Capitolo 20: Il rifugio

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<<Note dell'autrice: questo capitolo è piuttosto lungo, ma se volete iniziare a capire qualcosa riguardo alla magia, vi consiglio di leggerlo. La vita da fuggiasco di Nolan finisce, la sua nuova vita da mago comincia. Quindi buona lettura! >>

All'alba, Handros era ancora accanto al fuoco, a fissare l'orizzonte illuminato dai primi bagliori di luce argentata del sole. Quando notò che Nolan lo stava fissando, il mago si avvicinò al fuoco e aiutò Lenx a preparare una colazione calda, mentre il ragazzo si alzava e svegliava i fratelli stanchi. Il pasto fu rapido: tutti avevano fretta di partire, ma Nolan più di tutti. Iniziare a far luce sulla sua magia era l'unica cosa che al momento gli interessasse: imparare ad usare la magia significava affrontare la Sfinge, e questo a sua volta significava ricevere informazioni su se stesso. Era come una catena fatta di anelli, che Nolan doveva iniziare a percorrere per raggiungere il suo obiettivo finale.

Una volta partiti, Handros guidò in silenzio la compagnia attraverso praterie sempre più disabitate e boschi sempre più fitti, in sella al suo possente stallone. Handros conduceva la compagnia con attenzione ed estrema sicurezza, dando l'impressione di conoscere quei luoghi perfettamente. Nolan era così immerso nelle sue fantasie riguardo alla magia che il tempo pareva correre e la fatica diminuire ad ogni passo. Viaggiarono fino a metà pomeriggio, accompagnati da un sole caldo e da un cielo sereno, finchè non raggiunsero un colle ripido ed occupato interamente da un unico immenso bosco.

- Siamo arrivati. – annunciò Handros. Senza dire altro, condusse la compagnia alle pendici del colle, smontò da cavallo e si inoltrò nel mezzo del bosco. Gli alberi erano fitti anche se per la maggior parte spogli, i passaggi stretti, il terreno brullo ed in salita, perciò la compagnia procedeva lentamente e con fatica, seguendo Handros con fiducia ed in silenzio. Nolan poteva ben immaginare perché non passassero soldati da quelle parti: accedere alla cima del colle sembrava un'impresa impossibile, e solo chi ne conoscesse i segreti sentieri poteva riuscirci.

Il bosco fino ad allora rimasto in penombra si aprì improvvisamente in un'ampia e verde radura, situata poco più in basso della cima del colle: gli alberi la cingevano in un ampio semicerchio, al cui centro si trovava un lago splendente ed abbastanza profondo, affiancato da un alto promontorio di pietra, dal quale precipitava dentro al bacino d'acqua una cascata meravigliosa.

- Noi staremo poco più avanti di qui. - disse Handros.

Superato il lago, costeggiarono il lungo promontorio di pietra lungo il quale scorreva il torrente che dava origine alla cascata. Dopo una strana gobba nella roccia del promontorio, Nolan e gli altri notarono una porta di legno massiccio scavata nella pietra, affiancata da una finestrella quasi invisibile. Handros sussurrò dolcemente qualcosa al suo cavallo, che immediatamente trotterellò via seguito da Tesper.

– Stanno andando alla stalla, non preoccupatevi. – li rassicurò il mago, senza curarsi dell'espressione incredula di Lenx. Si diresse verso la porta, e Nolan notò con stupore che mancava la fessura per la chiave. Il mago appoggiò lievemente la mano alla maniglia, la quale produsse un leggero bagliore luminoso, sempre del solito colore bluastro. Subito dopo, la porta si aprì.

- Questo è il mio rifugio. - disse Handros. - E questo è il mio modo per entrare: qualcuno può rubarmi la chiave, ma nessuno può rubarmi la magia. La porta riconosce solo il mio tocco e quello di coloro che sono miei amici. -

Nolan e gli altri rimasero in silenzio, non avendo mai visto nulla del genere. Handros li fece entrare, e un candelabro si accese ad uno schiocco di dita del mago, illuminando in un attimo la stanza. Un tavolo e delle sedie si trovavano al fianco di un caminetto, e una grande libreria occupava tutta la parete di fronte all'entrata del rifugio. Era stracolma di libri e pergamene, ingialliti dal tempo e sistemati alla rinfusa in tutti gli scaffali disponibili. Uno stretto corridoio si apriva lateralmente, con un paio di camere con dei letti e una piccola stanzetta chiusa con una tenda dove alloggiavano un bagno e, giù per una scala, quella che sembrava una cantina.

Atlas - Libro primo del ciclo degli eroi - Leggenda delle cronache di KyiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora