Andy's pov
Stavo tornando a casa. Ero in aereo, a riguardare per la millesima volta il video di Stardust. Non nego di aver pianto la prima volta, Mika era talmente sofferente...mi sentivo malissimo sapendo di averlo fatto stare così. Ma avevo visto anche la rabbia dei primi video sfumare piano piano in tristezza e amore, esattamente come era successo a me. La voce del pilota ci informò che eravamo atterrati all'aeroporto di Londra e che potevamo scendere al segnale acustico. Appena partì quel bip bip martellante, afferrai il mio trolley ed il mio zaino, per precipitarmi subito fuori, dove iniziarono i problemi. Primo: pioveva. Ed io avevo l'ombrello in valigia. Secondo, non c'era un taxi libero a pagarlo oro, e l'unica linea che passava di lì era la Piccadilly, sempre piena. Sospirai e mi misi a sedere. Alle 22 riuscì a trovare un vecchio amico dei miei che mi diede uno strappo fino al mio appartamento col suo taxi. Arrivai tardissimo a casa, ma il mo ultimo pensiero era fare una dormita e presentarmi l'indomani da Mika. Assolutamente no, sarei andato subito. Mi precipitai nuovamente a casa sua ed iniziai a pensare ad un piano per entrare. Escludevo categoricamente che i suoi fratelli mi avrebbero lasciato passare, mi odiavano, probabilmente. Le luci del resto erano già tutte spente. Mi affacciai sul giardino, con tutti i sassolini. Un'idea mi balenò in testa. Afferrai una manciata di quelle pietruzze ed iniziai a lanciarle contro la finestra di Michael, metodicamente, fino a che non vidi una fievole luce accendersi. La finestra si aprì ed io sentí il cuore balzarmi in petto. La sua testa riccioluta si affacciò, cercando di individuare al buio chiunque avesse "bussato"
-Ehi! C'è qualcuno? - esclamò.
Avevo la gola secca, e le mie corde vocali erano andate a farsi un giro. Lo sentí scendere, poi uscì di casa.
- Si può sapere chi...?- poi vidi il suo sguardo puntarsi su di me. Rimanemmo per quella che mi sembrò una vita a guardarci, dopodiché ruppi quel silenzio.
- Ehi.-
Uno schiaffo mi stordì, facendomi vacillare.
- Brutto stronzo, ti fai vivo dopo settimane e dici ehi? -
-Mika...-
-No. Per te...- sospirò. - Per te solo Michael. Si può sapere cosa ci fai qua?-
- Stuck in my head is a picture of you.-
-Ah. L'hai ascoltata quindi.- era freddo.
- Sì. Ho visto tutti quei video, Mik...Michael. - mi veniva molto difficile chiamarlo così.
-Sappi che hai sprecato il tuo tempo venendo qua, Andreas.-
-Ma avevi detto che mi amavi!-
-E ti amo infatti! Dio, non hai idea di quanto ti ami, ma questo non vuol dire che ho dimenticato! Non ho dimenticato le lacrime, non ho dimenticato gli sguardi, non ho dimenticato la tristezza e la sofferenza. Io...non posso soffrire così di nuovo, non posso farcela. Cosa pensavi, che appena ti saresti presentato sarei caduto di nuovo ai tuoi piedi?- prese fiato. -Beh, hai pensato male. Ti amo, è vero, ma non voglio stare di nuovo come...come a Parigi. -
Presi parola.
-Ascolta, non posso dirti a parole quanto mi dispiace, non ci sono parole per giustificarmi.-
-Hai ragione, non ci sono.-
- Quello che volevo dirti però era che ti amo, non ho mai smesso di amarti, non posso smettere di amarti. Ti chiedo di fare la cosa più difficile probabilmente, ti chiedo di perdonarmi e di tornare con me. -
-Andreas, ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo? -
-Perfettamente, so benissimo che è difficile, ma...ma hai ragione, sei la mia origine dell'amore, non posso stare senza di te. -
- Pare che in questi due mesi tu ci sia riuscito, però. E ti sei trovato anche un'altra ragazza, mi ha detto Alexis. -
- Cosa? Ma io...io non...io non ho nessuna ragazza! -
- Mi stai dicendo che Alex mi ha mentito?- aveva un tono sarcastico, ma vedevo in fondo ai suoi occhi il dubbio.
- Esatto. Mika...Mika, ti prego. -
Non mi accorsi del suo respiro pesante e della mancanza della bombola fino a quando non mi cadde tra le braccia.
- Mika! Mika, che hai?!-
Non rispondeva, era svenuto, quindi cercai intorno la bombola. Era all'ingresso, dormiva attaccato ad un'altra macchina, che pompava automaticamente ossigeno nei suoi polmoni. Presi la cannula e gliela misi. Non si svegliava, non sapevo cosa fare. Non potevo portarlo all'ospedale, non senza avvertire la sua famiglia. Ma non potevo nemmeno perdere tempo. Scrissi un biglietto velocemente e corsi fuori con lui.
Sono andato da Alex, non chiamate-Mika
Non ci avrebbe creduto nessuno, ma pazienza. Arrivammo al St. Thomas in pochi minuti e lasciai Mika nelle mani esperte dei dottori. Verso le nove di mattina si svegliò dell'anestesia, io ero accanto a lui.
- Michael, la prossima volta trova un altro modo per chiudere o sospendere una conversazione, ok?-
Sorrise. Quel sorriso...
- Ok. -
-Allora...ascoltami, so che una parte di te vorrebbe solo dimenticarmi. Ma so anche che un'altra parte mi ama ancora. -
Lui scosse la testa.
- Mi dispiace, Andreas, non posso. Non...non sai cosa ho passato, non riesco più a guardarti e a non pensare a quando sei scappato via. Vorrei poterti perdonare, lo vorrei tanto.-
Avevo le lacrime agli occhi. Non era servito a niente. Mi scaraventai fuori dalla stanza, trattenendo a fatica il pianto. Ero ormai arrivato al giardino davanti all'ospedale quando il telefono iniziò a squillare.
- Andy. Ho sbagliato. Ti prego, non te ne andare.- la voce disperata di Mika mi fece fermare. Mi guardai indietro, nella hall, e vidi una testa castana correre verso di me, a tutta velocità, per poi premere con forza le labbra sulle mie.
NARRATORE ESTERNO
Andy assaggiò il suo dolce sapore, sentendo una stretta al cuore, come se avesse appena ritrovato una parte di sé che aveva perso. Era talmente tanto tempo che non lo baciava, aveva le mani che tremavano mentre le portava a circondare il viso del riccio, che invece aveva portato le sue ad unirsi dietro al collo dell'altro. I loro corpi fremevano al contatto, Mika era assolutamente preso dal bacio che si stavano scambiando, dalle loro labbra premute insieme. Non era un bacio passionale, era un semplice sfregamento di labbra, frenetico, certo, ma sembrava tanto il loro primo, quello che si erano scambiati sotto la pioggia. Si cercavano sempre di più, non ardentemente, ma solo per potersi veramente ritrovare, in modo dolce. Nessuno dei due voleva al momento quel tipo di contatto con l'altro, volevano semplicemente stare abbracciati, per godere dei loro corpi vicini. Il biondo appoggiò Mika ad un albero, premendo su di lui, delicatamente. Si staccarono poco dopo, entrambi a corto di fiato.
- Non...non potevo perderti.- disse il riccio col fiatone. - Non di nuovo. Preferisco passare questi ultimi mesi con la persona che amo piuttosto che da solo, no?-
-Mika...- Andy non riusciva a credere di averlo di nuovo tra le sue braccia. - Ti amo, Mika!- lo strinse forte, tornando a baciarlo con più foga, lasciando anche qualche bacio sul collo del ragazzo. Lo riempiva di carezze, quasi fosse porcellana e potesse rompersi da un momento all'altro. Michael da parte sua, invece, continuava a baciarlo, mettendo tutto il suo amore dentro quei baci, che bruciavano sulle loro labbra.
- Non ti lascerò mai più, Andy. -
- Non me ne andrò mai più, Mika.-
- Ti amo.-
-Anche io. Non sai quanto.-Spazio moi
E FINALMENTE ANDY È TORNATO DA MIKA! Ammetto che inizialmente volevo farvi soffrire ancora un po' , ma dopo alcuni messaggi leggermente minaccuosi ed intimidatori, ho cambiato il finale! Spero vi sia piaciuto il capitolo, e detto questo vi saluto Golden!
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Stardust || Mikandy
FanficMichael Holbrook Penniman Jr. è un ragazzo di 16 anni, paziente in fase terminale, con un grave cancro ai polmoni. Andreas Dermanis invece è un giovane infermiere di 23 anni, appena assunto, a cui viene assegnato proprio Michael. I due si innamorano...