Dopo il discorso di Andy, il tempo sembrò volare. Dieci giorni passarono in un attimo, e finalmente il Gran Giorno era arrivato. Visto che l'operazione era di pomeriggio, erano usciti, optando per una tazza di tè ad un locale lì vicino, piccolo ma ottimo.
Davanti alla bevanda calda, iniziarono a cercare qualcosa di cui parlare, guardandosi intorno nervosamente.
-E così...questo pomeriggio, eh?- fece Alex, tentando di rompere il ghiaccio.
-Già. Ma non preoccupatevi, come ho già detto, ho intenzione di restarvi tra i piedi ancora a lungo. E poi...non voglio lasciare questo posto. Non è proprio paura solo...- sembrava confuso, mentre giocherellava con la tazza. -Ho sempre voluto fare il cantante. Non so, andarmene senza aver prima realizzato il mio sogno mi sembra uno spreco. Ok, è una cosa stupida.-
-Non lo è invece, è normale. Credo sia così per tutti, no?- Andy prese una mano di Mika, stringendola con la sua. L'altro lo guardò riconoscente.
-Ti ringrazio.-
-Bene. È strano, non trovo nulla da dire...-
-Già. Strano, magari tra qualche ora non ci sarò più. Oppure staremo tutti festeggiando, chi lo sa.-
I tre ragazzi sospirarono. Chissà, forse avrebbero voluto che una vecchia signora dall'aspetto austero parlasse con loro, rivelandogli qualche mistico segreto che li rendesse pronti ad accettare qualsiasi cosa il fato avesse in serbo per il riccio. Ma si sa, cose del genere accadono solo nei film e nei libri, non certo nella vita reale. E così, mentre ancora stavano in silenzio, una chiamata turbò la loro quiete.
-Pronto?- rispose Mika
-Signor Penniman, parlo con lei?-
-Sì, chi è? -
-Volevamo informarla che l'operazione è stata spostata a domani mattina, scusate il disturbo. - e detto ciò, chiuse la telefonata.
-Oh. Ok.- rispose,ad un telefono spento.
-Chi era, che ti ha detto?- disse Alex curioso.
-Era un medico del St. Thomas, mi informava che l'operazione è stata rimandata a domattina. Ho qualche ora bonus, evidentemente! -
Gli altri due sorrisero, poi il moro prese parola.
-Ragazzi, ho un'idea. Se voi aveste l'opportunità che ha Mika, cosa fareste? Voglio dire, lui sa in anticipo quanto può ancora vivere, se accadesse il peggio!-
-Che non accadrà, o tua madre verrà a riprenderti di persona.- borbottò Andy.
-Oh, taci tu. Andiamo, puoi provare a vivere il miglior Ultimo Giorno di sempre! C'è qualcosa, qualsiasi cosa che vorresti fare?-
Mika iniziò a sorridere, capendo cosa il suo amico avesse in mente.
- Beh, in effetti alcune cose ci sarebbero...-
Poco dopo, a bordo della macchina di Alex ("Più che una macchina a me sembra una caffettiera ambulante" come aveva detto Andy), si stavano dirigendo verso il London Eye, muniti di biglietto e tanta, tanta pazienza.
-Se ci va bene, faremo un'ora di coda.- commentò lapidario il biondo.
-Ehi, su con la vita!- scherzò Mika, facendo un chiaro riferimento alla sua situazione.
-Piantatela voi due! Lo dico e lo ripeto, mi fate venire il diabete!- intimò Alex, guidando.
-Tu zitto e guida, autista.- rispose il riccio con una smorfia.
-Molto maturo, Michael, davvero molto maturo! E tu, biondino dei miei stivali, smettila di sghignazzare come una iena!-
Sembravano tornati indietro nel tempo, quando la morte altro non era che una minaccia lontana, e loro erano solo ragazzi che vivevano la loro giovinezza senza pensare al futuro. Andy che rideva, Mika che scherzava, Alex che brontolava. E tutto sullo sfondo del mondo che era ancora tutto da scoprire, con i suoi segreti e le sue meraviglie.
Furono fortunati, e in soli quaranta minuti riuscirono a trovare una cabina semi vuota, ad eccezione di un padre col bambino. Il piccolo, seduto accanto ad Alex, aveva questi occhi blu-grigi, quasi trasparenti, e dei capelli corvini tutti scompigliati. Faceva pensare alla versione pallida del possibile figlio di Mika e Andy. Stringeva un pupazzo probabilmente fatto in casa di un bambino dal mantello ricoperto di piume colorate.
-John, guarda che panorama!- esclamò, mettendolo al finestrino.
- D'accordo William, ha visto. Ora però allontanati dalla porta e mettiti a sedere qui, da bravo, senza dare noia a questi ragazzi.- lo riproverò il padre, dal quale probabilmente aveva ereditato gli zigomi affilati.
-Non si preoccupi, non dà fastidio. Ehi, come ti chiami piccolo?- fece Mika sorridendo.
-Io sono William. E lui e il Dr. John.- disse, riferendosi al bambolotto.
-Molto piacere. Io sono Mika, e quella mozzarella bionda lì si chiama Andy.-
William sorrise.
-E dimmi William, perchè si chiama Dr. John? -
-Perché il dottore mi aiuta, è mio amico. L'unico. -
Il padre lo riprese in braccio, guardandoli con aria colpevole.
