Una nuova alba colorava il cielo di rosa e giallo, sfumature ben diverse da quelle di un tramonto, ma che custodivano come quelle, un grande fascino. Un altro giorno era iniziato ed ero pronta ad affrontarlo con il mio insolito sorriso e la mente più riposata e rilassata. Mi svegliai con un forte senso di fame e con una voglia incontrollabile di dolci fatti in casa. Andai in cucina e ci misi tutta la mia pazienza, che non sapevo di possedere, per prepararmi una sostanziosa colazione.
Presi da internet la ricetta per fare i pancake e prima di mettermi all'opera, controllai se in casa ci fossero tutti gli ingredienti. Disposi sul ripiano della cucina tutto ciò che serviva alla preparazione: latte, farina, uova, zucchero, lievito e burro. Non mancava nulla all'appello, così mi rimboccai subito le maniche e mi misi a lavoro.
Mi sorpresi per la semplicità e la velocità della ricetta e mi ripromisi che avrei iniziato a cucinare più spesso.
Li deposi in due piatti in file da due con l'intenzione di condendoli uno, solamente con lo sciroppo d'acero, come voleva la ricetta tradizionale, e l'altro con la poca Nutella rimasta nel barattolo semi vuoto.Ero molto soddisfatta di me stessa e lo era anche il mio stomaco che sembrava non esserne mai sazio.
Una volta sparecchiato e ripulito la cucina da cima a fondo, andai in salotto per continuare la mia giornata.
Mi misi a leggere un romanzo che mi consigliò molto tempo prima, la mia insegnante di italiano delle scuole superiori. Non lo avevo mai letto prima di allora e rimpiansi la mia strana decisione, poiché era così travolgente che non riuscivo a fermarmi. Il libro in questione era Anna Karenina.
ed era un bellissimo romanzo ambientato nell'ottocento. Amori proibiti dovuti alla mentalità di quel secolo e la passione che ardeva all'interno del cuore dei personaggi, erano solo due degli aspetti che rendevano la storia tanto intrigante. Mi aveva colpito l'audacia della protagonista e fin da subito capii perché me lo aveva consigliato. Voleva che imparassi ad amare come Anna
e ad avere il suo stesso coraggio di
affrontare la vita e di innamorarmi.Il cellulare tintinnò, segno che era appena arrivato un nuovo messaggio.
Era Jonathan e solo allora pensai che non ci sentivamo dalla mattina precedente. Da quando se ne era andato per via dell'imprevisto, di cui non mi aveva voluto parlare, non ci eravamo più visti, ne tanto meno cercati."Verrò questo pomeriggio, fatti trovare pronta. Ho intenzione di portarti nel posto di ieri e non accetto un no come risposta"
Il messaggio di Jonathan mi aveva allargato il sorriso se possibile, e una sensazione di gioia si propagò all'interno del mio cuore. La sua determinazione si riusciva a percepire all'interno di quelle tre righe e non avrei mai pensato prima di allora che un messaggio potesse far trapelare così tante emozioni.
Si diceva sempre che le persone si nascondevano dietro lo schermo di un telefono poiché gli risultava più facile rapportarsi con le persone ed essere più dirette e meno timide, di come invece lo erano nella realtà. Anche io facevo parte di quel team e mi era sempre stato più facile sconfiggere la timidezza che mi aveva ostacolato per tutti gli anni di scuola superiore. Era incredibile come invece, Jonathan riuscisse ad essere se stesso anche dietro un telefono. Ed era altrettanto incredibile come riuscii ad immaginarlo mentre pronunciava quelle parole, con le mani nelle tasche dei suoi jeans e quell'odioso ghigno da strafottente stampato sulle labbra.
Digitai velocemente una risposta affermativa e, una volta premuto il tasto di blocco del cellulare, posai quest'ultimo sopra il tavolo di vetro del salotto.
Tornai a leggere il mio libro e non mi resi neanche conto del tempo che passò.
Due ore più tardi, a causa di un leggero mal di testa, fui costretta a chiudere il libro, non prima di aver lasciato un segno sull'ultima pagina letta.Notai a malincuore che all'arrivo di Jonathan mancavano poco più di quattro ore. L'idea di continuare a poltrire sul divano mi balenò in pochi secondi ma se ne andò alla stessa velocità in cui era arrivata.
Mi guardai intorno, pensando a qualsiasi cosa che avrei potuto fare. Pensai di riordinare la libreria o pulire la casa, ma entrambe le cose erano state fatte da Kelly prima che partisse. Iniziai a camminare nervosamente, passando da una stanza all'altra con la testa da tutt'altra parte e per poco non scivolai sul lucido pavimento della stanza a causa di una maglia buttata a terra. Solo in un secondo momento realizzai che la maglia in questione era la mia e che mi trovavo nella mia stanza. Guardandomi intorno, stentavo a credere che quella fosse davvero la mia camera e che tutto quel caos che regnava tra quelle quattro mura, fosse opera mia.
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I Need You. /#Wattys2017/
Teen Fiction"Cambiare vita" era quello il desiderio più grande di Abby Taylor. Una semplice ragazza che fu costretta a crescere velocemente pur di sopravvivere alla strana piega che aveva preso la sua vita. Amore, Gioia, Rabbia, Delusione, Invidia... Tutte em...