Chapter 3
Mi avvicino a Chloe e ad ogni passo l'ansia si fa sentire. Non sono mai stata brava nel fare amicizia con altre persone. Per considerare Jess la mia "migliore amica" ci ho messo più del previsto. Dopo pochi passi mi accorgo che non è sola e che è circondata da un gruppetto di cinque ragazzi. Ho voglia di scappare. Ho voglia di ritornare a Londra. Da Jess. Ho voglia di ritornare in quella odiosa scuola, ma non posso. Non più. Mi sveglio dalla mia momentanea disattenzione e sento qualcuno chiamarmi. Metto a fuoco e mi rendo conto che è Chloe. Gli altri ragazzi del gruppo mi guardano interessati e le mie guance si colorano di rosso. Chloe mi si avvicina e mi stringe in un abbraccio. Non sono mai stata abituata a dimostrazioni di affetto. Non ricordo l'ultima volta che mio padre mi ha abbracciato ed io e Jess odiamo immensamente abbracciarci ogni volta che ci vediamo. È per questo che è la mia migliore amica, se fosse stata un'amante degli abbracci, penso che avrei finto di avere un'infezione alla pelle facilmente trasmissibile. Quando Chloe si stacca, probabilmente consapevole che non avrei ricambiato in modo affettuoso l'abbraccio, mi guarda e mi sorride.
«Breath, che bello, siamo nella stessa scuola!» sorride entusiasta.
«Si» le sorrido impacciata.
«Vieni, ti presento i miei amici» e in quell'istante l'ansia che fino a qualche momento fa era scomparsa, si fa risentire, più forte di prima.
«Breath, lei è Camila» mi presenta ad una ragazza carina, bassina e molto magra che mi sorride affettuosamente. Oddio, sono sempre tutti dannatamente sorridenti e felici, ma ora come ora, non mi dispiace affatto. Ricambio il suo sorriso.
«Ciao Camila, sono Breath» faccio un sorriso tirato.
«E loro sono Michael, Ashton e Shawn» mi presenta a tre ragazzi molto carini.
«Ciao ragazzi» sorrido imbarazzata e scommetto che in questo istante sono rossa come un peperone. Non sono mai stata aperta con i ragazzi. A Londra c'erano alcuni ragazzi a cui piacevo, ma appena mi parlavano e si accorgevano di quanto impacciata e buffa fossi, la magia terminava. I tre ragazzi mi guardano divertiti ed io potrei sprofondare in questo stesso momento.
«Oh Dio» sussurro sempre più imbarazzata.
«Siete degli idioti» dice Chloe a bassa voce, ma riesco ugualmente a sentirla.
Prima che possa fare un'altra figuraccia suona la campanella e per la prima volta sento che la fortuna è dalla mia parte. Ma mio padre mi ha insegnato che non bisogna mai parlare troppo presto e infatti quando sto per entrare ufficialmente nella mia nuova scuola, una ragazza di cui non conosco l'esistenza, mi dà una spallata che mi fa cadere tutto ciò che avevo in mano.
«Se ti sei dimenticata come si cammina o come ci si mantiene in equilibrio ti posso aiutare eh» dico velenosa alla bambola abbronzata che mi ha spinta e che fino a qualche secondo fa stava ridendo con le altre oche.
«Cosa?» dice con voce così squillante che penso che il mio udito possa smettere di funzionare.
«Oh bene, hai anche bisogno di una visita all'udito?» le sorrido falsamente.
«Non ti ho mai visto qua»
«Forse perché sono nuova?» le domando sarcasticamente.
«Sono io a comandare qui. Stai attenta. In questa scuola, hai già iniziato male tesoro» mi sorride e sento che potrei vomitare.
Guarda con disgusto gli altri ragazzi e dopo aver catturato l'attenzione delle altre oche se ne va.
«Stai attenta Breath. Non è la prima volta che rovina la vita scolastica di una studentessa. Andiamo» la guardo interessata e spero con tutto il cuore che mi dica dell'altro, ma non è così e continuiamo a camminare verso la propria classe.
«Che hai alla prima ora?» guardo Chloe e mi accorgo che la sua serietà è completamente scomparsa.
«Uh, ho filosofia e poi teatro» le rispondo controllando il foglio che ho ritirato in segreteria.
«Ugh, io ho matematica alla prima ora. Ci incontriamo alla seconda ora, così andiamo assieme in teatro» mi sorride. Sono sul punto di dirle che non ho la più pallida idea di dove sia il teatro, ma mi trattengo e le ricambio un sorriso.
«Ah, bene. A dopo Chloe».
Entro finalmente nella classe di filosofia, dopo essermi persa per l'istituto.
«Cazzo» mi accorgo che la porta è chiusa e che la lezione è già iniziata da ben 15 minuti. Busso o salto la prima ora? Ugh, è il mio primo giorno di scuola, non posso.
Busso alla porta.
«Avanti» una voce infastidita e scocciata mi permette di entrare.
«Ah, lei deve essere la nuova arrivata» mi dice la befana che intuisco sia la professoressa di filosofia. La filosofia è sempre stata la mia materia preferita. Penso che cambierò idea.
«Uhm..si. Mi chiamo Breath Moretz» mi presento.
«Mh, okay. Puoi sederti all'ultimo banco. Affianco al signorino Hood» e dopo questa affermazione la guardo sarcastica.
«Che sarebbe?» le dico già esasperata e al limite della pazienza.
«Devo fare sempre tutto io?» sussurra la befana, dopo avermi accompagnata al mio banco.
«Sarà un inferno» mi siedo e sento una risatina provenire dalla mia destra.
«Prego?» dico al ragazzo alla mia destra che suppongo sia il misterioso 'Hood'.
«Cosa?» mi dice con un ghigno stampato sulla faccia.
Mi esce un sospiro e aspetto, aspetto e aspetto la fine dell'ora.
Sento il suono della campanella e penso che questo sia il suono più bello ed angelico che abbia mai sentito. Quando sto per uscire dalla classe sento che qualcuno mi prende per il polso e mi giro.
«Comunque, sono Calum» mi sorride il mio 'compagno di banco'.
«Mh, okay»
«Sai, sarebbe gentile da parte tua presentarti» si lascia sfuggire una risata e lo seguo.
«Sono Breath»
«Allora Breath. Che lezione hai adesso?» mi offre un sorrisino.
«Ho teatro» ricambio.
«Ugh, io letteratura inglese. Ci vediamo in giro allora. Ciao Breath»
«Oh, Calum, puoi solo dirmi dove si trova il teatro?» rido imbarazzata.
«Ti accompagno»
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badness||Cameron Dallas
FanfictionAmbiziosa, curiosa, attratta dall'oscurità, da ciò che non è in grado di capire, Breath, ama il mistero è tutto ciò che vi si associa, ma odia profondamente vivere nel passato e nei ricordi.. *parte della storia* «La piccola londinese odia Malibù eh...