Chapter 7

3.8K 255 4
                                    

Chapter 7
La piccola Breath ama vendicarsi.
Sono le nove di sera e siamo tutti ancora qui, in spiaggia, sulla sabbia, a ridere e scherzare. Non è così male, anche se a quest'ora, pochi giorni fa, ero con Jess, a discutere sulla tragicità delle nostre storie amorose.
«Ehi, sei distratta. A cosa pensi?» è Ashton in tutto il suo fascino.
«Oh, niente. Alla mia vita a Londra. Era tutto così diverso e semplice» sorrido amaramente ripensando a tutta la mia vita a Londra, a tutti i ricordi passati, belli e tragici. Nonostante non abbia passato dei momenti perfetti, la mia vita era lì, la mia migliore amica era lì, i miei sogni futuri si sono basati su quella città.
«Non ami particolarmente Malibú, vero?» aggiunge una risatina per sdrammatizzare.
«Mh, diciamo che non ho ancora trovato un motivo per amarla» rido e lui mi segue a ruota.
«Breath, domani facciamo una 'festa' tra di noi, in spiaggia. Ti va di venire?» si intromette Nash, facendomi illuminare con il suo sorriso al termine della frase. Perché sono tutti così perfetti qui? Ugh.
«Ehm..non so. Devo chiedere a mio padre» sorrido a mo' di scuse. In realtà, non è per mio padre. Anche se uscissi, non si renderebbe neanche conto di non avermi a casa. Non voglio andarci, a Londra, non ho mai partecipato a delle feste. È tutto così nuovo per me.
«Daii Breath. Ci divertiremo!» mi sorride dolcemente Camila.
«Ci penserò» restituisco il sorriso.
«Penso sia ora di andare, domani abbiamo scuola» mi alzo, pulendo i miei pantaloncini ricoperti di sabbia.
«Di già?» mi domanda Chloe.
«Devo. A domani ragazzi» porgo un saluto generale.
«Aspetta, le nostre case non sono distanti e sono molto stanco, vengo anche io» mi dice Cameron.
«Oh, che gentile, vuoi accompagnarmi?» dico chiaramente sarcastica.
«No, non ti sto accompagnando. Sto semplicemente andando a casa» mi sorride falsamente.
«Mh» dico disgustata.
«Ciao Breath, ci vediamo domani» mi dicono Chloe e Camila nello stesso istante.
«Uh, beh. Ciao ragazze» balbetto la frase, chiaramente spaventata dalla telepatia tra quelle due ragazze alias alieni.
Incominciamo a camminare e chiunque potrebbe cogliere la tensione tra me e Cameron. Quella voglia di ucciderci a vicenda non ci ha abbandonato, ma ci lavorerò su. Almeno io.
«Sarebbe gentile da parte tua dire almeno una parola per rompere il ghiaccio» e prima che possa parlare lo interrompo «Oh, perdonami. Non è nel tuo DNA l'essere gentile» comincia a ridere e la sua risata appare così bella, cristallina, angelica alle mie orecchie.
«Quanti anni hai Breath?» si gira verso di me non accennando neanche un mezzo sorriso.
«Tra pochi mesi sarò finalmente maggiorenne e potrò ritornare a Londra da sola, senza dover restare nella 'città delle Barbie'» calco l'ultima frase e ci aggiungo delle virgolette con le dita.
«'Città delle Barbie'. Sul serio?» si blocca e ride «sei così impegnata a criticare questa città, che non ti accorgi di quanto sia bella. Con tutto il rispetto, ma alle nove di sera, a Londra, non potresti rimanere in spiaggia con i tuoi amici» continua.
«Peccato, però, che non abbia amici qui» sussurro, speranzosa che Cameron non abbia ascoltato l'ultima mia frase.
«Se non fossi sempre così fredda e chiusa in te stessa, probabilmente, ne avresti invece» dice Cameron con un tono cattivo e irritato.
«Oh, se tutti sono come te, qui, preferisco assolutamente rimanere sola a vita» gli dico sprezzante e mi blocco, procedendo per la strada opposta.
«Non arriverai mai a casa seguendo quella strada, sai?» mi urla mentre io cammino spedita verso un luogo a me ignoto.
Sono le dieci di sera e sto ancora camminando. Mi sono persa, è ovvio e il mio telefono è morto. È il karma, lo so. Ho freddo, la temperatura è scesa di un po' e ho solo dei pantaloncini a vita alta, con il pezzo superiore del mio, ormai asciutto, costume. È tutta colpa di quell'idiota. Se fossi ritornata a casa da sola, non sarebbe successo nulla.
Stai zitta Breath. Avresti voluto che Cameron sonofigo Dallas ti accompagnasse. A costo di litigare per tutto il tragitto. Il mio subconscio si fa sentire e la mia voglia di picchiarmi é sempre più forte. Vedo una macchina in lontananza che mi si sta avvicinando e la paura si fa sentire. Accelero il passo e faccio l'indifferente, ma il mio eccellentissimo ed utilissimo piano per passare inosservata, non funziona. La macchina si ferma proprio affianco a me e manca poco ad un mio svenimento.
«Breath, non fare la stupida. Sali in macchina» non l'avrei mai detto, ma quella voce, anche se della persona più irritante al mondo, in questo istante è la mia preferita.
«Ti amo! Ti amo! Ti amo! Ti amo» mi blocco e riprendo la parola «anzi, no. Ti odio. Come ti è venuto in mente di lasciarmi lì? Da sola? Senza neanche seguirmi. Sai che sono a Malibú da neanche una settimana e mi lasci da sola per queste strade sperdute. E in più sono in costume. Chiunque avrebbe potuto stuprarmi, o peggio uccidermi. Oppure stuprarmi e poi uccid-»
«Dio, basta Breath. Ho capito. Adesso ti ho trovata. Non capisco dove sia il problema» urla al limite dell'esasperazione e stringe il volante, così forte da far diventare le nocche bianche.
«Uh, scusami» sussurro, ma Cameron non è intenzionato a rispondermi e riesco a capire che ribolle di rabbia, perché contrae la mascella e ha gli occhi così scuri e neri che mi fanno quasi paura. Arriviamo finalmente a casa mia e scendo dalla macchina. Busso alla porta di casa e nessuno mi risponde, riprovo per almeno altre venti volte, ma continuo a non avere risposta. Cerco nel mio pantaloncino le chiavi di casa, ma la fortuna non è dalla mia parte. Mi giro e Cameron è ancora lì e mi guarda divertito. Continuo a pensare che questo tizio soffri di bipolarismo. Ritorno alla macchina, anche se controvoglia e Cameron mi fa segno di salire.
«Mio padre non c'è, come sempre. Portami da qualsiasi parte. Sono stanca. Puoi anche lasciarmi al parco. Dormirò lì» affermo stufa.
«Non essere stupida. Vuoi che ti accompagni da qualcuno?»
«Chloe?»
«È da Camila» mi risponde immediatamente.
«Camila?»
«Non so come arrivare a casa sua, si è trasferita questo anno» mi dice.
«Sul serio?» rispondo stufa.
«Mh..che ne dici di venire da me? Non è un modo per provarci eh. Voglio solo cercare di essere gen-carin-. Ugh. Vuoi venire o no?» mi dice e penso che questa sia la domanda più difficile che mi abbiano mai fatto.

badness||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora