Capitolo 10.

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Quel fantomatico discorso? Era come lo avevo immaginato, in fin dei conti sia Jason e Kayl, per quanto mi riguarda, sono molto prevedibili. Kayl voleva sapere il motivo della mia scomparsa e anche dopo avergli spiegato con chi ero stata, ha continuato a parlottare. Jason invece, mi fece un interrogatorio per quanto riguarda l'argomento "dove ero stata e perché avevo fumato" minacciandomi anche di raccontare tutto a mio fratello come se non bastasse.

«Vogliamo andare?» mi chiese Clara guardandosi un'ultima volta dallo specchio in soggiorno. Dovevamo andare semplicemente al centro commerciale ma per lei ogni occasione era buona per essere impeccabile, non sapeva mai chi avrebbe potuto incontrare per questo doveva essere sempre perfettamente truccata e vestita.

Mi aveva invitato a una festa del suo istituto a cui avrebbero potuto partecipare anche ragazzi che non lo frequentavano. Per una volta accettai senza rifletterci due volte, avevo ancora troppo chiara la conversazione con Jason e volevo assolutamente rimanere sola per qualche giorno.

In meno di cinque minuti ci trovammo al centro commerciale che era colmo di persone di età più avanzata. Ci infilammo immediatamente nei negozi che più frequentavamo sapendo che sicuramente avremo trovato qualcosa.
Provammo molti abbinamenti tra gonne e pantaloncini ma anche vestiti dal più elegante al più semplice.
Alla fine optai per una gonna a vita alta e una maglietta bordeaux con le maniche a tre quarti e degli stivaletti dello stesso colore della maglia con qualche elemento in nero.
Clara invece decise di comprarsi un vestito nero a tubino con le maniche corte e il retro leggermente scollato, abbinato a delle décolleté nere.

Dopo aver pagato e aver fatto un ultimo giro per il centro commerciale, decidemmo di tornare a casa dove avremo mangiato qualcosa di pre-cucinato o da riscaldare al microonde.

«Allora?» mi chiese Clara mentre controllava la cottura delle patatine.
«Allora cosa»
«Con Jason. Come è andata?» non sapevo veramente da dove iniziare, avevo chiarito i miei dubbi ma ero troppo incazzata per quella sua "minaccia", le cose si erano risolte?
«Abby ci sei?» si mise davanti la televisione impedendomi la visuale e solo in quel momento mi accorsi che ero rimasta a fissarlo con il telecomando in una mano.

«Non ho più quei dubbi sul nostro rapporto però ieri sera mi ha minacciata, se così possiamo intendere, di raccontare a mio fratello del fatto che mi abbia beccata a fumare» iniziai a muovermi avanti indietro per la stanza e se non mi fossi fermata si sarebbe sicuramente formato un solco sul pavimento.
«Fumare? Cosa stai dicendo Abby?
Tu fumi?» fantastico come le avrei spiegato anche quello?

«Solo quando sono nervosa» non avevo il coraggio di guardarla negli occhi ma sapevo bene che espressione avesse, sapevo quale sarebbe stata la sua reazione e non mi serviva averla davanti agli occhi.
«Ma perché? Da quanto? Ti prenderà il vizio lo sai? E poi cosa succederà se...» la interruppi immediatamente con un verso di disapprovazione al che sospirò aspettandosi delle risposte da parte mia.
«Nell'ultimo periodo non riesco più a dormire bene e se per miracolo ci riesco mi sveglio subito dopo per un incubo. Non mi prenderà il vizio ne sono sicura.» conclusi.

Passarono attimi,secondi e minuti che parvero eterni. Alzai lo sguardo cercando di identificare il suo che risultava freddo e non lasciava trasparire alcuna emozione.
«Dimmi qualcosa ti pre-» venni interrotta da un suo abbraccio improvviso che mi riscaldò il cuore. Quell'abbraccio, in quel preciso momento, valeva molto di più di mille parole e discorsi di comprensione.
«Ti voglio bene» sussurrai.
«Anche io»

Sentii un odore strano che mi fece arricciare il naso e staccarmi dall'abbraccio. IL PRANZOO
«Cavolo Clara, il forno» urlai. Dopo qualche secondo di esitazione si risvegliò correndo verso il forno e tirò fuori quelle che sarebbero dovute essere le nostre patatine.
«Cibo d'asporto?» mi chiese imbarazzata.
«Direi più streetfood» Risi.

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