Capitolo 7

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Ore ventuno, la giovane di casa Stabile diede una mano a ripulire:

«vai pure a prepararti tesoro» disse Laura;

«grazie mamma».

Viola salì di sopra, entrò in bagno e accese un piccolo stereo sopra la lavatrice, in cui introdusse un cd, quindi sulle note di "Hail holy queen" di Whoopie Goldberg, la ragazza andò sotto la doccia e si rilassò come non mai, tanto che quando ne uscì le sembrò di essere rinata; con indosso l'accappatoio rientrò in ca-mera sua e sedette sul letto, poi cominciò a passarsi la crema per il corpo. Quando ebbe finito, Viola rimise la crema a posto e in-cominciò a vestirsi: si tirò le autoreggenti nere dalle caviglie si-no alle gambe, indossò l'intimo bianco ed un lupetto dello stes-so colore, poi prese una gonna nera e se la fece salire dolcemen-te sino in vita; quindi sistemò la maglia a lupetto dentro la gon-na e chiuse la cerniera, prese un maglione color panna e se lo infilò sistemando il collo a barca, che le lasciava le spalle scoper-te.

Passò al trucco: andò in bagno e davanti allo specchio si spal-mò una crema per il viso, in modo che le facesse da base, poi si mise un filo di correttore sotto gli occhi per coprire le occhiaie, un po' di cipria su tutto il viso, per non avere il solito colorito pallido, e infine passò l'ombretto rosa sugli occhi... ultimò il tutto con del delicato rossetto rosa e del profumo.

Ore ventidue e quarantacinque, Matteo citofonò a Valeria, che dopo pochi minuti scese di sotto:

«auguri Matteo, stai molto bene» affermò Valeria;

«grazie anche tu, comunque è presto per gli auguri, non è anco-ra mezzanotte» e s'incamminarono verso la chiesa, chiacchie-rando sulla reciproca vigilia appena trascorsa.

Ore ventitre in punto, Alessandro e Lorenzo si trovavano ri-spettivamente uno di fronte a casa Stabile e l'altro di fronte a casa Del Vecchio:

«ciao Lorenzo, anche tu qui?» chiese Alessandro;

«eh sì, sono venuto a prendere Eleonora e tu sei qui per Viola?» disse Lorenzo;

«sì sempre che riesca a suonare, mi sento come un liceale al suo primo compito in classe» Lorenzo sorrise ed augurò «in bocca al lupo allora»

«crepi grazie» ribatté l'altro.

Lorenzo citofonò e rispose Raffaele, il papà di Eleonora:

«buonasera, vieni entra» disse Raffaele;

«buonasera signore, grazie».

La porta si chiuse alle spalle di Lorenzo, che si accomodò in salotto e si mise a chiacchierare con i coniugi Del Vecchio, in attesa di Eleonora. Il salotto, come del resto tutta la casa, era perfettamente in ordine e accogliente:

«posso offrirti qualcosa Lorenzo?» chiese Dora;

«no signora non si disturbi» rispose il ragazzo;

«prenditi almeno un cioccolatino»

«va bene grazie»

«eccomi sono pronta!» li interruppe Eleonora.

Eleonora era davvero graziosa... aveva un paio di pantaloni ne-ri dal taglio elegante, gli stivali, un maglione con colori pastello e del trucco leggero:

«noi andiamo ciao mamma e papà»

«va bene ci vediamo alla fine della funzione» affermarono i ge-nitori.

Eleonora prese il cappotto e lo indossò aiutata da Lorenzo:

«sono scontato se dico che sei davvero bella?» disse Lorenzo;

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