- Scusate il disturbo, Will non è esattamente normale, soffre di un problema di sociopatia e...il dottore che lo cura si chiama John. Non fateci caso, si porta quel pupazzo ovunque.-
-Oh, allora abbiamo qualcosa in comune. Anche io ho bisogno di un dottore, sai?- disse il riccio, porgendogli la mano. -Ho un problema e quindi devo stare in ospedale. Ma forse tra poco guarirò, proprio come te. -
-Per questo hai quel tubicino nel naso?-
-Sì, mi aiuta a respirare. Vuoi provare?-
Il piccolo scosse la testa jn un cenno affermativo. Mika lo aiutò ad infilarsi la cannula, facendola passare da dietro la bombola.
-Pizzica.- fu l'unico commento di William. -Perché non respiri da solo?-
-Will ora basta.- fece l'uomo.
-Non si preoccupi, va tutto bene. Ho una malattia che non mi fa respirare da solo, quindi la bombola mi deve aiutare. -
-Ma perché? -
Alex sorrise, quel bimbo sembrava un po' Mika. Curioso, timido e particolare. Inoltre la sua percezione della morte, come quella di ogni bambino, confusa e quasi inesistente, gli causava un piccolo moto di tenerezza. Magari fosse sempre stato così...
Quando il giro finì, Will scese con un saltello dalla cabina, con un sorrisetto sdentato che solo un bambino di sei anni poteva mostrare.
-Ne facciamo un altro? Tanto il biglietto vale per 90 minuti!- chiese Mika speranzoso.
-Mmmpf...- fece un Andy dal colorito verdastro. -Non so te, ma io preferisco la terra alle vertigini.-
-Eddai! Tipregotipregotiprego!- chiese, esibendo un broncio adorabile.
-Sei veramente un bambino!- fece il biondo, condendo ogni parola con un pizzicotto.
-No, per favore, pietà!- rideva l'altro, contorcendosi. E mentre il bel greco era occupato, Mika ne approfittò per farlo saire di nuovo sulla cabina.
-Ho vinto io.- disse semplicemente.
Passarono gran parte del tempo tenendosi la mano e scambiandosi qualche bacio a fior di labbra.
-Ti amo, Mika. E appena sarai guarito, giuro che ti porterò di nuovo quassù e faremo gli idioti come sempre, ok?-
-Ok. Guarda che poi mi aspetto una serata delle nostre, eh!-
-Contaci.-
-La mia povera glicemia!- strillò Alex, facendo morire gli altri due dalle risate.
Appena terminarono il secondo giro, decisero di andare a mangiare qualcosa.
-Per il mio Forse Ultimo Pranzo, vorrei...voi cosa proponete?-
-Fast food?-
-Fish and chips?-
-Ci sono: un All You Can Eat!-
Ridendo si avviarono verso il ristorante più vicino, nel quale non si trattennero ed uscirono rotolando, praticamente.
-Non credo di aver mai mangiato così tanto.- confessò il biondo.
-E invece sì, alla cena di Natale con la mia famiglia, ricordi?-
-Hai ragione! Beh, oggi ho quasi battuto il record!-
Chiacchierando e camminando si ritrovarono vicino al Tamigi, al che Mika ebbe un'idea.
-Voi siete mai stati su un battello? Io ricordo che mia mamma mi ci portava, ma voi due...venite dalla Grecia, non so quante cose abbiate fatto qua!-
-Un giro in battello? Forte!- esclamarono i due in coro.
-E che battello sia, allora!-
Quella giornata era perfetta. Sorprendentemente splendeva il sole, non faceva troppo freddo e anche il fiume non sembrava troppo sporco.
Quando tornarono a casa di Andy, verso le sette di sera, erano tutti e tre esausti.
-Ok, io vado allora. Noi...ci vediamo domattina, ok?- disse Alex.
-Certo. A domani.-
Appena chiuse la porta, gli altri due si ritrovarono troppo presi a fare altro per mettersi a pensare all'operazione imminente.
Non fraintendete, non si abbandonarono ad una notte di passione. Le condizioni del riccio non lo permettevano. Ma passarono una notte intera a coccolarsi, baciandosi e stringendosi l'uno all'altro, come a rassicurarsi a vicenda.
L'ultima cosa che si dissero, prima di addormentarsi fu un tenero "Buonanotte", tipico di coloro che sanno che l'indomani si sveglieranno comunque accanto.
E Andy, mentre chiudeva gli occhi, pensò che Mika sarebbe sopravvissuto di sicuro. Sarebbe stato il loro lieto fine.Ok, salve a tutti! Ragazzi, ci siamo quasi, eh? Incredibile. Pensavo, se vi piace l'idea, potrei fare dopo l'ultimo capitolo ed i ringraziamenti vari, una sorta di "Making of" della storia! Niente di che, solo...io non so come voi l'abbiate vissuta, ma per me quest'avventura è stata molto importante, e mi farebbe piacere mostrarvela dai miei occhi. Ditemi cosa ne pensate, mi raccomando!
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Stardust || Mikandy
FanfictionMichael Holbrook Penniman Jr. è un ragazzo di 16 anni, paziente in fase terminale, con un grave cancro ai polmoni. Andreas Dermanis invece è un giovane infermiere di 23 anni, appena assunto, a cui viene assegnato proprio Michael. I due si innamorano...