Eloise - Figlia di una schiava

Capitolo XXXV

«Ero andata lì per poter vedere mio padre, ma questo lo sai già, come sai anche della proposta di James, ne abbiamo già parlato», cominciai, sedendomi sul pavimento freddo e poggiando la schiena al legno della porta. Adesso che ero un vampiro non soffrivo più il freddo, era il fuoco a spaventarmi, e il sole. «Lui mi ha stuprata, una sera, era ubriaco, si è nutrito di me e per poco non mi ha prosciugata, solo dopo mi ha donato il suo sangue. Mi ha quasi uccisa, mi ha annientata, si è preso qualcosa che non gli apparteneva. Non è stata una scopata divertente, non l'abbiamo voluta entrambi. Credi davvero che ti avrei tradito, Luke? Tu lo fai sempre, tu stai per sposarti» rimasi un attimo in silenzio, mentre le lacrime cominciavano a scendere sulle mie guance «Eppure non m'interessa, non c'è nessun altro ragazzo che possa farmi sentire come fai tu. E quel bacio, nemmeno quello l'ho voluto io. Me l'ha dato e basta. Ho conosciuto il perdono e so che James è realmente pentito, per quella notte, con me si è mostrato gentile e affabile. Ed io... io non l'ho perdonato davvero, Luke. Quello che lui ha fatto, mi ha marchiata dentro. Lo porterò con me per tutta la vita. Ma ora non posso, non posso vendicarmi... eppure, so che arriverà il mio momento.» Non ottenni risposta, passarono interminabili minuti ma Luke non mi aprì. «Ti dirò una cosa. Un segreto, che spero rimanga tra noi» poggiai una mano sulla superficie lignea, nella speranza che anche lui facesse lo stesso «Io credo... ecco, io credo che mi sto innamorando di te. Non ne sono ancora certa, ma probabilmente è così? Tu lo conosci l'amore? Cosa credi che sia? Forse quel sentimento che...»

Non riuscii a finire in tempo la frase, che la porta si spalancò. Io ero rimasta in ginocchio e subito mi alzai, ritrovandomi il biondo davanti a petto nudo. Una visione paradisiaca.

Mi prese per le braccia e mi attirò a sé, poi chiuse la porta e finalmente mi baciò. Mi erano mancate quelle labbra più di ogni altra cosa al mondo e subito ne assaporai il delizioso sapore. Finalmente erano di nuovo mie.

«Io non so cosa sia l'amore», mormorò al mio orecchio, interrompendo quel meraviglioso bacio «I vampiri non provano questo genere di sentimenti. Però forse tu potrai aiutarmi a scoprirlo.»

E di lui, mi era mancato tutto.

•••

Quella sera, quando bussarono alla porta, ero io a dover fare quel turno, a dovermi occupare di chi entrava ed usciva dalla Villa, dalle venti a mezzanotte.

Ma mai mi sarei aspettata di trovarmi davanti proprio James, seguito da Françis e Oscar. A primo impatto rimasi totalmente sorpresa, poi mi fiondai fra le braccia dei due senza pensarci su due volte. Passammo così diversi minuti, stretti in un abbraccio familiare di cui tutti e tre avevamo bisogno. Erano mesi che non ci vedevamo e non avevo ancora avuto l'occasione di parlare con mio padre.

Il vampiro dai capelli scuri tossì ed io gli rivolsi un fugace sguardo, staccandomi un attimo dalla mia famiglia. «Oh, ma ciao anche a te Eloise, che piacere rivederti. Grazie per avermi portato qui tuo padre e il tuo fratellastro», commentò sarcastico con un leggero sorrisino sulle labbra.

«Grazie James» mormorai semplicemente, ma vidi il suo sguardo incupirsi e mi girai anch'io.

Immaginavo che Agatha sarebbe venuta non appena avesse sentito il campanello e delle voci, infatti eccolla lì, con una camicia semitrasparente che non lasciava molto all'immaginazione.

«Cosa succede qui?», domandò subito, posando lo sguardo su tutti i presenti e soffermandosi in maniera particolare su Françis e Oscar.

«Buonasera zietta», la salutò James, superandomi e andandole incontro, per poi porsi proprio affianco a lei «C'è un detto che dice così: Se Maometto non va alla montagna, allora sarà la montagna ad andare da Maometto. Ho portato ad Eloise la sua famiglia, credo le faccia bene chiarirsi con suo padre.»