Chapter 6

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Chapter 6
Questo ragazzo mi rovinerà l'esistenza.
«Chloe, piccola Chloe» sorride sfacciato Calum.
«Calum» afferma fredda Chloe. Mi sfugge qualcosa..
«Okay ragazzi, Cameron e Nash sono capitani. Cameron, scegli» dice il ragazzo che prima ci ha invitato a giocare.
«Calum» sorride all'amico.
«Nash, tu?»
«La bruna» e dopo poco mi accorgo che si sta riferendo a me. Cameron gli lancia uno sguardo di fuoco e quando le squadre sono ormai al completo iniziamo a giocare. Sono super eccitata. Sono anni che non gioco a pallavolo e sono un po' ansiosa di scoprire se le mie abilità da schiacciatrice non mi hanno abbandonata. Siamo a metà partita e siamo in vantaggio di almeno dieci punti.
«Vi prego, datemi tregua» afferma un ragazzo che credo si chiami Taylor.
«Sei una schiacciatrice nata. Ci stai facendo vincere la partita. Come ti chiami?» mi sorride Nash.
«Mi chiamo Breath»
«Giochi a pallavolo?»
«Non più» affermo con un sorriso amaro ad adornarmi le labbra.
«Non ammetto repliche Breath. Smetterai di fare pallavolo. Che ti piaccia o no»
«Non puoi decidere per me papà. È la mia vita, il mio futuro. Non puoi impedirmi di giocare» gli dico ormai in lacrime.
«È deciso Breath. Fine della storia» mi dice indifferente.
«Sei un mostro. Ti odio. Ti sei dimenticato di avere una figlia? Dove è mio padre? Dove? Sei morto insieme alla mamma. Avrei preferito che ci fossi stato tu al suo posto!» urlo al limite della pazienza e al termine della frase la mia guancia brucia come il fuoco. Non è il gesto, non è tanto il dolore fisico, ma quello emotivo. Ho perso entrambi i genitori. Sono morti. Sono sola.
«Ragazzi, tutti in campo»
Poche ore dopo la partita è terminata e abbiamo vinto due set a zero. Nash non si trattiene dalla felicità e mi abbraccia facendomi mancare la terra da sotto i piedi. Sono sorpresa ed impacciata, ma sto bene, sorrido e finalmente mi sento a casa.
«Nash, non ci provare» urla Camila dall'altro lato del campo.
«Non oserei mai» dice Nash con un pizzico di umorismo.
«Stanne certo, non starei al gioco» ammicco scherzosamente.
«Se avete finito di provarci spudoratamente l'un con l'altro, andrei a fare un bagno a mare» dice infastidito Cameron. Questo ragazzo soffre di bipolarismo.
«Allora vai. Nessuno te lo impedisce» sorrido falsamente.
«Sei u-»
«Cam! Cam!» non riesce a finire la frase, perché una voce irritante e fastidiosa lo chiama.
«Uh, che bello. È arrivata la tua metà Cam» pronuncio il suo nome con una voce squillante, per imitare l'ochetta che si sta avvicinando a noi.
«Oh, ci sei anche tu» mi indica.
«Peccato che io non sappia neanche della tua esistenza» mento spudoratamente e sorrido falsamente.
«Mi chiamo Cindy, per tua informazione» mi comunica.
«Peccato, però, che nessuno te l'abbia mai chiesto» e dopo questa mia frase velenosa sento delle risatine da parte dei ragazzi e un 'vai Breath' da parte delle ragazze.
«Okay, donzelle, adesso smettetela. State rovinando l'atmosfera di calma che si era momentaneamente creata» dice Taylor sorridendo verso di me. Non ho mai avuto tante 'attenzioni' da parte dei ragazzi. É sempre strano. Certo, c'erano ragazzi che mi venivano dietro, ma appena mi conoscevano e si rendevano conto della mia goffaggine e del mio imbarazzo mentre gli parlavo, si allontanavano. Le mie storie 'amorose' non sono durate più di un mese.
«Che ne dite di un bagno a mare?» domanda Shawn a tutti e un 'sì' generale ci spinge verso le rive. Sono ormai le otto e il sole sta tramontando, tutti sono ormai in acqua, mentre io sono qui, sulla riva, ad ammirare ciò che mi è sempre stato nemico, ma in cui sono costretta a vivere. È un paesaggio così bello, così strano ai miei occhi.
«Perché non sei in acqua con tutti gli altri?» mi giro e trovo l'ultima persona che mi sarei aspettata di trovare. Cameron. Non mi guarda, guarda anche lui il paesaggio e posso notare che ad adornare il suo viso stupendo c'è un piccolo sorriso amaro.
«Non mi piace l'acqua» affermo con un mezzo sorriso e non guardandolo a mia volta.
«Come ci sei finita qui a Malibú? Non è il tuo posto. Si nota immediatamente» mi dice con un pizzico di fastidio che mi irrita ulteriormente.
«Ti è così complicato cercare di parlarmi dolcemente, o meglio, non avendo costantemente quell'espressione disgustata? Sto cercando tutte le mie forze per non abbandonarti qui ed andare in acqua e ti assicuro che non è una cosa carina, dato che ti ho appena spiegato che non mi piace il mare» finisco il mio discorso, prendo fiato e mi giro verso Cameron che in questo momento mi sta fissando con uno sguardo divertito.
«Ugh. Quale è il tuo problema?» smette di ridere e mi guarda.
«Tu, non è evidente?»
«Perché Cameron? Non mi conosci neanche. È tanto se mi hai vista due volte. Sei irritante, fastidioso e ti assicuro che l'essere bello non giustifica tutto ciò» gli dico.
«Sono bello?» mi guarda con un ghigno stampato in faccia.
«Sai una cosa? Vaffanculo!» dico al limite della pazienza.
«Che classe!» mi prende in giro. Sono sul punto di girarmi e picchiarlo, quando sento qualcuno prendermi in braccio, lancio un urletto ed inizio a muovermi come una piovra, nella speranza che quel cerebroleso mi lasci andare, ma, evidentemente, non è sua intenzione.
«CAMERON, GIURO CHE TI AMMAZZO. TI SPAPPOLO CON LE MIE MANI, ANZI, TI FARÒ MORIRE DI UNA MORTE LENTA E POI TI SEPPELLIRÒ VIVO. SEI UN COGLI-» non riesco a terminare la mia frase, perché ad accogliermi c'è l'acqua. Non ho mai avuto un buon rapporto con il mare. Esco dall'acqua tossendo e vedo che ad adornare le facce di tutti c'è un'espressione preoccupata, o meglio, di tutti tranne che dell'oca Cindy e di Cameron. Sono arrabbiata. Furiosa. Ma non devo farlo notare, quindi faccio spuntare sulle mie labbra un sorriso falso, mentre nei miei occhi si può notare voglia di vendetta. Oh, piccolo Cam, ti consiglio di stare attento, la dolce Breath ama vendicarsi.

badness||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora