Capitolo 7.

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«Pensi di non provare più le stesse emozioni» mi interruppe Thomas.
Avevo deciso di raccontare tutto a Thomas e Clara, avevo bisogno di un consiglio e di dare delle risposte alle domande che avevo in testa. Eravamo seduti al tavolo della caffetteria, a sorseggiare un caffè, accompagnato da un crafen al cioccolato.
«Non penso, forse è solo un periodo no» iniziai a girare il cucchiaino all'interno della tazza cercando di dare una spiegazione più a me stessa che a Thomas che continuava a guardarmi con disappunto.

«La mia non era una domanda» constatò mordendo il suo dolce facendo un mugolio di piacere con tanto di espressione teatrale.
«Non so che fare» mi lamentai con la voce più straziata del mondo. Posai le braccia sul tavolo tra cui nascosi la testa iniziando a mugolare e sbuffare.
«Dedicagli un'intera giornata.»
«Non bastano tutte le sere che passiamo insieme?» magari era proprio quello il problema. Eravamo passati dal vederci una volta a settimana, al vederci tutte le sere. Forse era la sua insistenza che non mi faceva sentire più "libera"?
«Proprio per questo avete bisogno di un giorno intero da passare insieme facendo le cose che più amate e forse risolverai il tuo problema» disse Thomas pulendosi la bocca da tutti i cristalli di zucchero del suo dolce di cui ormai non ne era rimasta traccia.
«Provare non mi costa nulla» riflettei.
«Mi hai convinto. Passerò l'intera giornata con Jason e ti farò sapere come è andata»
«Potresti anche ringraziare» disse appena mi alzai dal tavolo pronta per mettere in atto il piano.
«Se andrà bene» risposi sorridendogli e in risposta alzò gli occhi al cielo borbottando qualcosa che non riuscii a comprendere.

Essendo sabato, Jason era sicuramente impegnato con gli allenamenti che sarebbero dovuti finire da lì a poco. Fortunatamente il campo in cui si allenava non era molto distante ed era facilmente raggiungibile anche a piedi.
Arrivai poco prima la fine degli allenamenti ed ebbi giusto il tempo di vedere un suo ultimo tiro che andò a segno.

Dopo aver salutato i suoi compagni prese la borsa in spalla e si avviò verso gli spogliatoi.
«Jas» lo chiamai agitando le braccia per attirare la sua attenzione. Si girò confuso ma appena guardò verso la mia direzione, fece un sorriso a trentadue denti posando la borsa a terra aspettando che lo raggiungessi.
«Amore, come mai qui?» chiese posando le sue labbra sulle mie evitando di abbracciarmi per via del sudore. Ma conoscendomi sapeva che io non ero una di quelle ragazze a cui dava fastidio un abbraccio in quelle circostanze.

«Ti va di passare la giornata insieme? Solo io e te» gli chiesi aspettandomi una risposta affermativa anche se la sua espressione assunse un non so che di strano, come se fosse stato preso alla sprovvista.
«Sarebbe fantastico» disse dopo un attimo di esitazione.
«Se hai altro da fare possiamo rimandare, non c'è probl...» posò un dito sulle mie labbra per farmi tacere prima di un mio attacco logorroico in cui avrei iniziato a blaterare senza sosta.
«Preferisco stare con te che con quei deficienti dei miei compagni» disse sorridendomi per poi lasciarmi un bacio sulle labbra.

Lo aspettai seduta su una delle panchine poste fuori gli spogliatoi per quasi mezz'ora. Quando si trattava di prepararsi Jason è sempre stato il più lento tra noi due. Molto spesso ero proprio io ad aspettarlo prima di un appuntamento.

«Finalmente» esclamai appena lo vidi uscire con la solita borsa posata sulla spalla. Indossava un jeans strappato blu e una maglia nera che gli fasciava l'addome con sopra una felpa aperta dello stesso colore.

Il piano era di andare al cinema, al ristorante giapponese e infine in discoteca. Erano tre cose che Jason amava fare nel tempo libero e che anche io avevo imparato ad apprezzare, di certo le mie preferenze erano letto, film o un libro, ma si sa... cosa si fa per amore?

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