Capitolo 4: Sogni e previsioni

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<<Note dell'autrice: questo è forse il capitolo, dopo il primo, più importante per comprendere gli svolgimenti futuri della storia. Apparentemente le vicende potrebbero non colpirvi particolarmente per i loro significati o i loro sviluppi, ora. Ma vi assicuro che se continuerete a leggere arriverete a scoprire (insieme a Nolan, naturalmente) segreti scottanti che hanno la loro manifestazione e spiegazione in questo episodio, e non solo... Non vi rubo altro tempo. Buona lettura a tutti! L'autrice -Nolan4->>


Nolan chiuse gli occhi e si avvolse nel mantello con i brividi di freddo. Era stanco ed infreddolito, non credeva sarebbe mai riuscito ad addormentarsi, visto il luogo in cui si trovava. Non aveva importanza: desiderava solo un po' di pace, un momento in cui riflettere e respirare privo dalla preoccupazione e dall'ansia.

All'improvviso, un urlo tremendo e terrificante lo scosse, riecheggiando senza sosta nella sua mente.

- Hai sentito? – esclamò terrorizzato il ragazzo, scuotendo Lenx.

Il contadino corrugò le sopracciglia: -Sentito che cosa? –

- Quell'orribile rumore! Come puoi non averlo sentito? – continuò Nolan. Lenx rimase in ascolto per qualche istante, con uno sguardo confuso e stanco. Poi scrollò le spalle: - Io non sento nulla. – Detto ciò, si sdraiò e chiuse gli occhi, cercando di nuovo di addormentarsi.

Nolan rimase turbato a fissare la nebbia cupa tutta intorno a loro. Come aveva potuto Lenx non sentire quel terribile rumore? Era forse solo un'immaginazione del ragazzo? Nolan non sapeva come spiegarselo, tutto gli era parso terribilmente reale. Si sdraiò di nuovo, cercando di addormentarsi e dimenticare quella terribile giornata con un po' di meritato riposo. Il tempo passava, voleva dormire, ma non ci riusciva... quella nebbia gli impediva di vedere, di capire, di ritrovare la tranquillità...

Il vuoto lo circondava, una fitta nebbia, come quella del giorno appena passato, lo avvolgeva. Il nulla, il silenzio e la penetrante desolazione di quella terra vuota erano tutto ciò che Nolan sentiva dentro di sé.

Chiamava Lenx, ma lui non gli rispondeva. In realtà, Lenx non era più al suo fianco, era scomparso nel nulla, e in quella nebbia così densa era impossibile trovarlo. Nolan era sommerso dal panico, dal terrore di rimanere da solo in quel luogo senza forma e pieno di solitudine. Urlava disperato il nome di Lenx, ma la sua voce era come uno stridulo bisbiglio, che persino Nolan faticava a sentire. Correva, ma era come non andare da nessuna parte, perché tutto attorno a lui non vi era altro che oscurità e nebbia.

Poi, degli scricchiolii di pietra alle sue spalle richiamarono la sua attenzione. Si volse di scatto, scosso da brividi di terrore implacabili: era lì, davanti a lui, a fissarlo con quei putridi occhi gialli circondati da orribili tentacoli...

Nolan si alzò di soprassalto, il respiro strozzato dalla paura e la fronte madida di sudore. Si guardò attorno, come un animale in pericolo osserva con ansia attorno a sé, in cerca del nemico e dell'alleato. La nebbia lo avvolgeva ancora, ma Lenx era lì, al suo fianco, addormentato profondamente... Eppure, anche se il suo compagno era lì con lui, Nolan non riusciva a calmarsi. Che cosa gli era appena accaduto? Era stato un sogno oppure era tutto vero? Tutto gli era parso così reale, tanto da lasciargli ancora addosso un terrore profondo.

Improvvisamente un urlo mostruoso, angosciante e terribile, ruppe il silenzio nella pianura, facendo cadere Nolan a terra. Il ragazzo si sentì improvvisamente debole e allo stesso tempo ferito profondamente al petto, come se una lama affilata lo avesse appena trafitto. Nolan non riuscì a trattenersi ed emise un lamento di dolore tale da svegliare Lenx. L'uomo si volse in fretta e vide il ragazzo contorcersi al suo fianco. Domandò preoccupato e confuso: - Nolan! Che ti succede? Ti senti male? -

Atlas - Libro primo del ciclo degli eroi - Leggenda delle cronache di KyiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora