Capitolo XXXIV

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Volevo tornare da James per vedere mio padre e poter parlare con lui, ma Agatha non me lo permise, e nei mesi successivi rimasi presso Villa Royalts. Era stato un errore tornare lì.

Ero di nuovo Eloise, figlia di una schiava, la mia vita era tornata ai suoi primordi, dovevo eseguire, ubbidire e subire senza poter ribattere, ero quella alla quale nessuno prestava attenzione, quella che aveva rapporti limitati con i suoi padroni.

Vedere Luke ogni giorno, indaffarato con i preparativi del suo matrimonio e indifferente alla mia presenza, mi faceva male, molto male. Tra di noi c'era stato un passato, c'erano state delle cose, dei sentimenti che io credevo fossero veri. Ed ora? Ma tra di noi aveva sempre funzionato così: scappavamo l'uno dall'altra, quando l'uno cercava l'altro, questo fuggiva e viceversa. Ma quando avevamo bisogno di stare separati, i nostri cuori si ritrovavano e finivamo per compiere qualcosa di cui poi, inevitabilmente, ci pentivamo. Eravamo strani, noi due, tanto che cominciai a mettere in discussione ciò che tutti, invece, ritengono la cosa più importante della loro vita: l'amore.

Mancava solo un mese al matrimonio ed anche al mio compleanno. Odette aveva scelto come data lo stesso giorno e scommetto che la scelta non era stata affatto casuale. Voleva vedermi annientata e colpita a fondo, anche nel giorno dei miei diciotto anni. I diciotto anni sono per tutti un traguardo importante, a me era stata portata via la dignità, la voglia di crescere e adesso perfino l'umanità: io ero un vampiro.

Era una fresca giornata autunnale, mi divertivo a guardare le foglie cadere dagli alberi che pian piano stavano diventando nudi. Formavano sul terreno un tappeto di mille colori e i rami ballavano mossi dal vento una danza che gli uomini non possono capire. Ed anche se adesso ero un vampiro, restavo pur sempre un uomo.

Odette entrò a Villa Royalts tutta spedita, senza degnare nessuno di uno sguardo. Non che cercassi gli occhi cupi della rossa, non avevo alcuna voglia di guardarla e di osservare quanto la sua bellezza sapesse trafiggermi nell'anima. Ultimamente la vedevo fin troppo spesso. Non hai nulla da invidiarle, le parole di Logan allora mi sembravano così false, anche se sapevo che lui non mentiva. Me le aveva dette con il cuore, ma non era ciò che pensavo io.

«Agatha, Agatha!», la voce stridula della vampira rossa per poco non mi ruppe i timpani, si mise a girare per tutta la casa alla ricerca della donna. Quando si rese conto che l'immensa dimora era vuota, fatta eccezione per noi schiavi, si diresse dritta dritta verso di me, probabilmente per chiedere spiegazioni. «Dove sono tutti?»

Non c'era nessuno o, almeno, non dove potessero sentire le stridule grida di Odette. E bene; eravamo io e lei. «La famiglia è impegnata in un banchetto» risposi gelida, senza prestarle alcuna attenzione.

Probabilmente ne fu offesa, poiché mi guardò con sufficienza dall'alto al basso, volendomi dimostrare quanto fosse superiore a me. Già era più alta di qualche centimetro, poi ogni volta indossava dei tacchi vertiginosi, che la rendevano più alta persino di Luke. Quel giorno aveva un paio di stivali al ginocchio, completamente neri in pelle, che si congiungevano a una minigonna larga, in stile scozzese. «E tu? Perché te ne stai qui con le mani in mano?», scrollai le spalle, non avevo nulla da fare e mi ero posta all'entrata, a controllare le persone che arrivavano, nel caso in cui ce ne fossero state. E la vampira rossa era una di quelle. «Mi hai vista arrivare e non ti sei nemmeno preoccupata di farmi un inchino o domandarmi se volessi qualcosa.»

«Vuoi qualcosa da mangiare o da bere?»

A quel punto la vidi sbuffare, quasi disgustata, così mi lasciai sfuggire un sorrisetto soddisfatto. «Volete, vo le te. Dimentichi che sono una tua superiore.»

«Superiore in altezza, non per altro», ribattei stizzita. Non mi piaceva essere sottomessa da lei, potevo accettare che lo facessero i miei padroni. Ero abituata, lavoravo per loro da una vita. Ma non lei, lei non meritava il minimo rispetto.

Eloise - Figlia di una schiavaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora