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Quella sera non c'era un effettivo buon motivo per uscire di casa, ma Ashley sarebbe dovuto uscire ugualmente per colpa di uno stupido saggio di danza della nipote della cugina di 4^ grado da parte della sorella minore della madre .
Ashley lo sapeva che sarebbe stato un saggio di danza classica in cui avrebbe visto solo delle piccole bambine di 7 anni fare piroette, capriole mal fatte e magari qualche mossettina tutta impacciata che scatenava un'ondata di applausi per le carinissime bambine che sorridevano confuse dalla situazione, magari non capivano nemmeno cosa stavano facendo.
La serata si dimostrò tutto il contrario , le piccole bambine si esibirono per prime dando prova di come si potesse distruggere la leggiadria del balletto.
Irritato e piuttosto annoiato ashley osservava il palco vuoto su cui veniva allestito tutto per l'esibizione seguente, quando tutto fu preparato entrarono delle ballerine in tutù e cuffietta.
"Banali" pensò Ashley .
Quando tutte le ochette rosa di tulle furono uscite, la luce sparì lasciando il buio, il suono del fumo artificiale che si espandeva per il palco era l'unico rumore che si poteva udire.

Quando anche quest'ultimo rumore si spense una fioca luce illuminò la sagoma che al centro del palco si stagliava in controluce : alta , snella , fiera, così appariva la figura del ragazzo di capelli corvini che ora cominciava a muoversi immerso in tutto quel fumo.
Non c'era musica.
C'erano solo lui e il pubblico.
Ashley lo guardava incantato , era come se la musica la producesse il corpo stesso del ballerino, senza accorgersene Ashley si era alzato in piedi come a volerlo raggiungere.
Erano movimenti dolci e decisi, come se in quel momento stesse combattendo contro la cosa che più amava , soffriva , lo si percepiva a pelle, ballava per non pensare a nient'altro.
E tutto era silenzio.
Ogni cosa era ombra.
L'unica luce era quel ballerino che ora si era immobilizzato, aspettando lo spegnersi della sua luce e quando quella sfumò via Ashley cominciò ad applaudire , assorto ,ancora incantato da quelle mosse.
Pian piano tutta le gente presente seguì Ashley battendo forte le mani e aspettando che il ballerino tornasse sul palco per essere presentato , ma lui non tornò.
Dopo gli ultimi balletti, che non trasmisero nulla ad Ash ,la platea pian piano si svuotò e insieme alla gente che scemava compatta fuori iniziava il supplizio di Ashley.
Sua madre lo avrebbe tormentato fino a casa , forse anche oltre , con i suoi sospiri e i suoi stupidissimi commenti retorici; di questi commenti il primo di molti altri fu : " dio quanto vorrei avere avuto una bambina..."
Ashley si limitò ad alzare gli occhi al cielo, senza far caso alla madre.
Dopo che ebbero salutato la piccola bambina ancora in tutù, tornarono a casa e appena vi misero piede Ash corse nella sua camera e si chiuse a chiave dentro, questo per evitare che sua madre volesse scoparsi qualcuno nella sua camera.
Si addormentò facilmente, cullato dal dolce ricordo di quella danza sublime e così meravigliosa tanto da sembrare irreale.
La mattina dopo ash si era alzato tardi saranno state le 11 e ... e non lo sapeva la sveglia sul comodino aveva il display dei minuti rotto, poteva essere l'ora che pareva a dio, a lui non importava, scese giù con solo i boxer, aveva un fisico perfetto : le spalle larghe, il petto e gli addominali solidi e ben definiti, aveva la vita sottile e le gambe lunghe. Quella mattina su per le scale aleggiava un profumo di uova e pancetta che lo fece correre giù dove sua madre, per una volta nella sua vita ,aveva preso la decisione di fare il buon genitore.
Quando arrivò giù ,Ash si sentì percorrere dallo sguardo della madre, si voltò a guardarla e la vide mordersi il labbro.
"Non sono uno dei tuoi clienti." Disse acido mentre si sedeva e si ficcava in bocca la pancetta.
" Lo so tesoro ma... vabbe lasciamo perdere... ho grandi notizie!"
Ashley alzò solo la testa come a dire " okay parla ".
"Tra due giorni devi fare un audizione!" Disse felicemente la donna .
"puoi ripetere credo di non aver capito bene?" Ashley la guardava con aria scocciata.
" un audizione domani" ripete.
" domani ho altro da fare"
"oh scusa volevo dire dopodomani"
" non cambia anche dopodomani ho da fare" la guardò con freddezza.
" tu ci andrai e fine. Devi andare a scuola, o non potrai più vivere qui ."
"se non posso vivere quì in casa con una come te andrò a vivere da un altra parte" sentenziò con la bocca piena di uova.
" andiamo... ashy lo sai che io ci tengo a te... - gli si avvicinò e lo accarezzò- per favore... guarda che lo so che balli per le strade... cosa ti costa provare?" Disse in tono mieloso.
"non chiamarmi in quel modo e cavami quelle luride mani da dosso ,che tutti sanno a cosa le usi" Le scostò le mani, odia essere toccato da lei.
" non parlarmi in quel modo. È solo grazie a questa mani che non sei in carcere o in mano ai servizi sociali."
"cosa dovrei risponderti ? Grazie mamma che ti fai sbattere dal primo cazzo che trovi in giro ?"
" dovresti dirmi grazie mamma che ti sbatti per non farmi finire in riformatorio e mi lasci non andare a scuola perché fai sesso con quelli dell'assistenza sociale! Ecco cosa."
"Grazie mamma ...e bla bla bla" Ashley odiava i momenti in cui sua madre gli faceva notare che anche lei si odia per ciò che faceva, ciò non toglie che il suo lavoro fosse fare la puttana.

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