Capitolo 8

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Nel giorno di Santo Stefano per gli Stabile era abitudine anda-re a mangiare a casa del fratello di Vincenzo:

«se siamo pronti possiamo andare» disse il medico;

«manca solo Viola» rispose Laura;

«Viola noi siamo pronti, scendi?» chiese il padre dal piano di sotto;

«no papà io non vengo» rispose la ragazza, che si trovava sulle scale;

«come sarebbe non vieni?»

«mi dispiace è che io... vorrei stare insieme ai miei amici»

«ai tuoi amici oppure ad Alessandro?»

«adesso sei ingiusto papà: se non ci fosse stato Alessandro non avresti fatto tutte queste storie!»

«non mi piace affatto come ti comporti ultimamente!»

«non mi sembra di comportarmi male... chiedo solo di poter avere i miei spazi!»

«né io né tua madre ti abbiamo mai proibito di uscire, ma du-rante le feste di Natale vorrei vederti con la famiglia!»

«infatti mi sembra di essere stata con voi dalla mattina fino alla sera di Natale!»

«prima di tutto sei tornata all'una e mezza del mattino, senza tener conto del fatto che noi aspettavamo te per aprire i regali, se poi tu 'dormire' me lo chiami stare insieme?!»

«per quanto mi riguarda non meriti neanche una risposta!»

«per quel che riguarda me, visto che oggi ci tenevi tanto a stare a casa, allora restaci!» Viola guardò suo padre negli occhi senza dire una sola parola, quindi salì in camera sua, «andiamo che facciamo tardi» concluse Vincenzo; quando Vincenzo e Viola discutevano erano scintille, nessuno poteva intromettersi, tan-tomeno Laura o Giovanni.

Viola prese lo smartphone e aprì whatsapp, trovando Eleonora in linea... si sfogò con l'amica: parlarono per circa mezzora, poi furono interrotte dal suono del citofono e Viola pensò che fosse suo padre, che era venuto a controllarla, ma quando aprì la porta rimase sorpresa, «mi mancavi ed eccomi qui» disse Alessandro.

La ragazza fece scattare il cancello e andò incontro al giovane, quindi i due si scambiarono un bacio:

«visto che è una giornata di festa che ne dici di mangiare insie-me?» chiese lui, ma notò lo sguardo triste di Viola;

«che c'è? come mai neanche una parola?»

«è che... sono in castigo e non posso uscire»

«in castigo?!».

Entrarono in casa e sedettero sul divano:

«già... lo so è ridicolo, non credo che ti sia mai capitato di avere una ragazza in castigo»

«beh... diciamo... alle medie?» disse ironicamente Alessandro;

«ecco lo sapevo, mi vergogno così tanto!»

«guarda che scherzavo! non voglio sentirti dire queste cose capi-to? guardami... voglio che ti ricordi molto bene di queste mie parole: io ho scelto di stare con te e non voglio nessun'altra, so-lo te».

Viola gli sorrise e si diedero un altro bacio, dal piano superiore intanto si sentiva "Come musica" di Jovanotti e, su quelle note, Viola e Alessandro si lasciarono andare ad un bacio e ad un altro e ad un altro ancora... erano sdraiati sul divano a baciarsi ed ac-carezzarsi dolcemente, finché la ragazza si ritrasse:

«ok mi fermo, scusa» disse Alessandro ed entrambi si risedettero composti;

«no scusami tu Ale, è che io...».

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