Capitolo 27-Alexis' Speech

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Alex si schiarì la gola prima di iniziare a parlare.
-Allora...ouhm...io sono Alex. Non conosco Mika da molto tempo, solo da qualche mese. Mi sono trasferito qui dalla Grecia per studiare psicologia all'università ed anche per questioni più...come dire, personali. La prima volta che l'ho visto, sinceramente non pensavo che avremmo legato molto, anzi, poi però col tempo...No, no, no, non va bene, ricomincio.- tirò un profondo respiro e guardò verso il riccio.
-Michael Holbrook Penniman Junior è sempre stato un ragazzo allegro. Nemmeno nel suo periodo peggiore ha smesso di combattere. Forse qualche volta si scoraggiava, forse avrebbe voluto solo tirare le cuoia e smettere di stare male, forse avrebbe voluto picchiare tutti quei medici e tutti quelli che gli dicevano di essere forte perché, diamine, non è una roccia e magari avrebbe voluto che si zittissero tutti per un momento e che lo lasciassero in pace, perchè come ho già detto, lui non è una roccia. È tra le persone più fragili che abbia mai incontrato, non si è mai ritenuto all'altezza di chiunque altro e, appena uscirò da qui giuro che andrò a dire quattro parole ai tizi che lo hanno reso così. È fragile, è insicuro, è infantile a volte, ma è coraggioso e buono, più di quanto siamo tutti noi messi insieme. Sinceramente immaginavo che non sarebbe vissuto a lungo. Una fiamma che brucia così intensamente non è destinata a durare. Però non ho mai perso la speranza, ho sempre saputo che è la persona più testarda dell'universo, quindi resterà nei paraggi ancora a lungo, anche solo per dispetto. Lui...lui è una di quelle persone che vorresti accanto a te sempre, ti spinge a tirare fuori il meglio e no, non dirò che va bene così. Non va assolutamente bene così. Perché so che starò male, starò da cani se lui se ne andrà, causa dipendenza e per questo lo odio. Odio che mi venga tolto l'unico amico vero che ho mai avuto, è ingiusto. È ingiusto tutto questo, ogni cosa, il cancro, le cure, l'amore, l'amicizia, il mondo, è tutto così fottutamente ingiusto! Io voglio ancora vedere quel sorriso e quegli occhi, voglio ancora sentire la sua voce ed il suo piano che suona alle tre del mattino. Per fortuna che ha la decenza di suonare bene e piano, altrimenti le infermiere lo avrebbero preso a calci da un bel po'. Quello che voglio dire è che non...non si può mettere al mondo qualcosa come Mika per poi fargli questo.- iniziò ad alzare il tono. -Capito, Dio o chiunque ci sia lassù? Capito? Ha solo diciotto anni, maledizione, deve fare ancora tante di quelle cose! Chiunque stia ai piani alti, ora mi deve ascoltare. Io non lascerò che muoia, non lascerò che lo portino via da Andy perché non ne uscirebbe vivo, non lascerò che muoia perché abbiamo bisogno di lui!-
-Alex, non per fare il guastafeste, ma non ho ancora diciotto anni.-
-Sto dando per scontato che tu viva ancora un po', razza di ingrato. Signori, ascoltate bene. Mika non era perfetto, nossignore, era il più cocciuto, testardo, insicuro ed infantile che abbia mai visto. Mika parlava così tanto che sarebbe capace di interrompervi al suo stesso funerale, parola. Però era anche gentile, buono, divertente e soprattutto, amava la vita. Dio, non incontrerò mai qualcuno attaccato alla vita come lui. Era...era straordinario, riusciva a migliorarti la giornata solo facendoti notare che gli alberi stavano rimettendo le foglie, o che a Camden Lock tutti i negozi sembravano fare a gara per chi aveva più colori. Riusciva a prendere una smorfia e a renderla un sorriso, senza sforzo, come se fosse nato per quello. Io mi sono trasferito per studiare psicologia, ma so che se morirà...-
-Quando.- lo corresse il riccio.
-Se morirà- continuò imperterrito Alex. -Se morirà, io avrò bisogno di uno psicologo che mi convinca a tenere gli occhi aperti, perché un mondo senza di te io non lo voglio vedere. Io...io...non posso. Mi mancherai, amico.- teneva il capo chino mentre piangeva.
-Io cambierei la parte dello psicologo.-
-Cazzo, Mika, correggi il tuo elogio funebre...cazzo. Non ce la faccio, non ci riesco.-
Il riccio si alzò lentamente, abbracciando Alex che ormai era una fontana.
-Mi mancherai anche tu. Mi mancherete tutti, un sacco. Ma, ehi, non sono ancora spacciato. Tra dieci giorni ci sarà l'operazione, mi asporteranno lo schifoso tumore. Prometto che vi starò tra i piedi ancora per un bel po', non ci si libera facilmente di un Penniman. Soprattutto non di me.-



Dopo secoli, ho aggiornato! Questo capitolo non è stato semplice da scrivere, e devo ringraziare John Green ed Isaac, senza ai quali sarei ancora in alto mare. D'ora in poi dovrei aggiornare molto più spesso, e tra un po'...Dei, tra un po' finisce la storia. Terrò i discorsi strappalacrime per dopo, adesso non è il momento. Grazie ancora per la pazienza, sono una persona con orari difficili e posso non pubblicare per settimane, o fare tre capitoli in un pomeriggio, quindi grazie ancora. Davvero, grazie.

Stardust || MikandyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora