Capitolo 21

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Ad Arma di Taggia si stava celebrando una giornata molto importante: quella dei festeggiamenti per Sant'Erasmo; sul lungomare era stata allestita una fiera e per tutta la giornata, fino a sera, un via vai di gente avrebbe affollato tutti i banchi presenti. Nel pomeriggio, dopo la funzione nella chiesetta del mare, la statua del Santo sarebbe stata portata in processione, accompagnata dalla banda musicale, sino alla spiaggia dei pescatori, dove sarebbe stata poi accuratamente sistemata su un'imbarcazione e portata in acqua. Tutte le persone in spiaggia, al passaggio del Santo, come da tradizione, avrebbero fatto prendere il largo a dei lumini, che la sera avrebbero illuminato il mare in occasione dello spettacolo pirotecnico.

Durante la mattinata, Alessandro passò a casa di Viola per un saluto:

«ciao amore, sono passato a salutarti perché attacco il turno e quindi poi non possiamo più sentirci»

«hai fatto bene, perché volevo parlarti di una cosa»

«che coincidenza, anche io»

«allora prima tu, sono curiosa».

Alessandro spiegò a Viola che era sua intenzione andare in discoteca con i suoi amici e visto che da quando si erano messi insieme non erano mai usciti con loro, gli avrebbe fatto piacere se fosse andata con lui:

«ma è la sera di Sant'Erasmo: io e gli altri andiamo sempre in spiaggia, mangiamo lì e poi la sera guardiamo i fuochi d'artificio» spiegò la ragazza;

«ho capito non vuoi venire con me... ti va bene uscire solo se si tratta dei tuoi amici, ma esistono anche i miei di amici e questa volta non ci rinuncerò» disse con tono seccato Alessandro;

«questo non è vero»

«e invece si, ma ti avverto: qualunque stupidaggine abbia inventato la tua generazione, io questa volta non cambio idea!» affermò scontrosamente il giovane;

«stupidaggini?! sai una cosa? hai ragione, non voglio venire: preferisco godermi la serata con i miei amici e tu fa' ciò che vuoi!» rispose allo stesso modo la ragazza, che si voltò ed entrò in casa sbattendo la porta, mentre Alessandro rimase per alcuni secondi incredulo davanti all'abitazione, finché poi uscì dal cortile e s'infilò in macchina partendo in direzione di Sanremo.

Viola salì in camera sua e si sdraiò sul letto, ripensò alla parole di Alessandro e al suo comportamento: era riuscito davvero a ferirla... come aveva potuto dirle quelle cose? e soprattutto le aveva sempre pensate? ma i suoi pensieri furono interrotti da Eleonora:

«sei ancora a questo punto? guarda che gli altri ci aspettano!» esordì l'amica;

«sono pronta, andiamo» disse tristemente Viola;

«guarda che io sono venuta a prendere le mia migliore amica... sai quella sempre contenta di uscire e stare con gli amici... e non questo cadavere!» le fece notare Eleonora;

«hai ragione scusa»

«Ale ci raggiunge dopo?»

«no, Ale non viene!»

«come sarebbe non viene?» e Viola spiegò all'amica della discussione avvenuta tra di loro;

«ora capisco il tuo umore... alla fine il dottorino si è rivelato per quello che è»

«cioè?»

«uno stronzo!» esclamò Eleonora;

«ma non essere così ingiusta, un fondo di verità c'è: a me non va di uscire con i suoi amici»

«mettiamo un attimo da parte la mia antipatia per lui... va bene non ti va di uscire con i suoi amici, c'è qualcosa di male? ammetterai anche tu che è stato un gran cafone nel dirti quelle cose, nemmeno lo avessi sempre costretto a uscire insieme a noi: se non gli andava di farlo poteva dirlo subito»

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