Era impossibile distinguere i suoi lineamenti con la flebile luce che emanava quel vecchio lampione.
Un altro sasso raggiunse la mia finestra e il mio nervosismo aveva superato, di gran lunga, il mio livello di sopportazione.
Aprii la vetrata di scatto, preparandomi a urlare contro quel ragazzino. Ma ancora prima di dare aria ai polmoni, il respiro mi si mozzò.«Finalmente. Pensavo di rimanerci tutta la notte» quello che prima consideravo essere un ragazzino, parlò facendomi rimanere sconcertata.
Ironia del destino: l'ultima persona che avrei voluto vedere in quel momento, si trovava invece sotto la finestra della mia stanza, disturbando il mio sonno.
«Come hai saputo dove si trovava la mia casa?» chiesi.«Ti ho seguita» ammette passandosi una mano tra i suoi capelli e, anche se non riuscivo a vedere il volto, sapevo benissimo che aveva la sua solita espressione beffarda stampata in volto.
A volte non servono particolari conoscenze per giudicare una persona.
«Cosa vuoi?» gli chiesi cercando di essere più fredda possibile.
«Hai dimenticato questo.» mi tirò un oggetto che cadde sul pavimento della mia camera per colpa dei miei riflessi troppo lenti.
Lo raccolsi e fui sorpresa nel vedere il portafortuna che mi aveva regalato mio fratello quando eravamo più piccoli.
«Grazie» dissi rotolandomi tra le mani quel portafortuna.«Vieni. Hai dimenticato un'altra cosa. Ma vedendo i tuoi riflessi, non credo sia il caso che te la lanci da qui»
«O-Ok» presi la felpa di Kayl che aveva dimenticato giorni prima nella mia stanza e la indossai sopra la maglietta troppo leggera per il clima esterno.
Cercai di essere più silenziosa possibile ma come sempre, la mia mancata delicatezza e attenzione, mi fece urtare contro un mobile provocando un rumore orrendo.«Cosa succede? Abby cosa stai facendo?» Kayl uscì e, sbadigliando, cercò di formulare una domanda comprensibile per quanto gli fosse possibile.
«Ho sete» dissi d'istinto, usando la prima scusa banale che mi venne in mente. Non rispose e tornò nella sua stanza, sbadigliando ancora una volta.
Feci un sospiro di sollievo e questa volta, con molta più attenzione, riuscii a raggiungere la porta di casa, che lasciai leggermente socchiusa.
Raggiunsi il giardino sul retro dove poco prima avevo visto Jonathan. Continuai a camminare fino a quando non fui bloccata per l'ennesima volta al muro di mattoni della casa.Sono sempre stata convinta che quel ragazzo si vedesse troppi film americani. Quella situazione sembrava proprio la scena di un classico film romantico, con l'unica differenza che noi non eravamo innamorati l'uno dell'altra. Io per prima non ci tenevo ad esserlo.
«C-Cosa...emh, cosa» non sapevo da dove iniziare, avendo come risultato diverse frasi spezzettate senza un senso logico che davano l'impressione della mia totale insicurezza. Provare a liberarmi sarebbe stato tutto inutile, di certo non potevo competere con la sua forza. I suoi occhi mi guardavano ed io abbassai i miei per cercare di non essere vittima di quello sguardo. Lo ammetto, per quanto potevo odiarlo, quegli occhi avevano una capacità innata di ammagliare. Sicuramente erano anche capaci di ottenere tutto ciò che volessero, ma non con me. Se voleva vincere, avrebbe dovuto usare tutt'altra strategia invece di un semplice sguardo.
Mi alzò delicatamente il mento per farmi portare gli occhi su di lui, ma continuai a guardare in basso. Si avvicinò pericolosamente alle mie labbra e di impulso cercai di allontanarlo.
Tutto d'un tratto si fermò, inarcando le sue labbra in un ghigno.«Facile» disse lasciandomi. Sentii le guance a fuoco e non ne conoscevo neanche il motivo.
«Cosa?» chiesi timidamente non capendo cosa intendesse con quella sua semplice affermazione.
«Sei una ragazza facile» continuò dandomi le spalle.
«Cosa? Non è vero. I-Io non sono una ragazza facile. Tu non sai niente di me e non ti permetto di giudicarmi» come si permetteva di giudicarmi? Come si permetteva di darmi della ragazza facile quando in realtà l'unica ragazza facile era la sua ragazza?
Mi sentii il sangue pulsare nelle vene e, se fino a quel momento ero riuscita a trattenermi, doveva solo che aspettarsi una grossa sfuriata da parte mia.
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I Need You. /#Wattys2017/
Teen Fiction"Cambiare vita" era quello il desiderio più grande di Abby Taylor. Una semplice ragazza che fu costretta a crescere velocemente pur di sopravvivere alla strana piega che aveva preso la sua vita. Amore, Gioia, Rabbia, Delusione, Invidia... Tutte em...