Capitolo XL

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Il telefono di Odette squillò. Era seduta nei sedili posteriori della sua limousine, di un colore strano quanto raro: rosa cipria. L'aveva fatta dipingere per l'occasione e poiché quella macchina era soltanto sua, non aveva arrecato danni a nessuno.

Suo padre si trovava proprio accanto a lei, intento a sfogliare le pagine di un quotidiano mentre l'auto procedeva verso la Chiesa. La vampira dai capelli rossi chiuse la cipria con la quale si stava ritoccando gli zigomi e accettò la telefonata, portandosi il cellulare all'orecchio. «Agatha. C'è qualche problema?»

«No, nessuno, io e Luke siamo qui, anche gli altri. Manchi soltanto tu.»

«Sì lo so», affermò Odette annoiata. «Una sposa deve farsi attendere», poi accavallò le gambe lunghe e sode, i piedi infilati in un paio di décolleté bianche con il tacco a spillo punteggiato di brillantini, penzolarono nel vuoto. 

Agatha sbuffò. Avrebbe potuto scegliere anche una nuora più gentile; però quella donna, era intelligente e maligna quasi quanto lei. «In realtà mi sono dovuta occupare di una piccola questione, che non avevamo considerato.»

«Ovvero? Cosa succede?» domandò la vampira più giovane allarmata. Quel giorno doveva essere memorabile, al punto che tutti ne avrebbero dovuto parlare durante gli anni. Come se si fosse trattato di una guerra, una pace, un trattato, una rivoluzione, un avvenimento capace di cambiare il corso degli eventi storici.

«Quando gli altri sono arrivati qui con la limousine, Philip mi ha detto che James e Logan sarebbero andati a prendere Eloise. Ti rendi conto?» sbottò Agatha «Noi ci eravamo messe d'accordo con Detlef perché la lasciassero a piedi e lei si era accordata con i suoi amichetti alle nostre spalle.»

Odette era alquanto stufa di quella ragazza. Ma ormai era fuori gioco, di cosa si preoccupava la madre del suo sposo? «E tu, cos'hai fatto?» domandò alla donna, sperando che si fosse occupata lei della faccenda.

«Ho ritardato il loro arrivo. Ma prima o poi passeranno per la Villa.»

La rossa sorrise vittoriosa. Non importava, lei aveva le streghe dalla sua parte ed Eloise era bloccata da un incantesimo che nemmeno Agatha conosceva. «Non temere, ho tutto sotto controllo.»

«Mi hai dato solo delle direttive, Odette, però ancora non ho ben capito cos'hai fatto», spiegò la vampira più anziana, che non riusciva a capire. La donna se n'era uscita dicendo che si sarebbe occupata lei di tutto e così aveva fatto realmente. E ad Agatha non piaceva affatto essere tagliata fuori in quel modo, lei era troppo abituata a dirigere i fili, il ruolo di co-protagonista non le apparteneva.

«Tu non preoccuparti, sappi solo che sto arrivando e che Luke cadrà letteralmente ai miei piedi, quando mi vedrà così bella e smagliante. A presto.» E così riattaccò la telefonata, senza attendere alcuna risposta. 

Suo padre la osservò per qualche minuto e lei ricambiò lo sguardo, finché alla fine non fu lui a cedere. «Sei tutta tuo padre.»

Non poteva esserci complimento migliore per Odette, quell'uomo era sempre stato la sua fonte di ispirazione, la sua icona e il modello che desiderava seguire per tutta la vita. Lui era arrivato in alto, era sempre stato un vincente e non aveva di certo ottenuto i suoi successi con bontà e correttezza, loro due avevano lo stesso carattere ed era per questo che andavano così d'accordo. Sua madre era diversa, più malleabile e tranquilla, ma non aveva alcuna voce in capitolo nella famiglia. Comandavano padre e figlia, nessun altro. Subito lo abbracciò, era l'unica persona con la quale si era sempre sciolta, l'unica persona che avesse mai amato.


*   *   *   *   *   *

Luke camminava nervoso da una parte all'altra della navata centrale della Chiesa, ripercorrendola infinite volte. Aveva guardato tutti gli ospiti presenti, ma di Eloise nemmeno l'ombra. Se la ragazza aveva deciso di non andare al suo matrimonio, lui lo capiva, non doveva essere facile per lei sentire il fantomatico "sì, lo voglio" rivolto ad un'altra donna dopo che si erano dichiarati l'uno all'altra ed avevano trascorso la notte insieme. Ma lei gli aveva promesso che ci sarebbe stata, che l'avrebbe supportato da lontano e non vederla negli invitati era troppo. Non sembrava affatto preoccupato per il ritardo di Odette, motivo che avrebbe giustificato la sua agitazione, anzi, se alla ragazza fosse accaduto improvvisamente qualcosa e non si fosse presentata alla cerimonia, lui ne sarebbe stato particolarmente entusiasta. Magari non si sarebbe presentata, magari lui non si sarebbe sposato, magari sarebbe stato felice ancora per un po'.

Eloise - Figlia di una schiavaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora