Chapter 2

4.9K 289 5
                                    

Chapter 2
Come avevo previsto, mi sono persa e in questa città non c'è neanche un'indicazione e sembra che le persone si siano disintegrate, ma dovevo aspettarmelo, sono le 11:00 del mattino ed è lunedì. Sbuffo e decido di entrare in un negozio per chiedere informazioni a qualche essere vivente. Entro nel primo negozio che vedo e non c'è nessuno.
«C'è qualcuno?». Silenzio, solo silenzio. Sbuffo e mi avvio verso l'uscita.
«Ehi. Ti serve qualcosa?». Oh, un essere vivente, finalmente. Mi giro e guardo la persona che mi ha fortunatamente prestato attenzione. È molto carina, magra, bassina e con capelli corti. Mi sorride ed il suo sorriso così vero mi spinge a ricambiare.
«Ciao. Mi sono appena trasferita e mi sono persa» ridacchio imbarazzata.
«Ah, di dove sei?» mi chiede, continuando a sorridere.
«Uh, vengo da Londra».
«Wow, ho sempre voluto andarci, anche se, ne sono sicura, soffrirei abbastanza il freddo» ride ed io la seguo.
«Oh, io mi dovrò abituare al caldo che c'è qui. Odio profondamente il caldo, mi rende molto più lunatica di quello che già sono e non è un bene» continuiamo a ridere ed io mi rendo conto che sono appena arrivata e ho già trovato un'amica, se così si può definire.
«Come ti chiami?» mi chiede.
«Mi chiamo Breath, Breath Moretz, tu?» chiedo di rimando.
«Breath..Respiro. Mi piace il tuo nome. Comunque mi chiamo Chloe Irwin» sorrido e mi chiedo perché non sia a scuola.
«Perché non sei a scuola Chloe?» le sorrido, per non sembrare un'impicciona.
«Oh, non c'era nessuno a controllare il negozio e, questa volta, è toccata a me».
«Comunque, hai ancora bisogno di essere accompagnata a casa?» mi chiede ed io le annuisco grata. Le dico la via e iniziamo a camminare. Sono stata così impegnata ad odiare questa città che non mi sono accorta di quanto bella possa essere.
«Beh, sono arrivata. Grazie mille, Chloe» la ringrazio.
«Di niente. Spero di rivederti, Breath. In che scuola ti sei iscritta?» mi chiede.
«A dir la verità, non lo so ancora, ma possiamo scambiarci i numeri, se vuoi, così appena mio padre me lo comunica, te lo faccio sapere».
«È ovvio, dammi il tuo telefono» rido per la sua vivacità. Non ho mai incontrato una persona così socievole e solare e soprattutto non ho mai incontrato una ragazza così socievole e solare che mi stesse simpatica. Solitamente le ragazze che sorridono sempre mi fanno venire la nausea, ma questa ragazza, al contrario, mi fa sorridere di rimando. Ho fatto un passo avanti. Datemi una medaglia. Io e Chloe ci scambiamo i numeri ed io rientro a casa, consapevole di dover sistemare la mia nuova stanza e di disfare le valigie. Entro in casa, ma non c'è nessuno, controllo in cucina e ci trovo un post-it. "Sono uscito a fare la spesa, Breath, non mi aspettare stasera. Cena di lavoro.
-papà". Siamo appena arrivati e già mi lascia sola. Gran passo in avanti. Sbuffo e decido di ordinare una pizza per cena. Controllo su internet il numero della pizzeria più vicina e ordino la mia amatissima pizza. Per non annoiarmi decido di chiamare Jess. Parliamo per un paio di ore e stacco quando sento il suono del campanello. Vado ad aprire, pago la pizza e decido di vedere un film. Mi sento sola, fottutamente sola. Succedeva anche a Londra, ma almeno c'era Jess che mi faceva compagnia. Finito il film controllo l'ora. 22:00. Sono solo le dieci, ma ho sonno, quindi mi ritiro nella mia tana.
Un rumore fastidiosamente familiare mi sveglia e ho bisogno di tutte le forze possibili sulla terra per non far finta di non averla sentita e ritornare nel mio amato letto. Mi alzo e mi trascino svogliatamente in bagno. Decido di farmi una doccia e appena sono vestita scendo in cucina, con l'intenzione di fare colazione, ma la fortuna non è mai dalla mia parte e mi accorgo che è troppo tardi per fare colazione. Sbuffo. Mio padre fa la sua entrata in cucina e mi saluta con un bacio sulla guancia.
«Buongiorno Breath. Pronta per il primo giorno di scuola?» sorride, ma non sono capace di ricambiare. Nuova scuola. Nuove persone. Chiunque altra ragazza sarebbe stata contenta al posto mio, ma io no. Amo Londra, nonostante tutti i brutti ricordi che vi si associano.
«In che scuola andrò?» mio padre si gira di scatto, sorridendo ed è quasi inquietante.
«Oh Breath, mi sono accertato di iscriverti alla scuola più prestigiosa di Malibú» lo guardo e mi sale la nausea. È così diverso. Non era mai stato così. I ricordi l'hanno ucciso. Non è più lo stesso. Prima gli importava che io fossi felice, che a me piacesse la mia scuola, ma adesso non più. L'importante è che vada nella scuola più costosa della città ed io non voglio. Non voglio essere come le tante ragazze ricche raccomandate. Ma non sono io a decidere, quindi dovrò farmelo piacere.
«Oh, dimmi dove si trova, ci vado a piedi» dopo essermi persa ieri, avrei chiesto volontariamente di essere accompagnata, ma il pensiero che, nell'auto, mio padre non avrebbe fatto altro che vantarsi di avermi scelto quella dannata scuola, mi ha fatto cambiare idea.
«Breath, non fare la stupida, ti accompagno io» sbuffo silenziosamente ed alzo gli occhi al cielo. I miei piani sono stati distrutti.
«Ok» sussurro stanca.
Prendo la borsa e prima di uscire controllo come mi sono vestita. Jeans a vita alta, canotta che arriva all'ombelico e all star bianche. Tutto normale. Come sempre. Esco di casa e mi infilo nella macchina di mio padre e prima che possa iniziare a parlare, infilo gli auricolari per essere impegnata quando vorrà vantarsi. Arriviamo nella mia nuova scuola e la mia mascella rischia di rompersi. Questa scuola è gigantesca e non posso fare a meno di notare tutti quei ragazzi californiani. Sarà un inferno. Me lo sento. Sospiro, mi faccio forza ed esco dalla macchina. Il mio primo pensiero è quello di scappare, ma appena noto tra la gente una ragazza minuta tra tutti quei ragazzi rilascio un sospiro che non sapevo di aver trattenuto. Mi faccio forza e vado verso Chloe, con la speranza che non si sia già dimenticata di me.

badness||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora