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Il primo giorno di scuola di Ashley non fu il tipico primo giorno che ci si aspetterebbe, la scuola di ballo aveva regole molto rigide e professori ancor più rigidi in quanto a farle rispettare.
Quando il nostro protagonista mise fuori di casa il naso per avviarsi a prendere il bus, si chiese per davvero perchè lo stesse facendo. Quella mattina pioveva a dirotto, il cielo era nero e le gocce cadevano fitte creando un muro così spesso che era impossibile vedere anche le macchine che passavano per strada con gli abbaglianti accesi. Nonostante tutto Ash uscì di corsa e si gettò sotto l' acqua coperto solo da un piccolo ombrellino pieghevole, che malapena gli copriva le spalle. A peggiorare la mattina di Ashley fu l' autobus: che decise di non passare, o se era passato di non fermarsi. Il moro imprecò guardando il telefono zuppo:era in ritardo. Corse a perdifiato verso la scuola, in realta correva in una direzione che per lui pareva giusta ma in quel momento voleva solo essere a scuola. Strano a dirsi per uno come lui , ma la situazione era piuttosto bagnata per pensare che la scuola fosse orribile.
Quando finalmente arrivò davanti al cancello della scuola erano le 8 e 24, mandò a quel paese l'ombrello e lo calciò via con fare furioso. Bussò alla porta sperando che qualcuno gli aprisse in fretta perchè la piggia si stava trasformando in grandine. Stette fuori ad aspettare per 10 minuti a prendere la grandine in testa quando ,finalmente, qualcuno gli aprì il portone lasciandolo libero di entrare e di riscaldarsi le ossa.
La persona che aveva aperto la porta, la chiuse facendo un gran baccano come se volesse attirare l'attenzione su di se, e Ash si voltò all'istante pronto a srotolare le sue mille scuse ,che per una volta avevano un fondamento, ad un qualche professore super incazzato.
"Che diamine! Odio questa porta, prima o poi la scardino e la brucio"
Ash alzò lo sguardo, sorpreso da quella voce così giovane e pimpante, pensava di trovarsi di fronte un professore mentre invece, si trovava faccia a faccia con un ragazzo alto e dal fisico magro fin troppo proporzionato, nonchè il portatore dei dread più lunghi che Ash avesse mai visto, gli arrivavano al polpaccio se non oltre.
"Oh, tu devi essere quello nuovo! Ciao, ti aspettavo" Disse con calma.
"Mi aspettavi?" Chiese Ash.
"Esatto! Ti aspettavo per farti fare il giro della scuola! Tieni prendi questo" Disse lanciandogli un'asciugamano .
Ash lo prese al volo e ringraziò.
"Bene,bene,bene... io sono Alister e sono in punizione, perciò ti mostrerò dove si tengono le lezioni e dove sono i bagni, ti farò vedere come muoverti per la scuola al meglio che potrò" Disse tutto con voce impostata, come se fosse la centesima volta che lo dicesse, magari era così.
"Prima di iniziare però ti serve un po di asciutto... dai seguimi!"
Ash lo seguì ridacchiando, mentre si asciugava i capelli. Si inoltrarono per la scuola deserta, l'unico rumore che si riusciva a sentire era il cigolio fastidioso delle scarpe zuppe di Ash, da alcune classi proveniva musica classica e da altre la voce di un professore che spiegava.
Alister camminava di fronte a lui strisciando i piedi sul pavimento di marmo intarsiato, Ash non sapeva se parlare o no, quando si era deciso a prendere in mano la situazione e parlare, Alister si fermò di fronte a quelli che Ash capì fossero bagni.
"Entra forza!" Lo incitò il ragazzo coi dread.
Ash entrò sorridendo storto ad Alister, che lo seguì a ruota. Dentro i bagni , che non erano semplici bagni c'era una di quelle cabine che si trovano fuori dalle giostre acquatiche nei parchi divertimento, di quelle che ti asciugano con l'aria calda. Per Ashley fu come un miracolo, non aspettò nemmeno un secondo e si buttò dentro la cabina a godersi il calduccio.
"Bello eh? è una di quelle cose che amo di questa scuola, beh... come ti chiami?" Chiese con un lieve imbarazzo.
"Oh, scusami, sono Ashley e grazie per avermi portato qui" La sua voce tremò sulle ultime parole come percorsa da un brivido.
"Di nulla! In ogni caso se sei chi penso tu sia sono davvero fortunato" Affermò orgoglioso.
"Perchè sei fortunato? Sono qui da soli pochi minuti e sono già il ragazzo più popolare della scuola?"
"No, non per questo, è per la tua audizione. Si dice in giro che sia stata fenomenale. Così esaltante e così diversa dalle altre che i professori che ti hanno visto ballare sono rimasti di pietra e non riuscivano a crederci." Disse in tono euforico.
"Ho solo ballato! Non ho fatto tip tap con le scarpe infuocate!" Protestò uscendo dalla cabina completamente asciutto e coi capelli cotonati, ritti sulla testa come gli aghi di un istrice.
"Beh in ogni caso mia zia ne ha parlato per settimane, così tanto che le è anadata via la voce, io e mia sorella non ne potevamo più!" Rise.
"Tua zia?"
"Sì quella nonnetta con gli occhiali a mezzaluna... viviamo con lei perchè i miei genitori sono molto indaffarati"
"Oh sì, mi ricordo! Beh che altro devo vedere ora che sono asciutto?"
"Prima di tutto l'armadietto, non è sempre comodo perchè a volte sei a fare lezione esattamente dall'altra parte della scuola ma per tenerci un cambio è molto utile, dimmi il numero!"
Ash gli diede il numero dell' armadietto e si misero a cercarlo , era piuttosto lontano da dove erano ma per sua fortuna Ash era in ottima compagnia,Alister era un oratore nato, sapeva rendere interessante persino gli scalini del quarto piano della scuola che avrebbero dovuto salire. Ash si sorprese di quanto quell' edificio fosse grande ed intricato, dopo la visita guidata i due si diedero appuntamento fuori da scuola, Alister avrebbe aiutato Ash a trovare una libreria che avesse i libri di testo che gli servivano a basso prezzo .
Le ore di lezione non erano poi così noiose come ash aveva immaginato, i professori vedendolo entrare lo salutavano calorosamente, lo facevano presentare e poi continuavano a spiegare imperterriti senza chiedere le solite cose da presentazione alla classe, Ash fu grato a tutti di non aver fatto domande: odiava dover rispondere a domande a tema personale.
L'unica che sembrava decisa a non lasciare in pace Ash fu l' insegnate di ballo classico, appena vide il viso nuovo di Asley gli fece il quarto grado di domande.
"Finalmente ti conosco giovanotto!" Aveva urlato creando l'eco nell' enorme sala da ballo.
"Ehm... piacere di conoscerla..." Borbottò imbarazzato.
"Su su non essere così timido! Pensavo che qualcuno che ha avuto la faccia tosta di fare un' esibizione di ballo con le scarpe da ginnastica per una scuola di balletto fosse più sfacciato!" Rise guardando gli altri ragazzi dietro di lui, che subito cominciarono a ridacchiare senza motivo.
Ash non capì e rimase in silenzio mentre quella donna smilza fatta solo di pelle e ossa gli girava attorno osservandolo incuriosita.
"Sto solo cercando di essere civile signora... o forse dovrei dire sinorina? Magari la fede l' ha solo lasciata sul comodino ..." disse Ash in tono di sfida.
Ora era la donna ad essere in spaventoso silenzio, spiazzata dal sarcasmo di quel ragazzo coi capelli corvini che ora sorrideva in un ghigno , come sapesse di aver vinto una battaglia.
"Signorina, sono la signorina Ann Boecume, sarò io a seguirti durante tutti gli anni che starai in questa scuola. Cerciamo di andare daccordo." Mente lo diceva si era avvicinata ad Ash fino ad essergli ad una spanna dal petto.
Lui aveva annuito e si era messo accanto al muro per mettersi le scarpette da ballo.
Erano assolutamente impossibili. Ash non riusciva nemmeno a camminarci, non aveva l'intenzione di ballarci e distruggersi i piedi per colpa di quelle! Durante una pausa Ash se le tolse e si rimise le nike.
"Solo per sapere signor Purdy... ha intenzione di andarsene?" Era intervenuta Boecume guardandolo grazie al riflesso dell' enorme specchio a parete.
"No."
"Allora perchè sta indossando le scarpe da ginnastica ora?"
"Non sono ancora abituato alle scarpette, posso tenere queste ?"
"In realtà no. Per me non andrebbero nemmeno portate ma siccome dicono che con quelle tu sia in grado di ballare tienile pure" Ridacchiò.
Ash si alzò e si mise in coda agli altri che facevano piroette, e la scena era molto curiosa: ragazzi e ragazze che facevano piroette sulle punte, vestiti chi in body ,chi con i pantaloncini attillati e poi c' era Ash, con le nike alte fin sopra la caviglia, i pantaloni militari extra large, la felpa legata in vita e la canottiera super larga che ad ogni giravolta lasciava vedere il suo fisico perfetto e snello. La professoressa lo fissava cercando di analizzarlo, carpirne i segreti e forse comprendere come potessero due nike dare più stabilità delle punte che lei tanto amava.
La musica su cui si stavano allenando a fare piroette si fermò sfumando leggermente, tutti si rilassarono e si avviarono alla sbarra, tutti tranne Ashley che era di fronte allo specchio e si fissava come non si fosse mai visto prima o come se si fosse appena reso conto che quel posto non era per lui, lui era una macchia di disordine in mezzo alla perfezione.
"Balla."
Ash si riprese dallo stato di trans in cui era caduto e si era voltato verso la voce.
"Balla, ho detto." Aveva ripetuto la Boecume.
"Signora io..."
"Fallo e basta sarà come una prova di inizio anno, devo solo vedere con chi ho a che fare... tutti l'hanno affrontata,metti della musica se vuoi ma balla."
Il moro avrebbe protestato ancora, non voleva sembrare quello nuovo super bravo che faceva sempre cose mitiche, anche se essere modesto non era mai stato il suo forte. Si decise per una canzone che spesso ascoltava in quel periodo, la fece partire e chiuse gli occhi.
Era un pezzo dolce ma allo stesso tempo sempre rock, malinconico, triste, arrabbiato, una di quelle canzoni che quando le senti ti fanno tornare in mente qualche episodio della tua vita che non era andato come volevi o speravi. Ash si muoveva per la sala sfruttando ogni nota ,ogni secondo, quando il ritornello partiva i suoi movimenti diventavano esplosivi e disperati, quasi a mostrare la sua tristezza per una vita che non voleva e non si meritava.

Chissà che cosa ricordò il modo di ballare di Ash a quell' ossuta donna, magari le aveva riaperto una ferita profonda e vecchia di anni, mai ricucita, forse quella ferita aveva ricominciato a sanguinare quando l' assolo di chitarra era partito e il ragazzo davanti a lei che si esibiva stava vorticosamente girando, ricordandole che lei non avrebbe mai potuto più danzare a causa di una di quelle meravigliose piroette. La ferita che quel giovane sfrontato le aveva riaperto aveva fatto filtrare luce nel suo cuore, si era resa conto che quello che danzava di fronte a lui aveva paura del suo giudizio, ma ci stava provando con tutto se stesso per stupirla, per trasmetterle la voglia e la sua stessa passione... li stessi che quando lei era caduta sul palco per colpa di una caviglia debole e tutt'ora poco forte,aveva perso, non si era rialzata, era rimasta a terra.
Non ci aveva nemmeno provato ad alzarsi.
Aveva pianto e piangeva anche ora, sforzandosi di continuare a guardare quel ballo straziante e che sapeva riportare alla luce il dolore.
La canzone finì mentre il suo allievo si inginocchiava a terra e piegava la testa come a chiedere perdono. Un perdono silenzioso e che alleviava il dolore.
Ash alzò lo sguardo e guardò i suoi compagni per primi, sperando che lo guardassero facendogli segno che era andato bene: ma nessuno mosse un muscolo.
Allora vide la sua dura e fredda insegnate in lacrime con le mani sul petto, la mascella serrata in una morsa ferrea e le lacrime che scendevano a fiumi sulle vuote guance . Provò compassione.
"Uscite ragazzi la campanella è già suonata da un po" Disse Ash ai suoi compagni, che si ripresero in un attimo dallo shock, erano rimasti così affascinati dal ballo di Ash che non avevano nemmeno sentito la campana.
Quando tutti furono usciti lui guardò la donnetta stretta nella morsa dei singhiozzi, non riuscì a dire nulla se non :

" mi dispiace ... per qualsiasi cosa sia successa...".

Okay I'm back! Scusate l'assenza ma lo studio mi ha sommersa :(
Spero il capitolo vi piaccia , la canzone su cui balla Ash è "picture perfect" degli escape the fate, se vi va sentitela, grazie infinite per aver letto!
Scusatemi se ci sono errori.

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