Si svegliò di soprassalto, come se qualcosa dentro il suo corpo lo avesse punto all'improvviso nel mezzo di un sonno tranquillo.
Rimase in ascolto, in cerca di un rumore o qualcosa di sospetto.
La prima cosa a cui pensò furono i soldati. Lenx lo aveva avvertito che sarebbero arrivati presto, ma non credeva che lo avrebbero raggiunto quella stessa notte. Il suo cuore iniziò a battere più forte, finché in lontananza non sentì delle voci ed un cane che abbaiava.
Il suo terrore fu interrotto da una porta scricchiolante che si apriva alle sue spalle. Si voltò di soprassalto, notando con sollievo che era solo Lenx. L'uomo, vedendo il ragazzo già sveglio, gli ordinò: -Sbrigati, dobbiamo andare! –
Lenx si infilò di nuovo dentro la sua stanza, mentre Nolan si alzò dal giaciglio improvvisato su cui aveva riposato per poche ore. Non aveva nulla da prendere, forse una cosa veramente utile in quel momento era un po' di coraggio.
Naì uscì in silenzio dalla stanza, posando sul tavolo scricchiolante due grandi borse, stracolme di provviste, già preparate la sera precedente in previsione di una partenza improvvisa e furtiva come quella.
- Nolan! – lo chiamò Lenx, dall'altra stanza. Il ragazzo si fermò sull'uscio della stanza buia, quando sentì qualcosa colpirlo in pieno volto. Non era qualcosa di duro, ma anzi un oggetto leggero e morbido. Lo prese tra le mani, cercando di capire al buio che cosa fosse. Lenx arrivò con un piccolo lumino, e disse: - È un mantello. Mettitelo, o ti congelerai, di notte. –
Nolan obbedì e si infilò il mantello addosso, mentre seguiva Lenx nell'altra stanza, dove Naì stava radunando tutti i bagagli.
– Come fai a sapere che sono i soldati? - domandò il ragazzo, mentre aiutava gli altri a preparare gli ultimi bagagli. Nel buio Nolan vide scintillare tra le mani di Naì delle strane boccette, che poi furono subito inserite tra le borse.
- Il cane del nostro vicino non abbaia mai a noi del villaggio, - spiegò Lenx, - quando passiamo davanti alla sua fattoria. Abbaia solo agli sconosciuti. -
- E se fossero dei semplici viaggiatori? - chiese Nolan, cercando a tutti i costi una possibilità che non fosse l'arrivo dei soldati.
- Conosci qualcuno, a parte i soldati di Calculryng, che viaggia di notte in aperta campagna? – fece Lenx, ponendo fine alla ricerca di alternative del ragazzo.
Avevano esaurito tutte le possibilità: erano proprio i soldati, ed erano venuti per catturarlo. Non doveva farsi trovare. Ad ogni istante che passava Nolan sentiva crescere dentro di sé l'ansia. Le gambe gli tremavano incontrollabilmente e i suoi movimenti diventavano nervosi e frenetici. Cercò di calmarsi: doveva combattere la paura.
Naì porse a Nolan una delle borse da viaggio, ed il ragazzo la prese, ringraziando la donna con un leggero sorriso. Stava per voltarsi e avvicinarsi all'uscio della porta, quando lei lo abbracciò. Lo strinse forte a sé come se fosse stato suo figlio, e non un ragazzo incontrato solo poche ore prima.
– Porta a termine questo viaggio, Nolan... Sii coraggioso... – disse dolcemente la donna. Nolan non rispose, rimase solo immobile a godere del calore e della tenerezza che quell'abbraccio gli infondeva.
Lenx attese qualche istante osservando la scena, poi sbuffò, più preoccupato che seccato: - Naì, i soldati sono vicini. Dobbiamo fare presto. –
Nolan poté sciogliersi dall'abbraccio della donna, e le sorrise un'ultima volta, lasciando che fosse solo il suo sorriso a ripagarla di tutto l'aiuto che gli aveva dato. Poi si volse, e mentre si girava gli parve di vedere una lacrima scorrerle lungo la guancia.
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Atlas - Libro primo del ciclo degli eroi - Leggenda delle cronache di Kyia
FantasyCoraggio, lealtà e magia: queste le armi degli eroi. Segreti, inganni e malvagità: queste le armi dei loro nemici. Libertà oppressa dal male, pace sconvolta dalla guerra, fedeltà e valore sostituiti dalla corruzione e dal...