Alexis ' pov
Mika diede un calcio alla sedia.
- Mi vuoi spiegare perché non gli hai chiesto di tornare? L'hai visto e gli hai semplicemente fatto una ramanzina?-
Sbuffai. Era incavolato nero, ed aveva anche tutte le ragioni per esserlo. E sapere che avrei dovuto mentirgli, farlo stare male solo per una stupida richiesta di Andreas, mi faceva sentire peggio.
- Mika...mi dispiace tanto, non voglio che tu lo sappia così. - avevo passato tutto il viaggio ad inventarmi questa storia. -Ecco...c'è una cosa che non ti ho detto. Io...quando sono arrivato l'ho trovato ubriaco fradicio, pensavo fosse perché voleva dimenticarti. Il giorno dopo però sono tornato da lui e mi ha...mi ha raccontato di questa ragazza. Era stato con lei in discoteca e avevano bevuto. Poi erano andati a letto insieme. Il fatto è che...insomma, avrei capito se per lasciarsi il passato alle spalle avesse deciso di andare a puttane, ma lui si è innamorato di lei. Mi parlava e mi diceva che la amava tantissimo. - chiusi gli occhi, aspettando una raffica di parole da parte del riccio. Invece nulla. Alzai lo sguardo e lo vidi. Sembrava pietrificato.
- Lui...lui...- si sedette, prendendosi la testa tra le mani. - Si è dimenticato di me così in fretta...io non lo scorderò mai, e lui dopo nemmeno un mese ha già trovato un altro amore. - aveva un tono disperato. - Io morirò tra poco, non ho intenzione di continuare con quel farmaco, a che serve ormai? Tanto l'unica cosa per la quale volevo guarire mi ha lasciato, si è trovata un nuovo amore ed ha buttato nel fango tutti i suoi ricordi di me. Le cure fanno un male cane, perché devo consumarmi lentamente se comunque non riesco più a sorridere? Perché non posso semplicemente morire, e magari rinascere in un altro mondo, sano e senza cancro? - lo vedevo perdere sempre più il controllo. Il Poenaxiphor causava anche questo. I pensieri non venivano filtrati, quello che pensava diceva. Ed il problema era che comunque diceva solo cose vere, verità che non facevano male a nessuno, tranne che a lui.
Capivo perché stava così male: quella cura non era per niente facile da sopportare, almeno Andy avrebbe saputo aiutarlo. Ricordo con esattezza le ultime parole che mi ha detto, prima che prendessi l'aereo per Londra. Digli quello che vuoi. Qualsiasi cosa. Che mi sono innamorato di un'altra, che sono scappato con una ballerina russa, che sono diventato un'eremita. Non mi importa cosa ti inventi. L'importante è che la smetta di amarmi, mi basta quello.
Era stato un grande egoista, ed io un grande idiota ad avergli dato retta. Il nostro motto era: Alexis&Andy, distruggiamo interiormente Mika dal 1234.
- Tanto a che serve che continui a vivere...quella roba che mi danno mi fa stare male, mi fa perdere coscienza di ciò che dico o faccio. Provoca tutto tranne che il cancro, io non ne posso più! Non ce la faccio a vivere così, con i sensi fuori uso e con una persona che mi deve sempre seguire, perché non si sa mai quando il farmaco inizierà a fare effetto, facendomi svenire dal dolore! Io non posso, preferisco mille volte la morte! Solo la musica mi aiuta, ed ora mi vogliono togliere anche quella, solo perché le cure aumentano sempre più, come aumenta sempre più la mia malattia! - stava piangendo, non sapevo cosa fare. Mi alzai e lo abbracciai, sussurrando al suo orecchio "va tutto bene, fa parte della cura che ti sfoghi...butta fuori tutto." .
-Mika.- dissi quando mi allontanai. - Ascolta, tu non puoi lasciarti morire per quel pezzo di merda, okay? Guardami. Guardami, Mika, e promettimi che proverai comunque a guarire. Anche solo per poi sbatterglielo in faccia. Non puoi morire, io ci tengo a te. Sei il mio migliore amico, non voglio perderti.-
- Alex, io non so più che fare. L'altra sera ho chiesto ai dottori se era possibile fare un trapianto di polmoni. Sai cos'hanno risposto? Che non sono un soggetto idoneo. Tradotto: non vale la pena di sprecare un paio di polmoni buoni per qualcuno che è già condannato.- abbassò lo sguardo. - Fa un male cane, sapere che morirai e sapere che lo farai senza la persona che più ami accanto. -
Lo strinsi forte. In quel momento aveva bisogno di sollievo, e solo Andreas poteva darglielo. Avrei voluto un po' di pozione Polisucco, per trasformarmi in lui e stargli accanto, anche solo per un'ora. Tutto pur di rivedere quel sorriso smagliante che illuminava il suo viso. Tutto pur di vederlo uscire da quella depressione del cavolo, aumentata dallo stupido farmaco. Tutto pur di farlo stare bene. Entró nella stanza un infermiere vestito di bianco che annunciò l'ora della chemio. Come se avessimo bisogno di saperlo. Lo fulminai con lo sguardo.
- Cinque minuti. -
- Due.-
Mika mi fece un sorriso tirato.
- A volte vorrei solo cancellare tutto. Cancellare il mio amore, il mio tocco su di lui...tutto. Vorrei solo dimenticare. -
- Dai, ti accompagno.- gli passai una mano tra i ricci morbidi e lo feci alzare. Pensai a quando le cure gli avrebbero portato via anche quello: i boccoli color cioccolato che gli ricadevano sulla fronte. Pur di non lasciarlo morire, lo privavano di tutto ciò che è umano. Lo privavano di ogni cosa.
-Scusi. - dissi. Non avrei mai lasciato che trasformassero il mio amico nell'ombra di ciò che era stato. -Niente più chemio per Michael. Il suo dottore ha ordinato l'immediata sospensione delle cure, adesso deve riprendersi psicologicamente, il fisico verrà poi.- allontanai bruscamente Mika da quel signore, neanche fosse stato un assassino.
- Basta cure?- mi chiese il ragazzo. - Basta cure.- risposi io. E per la prima volta da quelli che mi sembravano secoli, lo vidi sorridere.
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Stardust || Mikandy
FanficMichael Holbrook Penniman Jr. è un ragazzo di 16 anni, paziente in fase terminale, con un grave cancro ai polmoni. Andreas Dermanis invece è un giovane infermiere di 23 anni, appena assunto, a cui viene assegnato proprio Michael. I due si innamorano...