmente. Non era per niente nel suo genere. Continuava a pensare a ciò che avrebbe voluto fare: avrebbe voluto alzarsi, fiondarsi a Londra e tentare di farsi perdonare da Mika. Avrebbe voluto dimenticarlo. Avrebbe voluto innamorarsi di qualcun altro, chiunque altro. Avrebbe voluto cancellare tutta la sofferenza che aveva causato a quel ragazzo.
Appena chiudeva gli occhi , l'immagine di quel riccio gli si posizionava davanti, come stampata sulle palpebre.
Quel ragazzo era il mondo per lui, ma non l'avrebbe mai saputo, avrebbe continuato a pensare di essere stato semplicemente usato e preso in giro, proprio dalla persona che amava. In quel momento, odiava il mondo intero, mai si era sentito più pentito di ciò che aveva fatto. Si era sempre giustificato, ma ora vedeva Mika, le lacrime agli occhi, la mano tesa verso di lui, i "ti amo" che continuava a ripetere. Poi vide attraverso gli ochi del riccio. Si era sentito tradito, aveva provato un dolore molto più profondo di quello causato dalla malattia. Si prese la testa tra le mani, cercando disperatamente di cacciare quelle immagini dalla sua mente.
-Mika...che ti ho fatto...-
Faceva male sapere che l'aveva perso, che se anche fosse tornato gli avrebbe chiuso la porta in faccia, che non gli avrebbe permesso di farlo soffrire di nuovo. Se lo immaginava, davanti alla porta di casa sua, con gli occhi lucidi e la voce rotta dal pianto, intimargli di andarsene e di non tornare mai più.
-Che ho fatto? - ripetè, in un gemito.
Poi si alzò, e con una colorita imprecazione diede un pugno sul tavolo. Non aveva intenzione di ubriacarsi di nuovo. Magari al momento poteva aiutare a dimenticare, ma poi i postumi erano talmente orribili da farlo desistere. Ma soprattutto, sapeva bene che appena tornato sobrio, l'immagine di Mika sarebbe tornata. Insieme ai rimorsi.
Passò un'altra settimana, ormai erano due mesi che non rivedeva il riccio, tantissimo tempo. Si era appena svegliato, aveva preso il suo caffè e si preparava ad un'altra schifosa giornata. Poi iniziò a squillare il telefono, mentre il nome di Joannie Penniman illuminava lo schermo. Con mani tremanti rispose.
-Ehm...pronto? -
-Andreas, sono Joannie, la madre di Mika, cioè, Michael. -
Come se potesse dimenticarselo.
- Sì? -
-Ascolta, non voglio chiederti di tornare da mio figlio, so che se non si ama qualcuno non si può fingere. Ma...devo chiederti aiuto. Lui...si sta lasciando morire, non prova nemmeno a reagire, resta tutto il giorno davanti al pianoforte, parla solo con Alex. Ieri ho parlato con i dottori, dicono che se continua così vivrà al massimo per tre mesi ancora. Non ti mentirò, sono tremendamente arrabbiata con te, vorrei poterti cancellare dalla mente e dal cuore di Michael, ma non posso. Ti voglio semplicemente chiedere di guardare quei video che ti ha mandato Alex, solo questo. Poi...poi potrai fare ciò che vorrai. Non te lo chiede Mika, questo. Lo chiede una madre che vuole ammirare gli occhi di suo figlio ancora per un po' di tempo. -
Non lo lasciò nemmeno rispondere, attaccò subito.
Come in trance, afferrò il laptop, aprendo la casella di posta elettronica. Non aveva un buon presentimento, ma se ne fregò altamente. Aprì il primo video e...



Stardust || MikandyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora