2 Giugno 2023, Roxenville
Parcheggiai davanti all'entrata della scuola ed Uscì in fretta dal pick-up.
Ero in ritardo anche oggi, avevo perso la cognizione del tempo quando ero andata a fare la spesa.
Ultimamente mi accadeva spessissimo.
Il cancello giallo e blu era spalancato ed entrai di corsa.
Avery, stava giocando sullo scorrimano della pedanda per disabili posta accanto ai tre scalini.
Come ogni volta che ritardavo, mi aspettava fuori. Stava facendo delle strane capriole e persi un battito quando la vidi a terra. Fortunatamente, si alzò come se fosse niente e tornò a girare intorno alla sbarra.
Quando mi vide, prese lo zainetto di spongebob, praticamente la sua vita, e mi corse in contro.
La sua coda bionda era malfatta e tutta arruffata.
Il grembiule rosa pallido era malamente sbottonato e i lacci delle sue scarpe preferite erano slacciati.
-Sono otto minuti. Stai migliorando. -
La presi in braccio e le schioccai due lunghi baci sulle guance sudate. Nonostante i suoi cinque anni, Avery era estremamente intelligente.
Odiava andare a scuola e non le piaceva stare sui libri(tale madre... ) Ma era più che ovvio che avesse un quoziente intellettivo più alto degli altri bambini.
-Mi farò perdonare. -
-Lo spero bene. -mi guardava con quei grandissimi occhi blu.
Ogni volta mi perdevo nei suoi occhi e dovevo sempre distogliere lo sguardo.
Erano uguali a quelli di Calum.
Le presi la mano e uscimmo dalla scuola.
Quando salì nel pick-up, si buttò nei sedile e dovetti ricordarle come ogni volta la cintura.
-Cosa avete fatto oggi? -
Avery sbirciava nella busta della spesa e sorrise quando vide le sue merendine preferite.
Si sciolse i capelli(odiava gli elascitici. Tale madre 2... ) e afferrò la merendina al cioccolato. -Non hai fatto merenda? - chiesi notando la foga con cui mangiava.
-Certo che si. -
Solitamente far mangiare i bambini era una grossa impresa. Ma con Avery no. Amava mangiare. Non c'era niente che non le piaceva, a parte forse qualche verdura, e mangiava sempre senza obiettare, molto più di quello che mangiavano i bambini normali. Aveva una passione per la cioccolata e i salumi(tale madre 3... )
-Stasera c'è zia Rhonda. -
Sbuffò e lanciò la carta in aria. -Uffa! -
-Ehi! Raccoglila subito! E smettila di lamentarti di Rhonda, ogni volta che viene ti porta sempre qualche regalo costoso. -
Sbuffò di nuovo e incrociò le braccia.
-Cucina sempre le verdure verdi! Io odio le verdure verdi! E poi non vuole che faccio niente! " Ver, non fare, Ver non fare quello! Ver mangia con la bocca chiusa! Ver non ruttare a tavola! -
Mi misi a ridere e ricevetti un occhiataccia.
-È solo un pò... -
-Scusa, e zio Evan? -
-Te l'ho già detto che è ancora troppo piccolo per badare a te. Già me li immagino voi due da soli... -
Evan, che era come un fratello per lei, era il miglior compagno di giochi che una bambina di cinque anni potesse desiderare. Ma aveva solo quattordici anni, e non era ancora in grado dì gestire Ver.
Non lo ero nemmeno io, figuriamoci.
Quella sera infatti dovevo lavorare come tutte le sere al Contry Den, e mia madre aveva il turno di notte, perciò non avrebbe potuto occuparsi di lei.
Mia madre, era come una seconda mamma per Avery.
Mi aveva aiutato moltissimo a crescerla, e senza di lei non ce l'avrei mai fatta.
Arrivammo a casa e Avery si fiondò in camera sua, facendo cadere distrattamente lo zainetto.
Mamma mi raggiunse in cucina per aiutarmi a sistemare la spesa.
-Anche oggi in ritardo? -disse cercando di nascondere il tono d'accusa.
-Otto minuti. C'era una fila enorme al centro commerciale.Sta sera viene Rhonda. -
-Oh, povera Avery. Hai chiesto ad Hailey? -
-Si, ma ha una cena di lavoro. Viene domani. -
-Domani non lavoro. -
-Oh, giusto. Bene. -
La mia memoria Stava davvero perdendo colpi. Stavo forse contraendo l'alzheimer precoce?
Mamma prese l'ultimo alimento della busta e si avvicinò, osservandomi con occhio furtivo.
-Tesoro, sei distratta. Avresti bisogno di un Po di riposo. Da tutto. -
Lo sapevo bene. La mia vita era diventata così monotona in così poco tempo.
Tra lavoro E Avery non avevo un pò di tempo per me, da ben cinque anni.
- Lo so mamma, ma che altro posso fare? Non posso permettermi di pensare a me adesso. Quelle sono le bollette? -
Mi avvicinai al tavolo della cucina, e presi tra le mani l'ennesimo sollecito di pagamento della luce.
-Merda. Se non paghiamo ce la tagliano. -
-Non preoccuparti. Domattina passo io in banca. -
-Ma posso andarci io, appena porto Avery a scuola poi... -
-No. La porto io Avery domani. Tornerai molto tardi anche stanotte, come sempre. Domattina non mettere la sveglia. Dormi, ci penso io. -
-Ma mamma... -
-Non discutere. -
Mi sorrise e uscì dalla cucina.
Non volevo che mia madre dovesse occuparsi anche di mia figlia, dopo che lo aveva fatto con me e Evan, e cercavo di preoccuparmi di tutto io, e questo comportava un enorme stress.
Entrai in camera mia e di mia figlia, più sua che mia, visto che la maggior parte delle volte per non svegliarla quando tornavo da lavoro dormivo con mia madre.
La camera aveva tutte le tonalità di rosa esistenti, e lei con il suo grembiule rosa pallido spiccava li in mezzo come un confetto.
Si tolse il grembiule e lo gettò a terra, come la maggior parte degli oggetti nella stanza.
-Dov'è Evan? -
Sussurò triste non notando il suo compagno di giochi.
-È al dopo scuola. -
-Mmh... -
Si sedette sul letto e mi misi affianco a lei.
Il suo sguardo cadde sull a foto incorniciata sul comodino.
Era l'unica foto di me e Calum. Io ero al suo fianco sorridendo e gli circondavo l'addome.
Sorrideva anche lui, fissando l'obbiettivo.
Quella foto ci era stata fatta da un fotografo ad una festa all'aperto in pieno giorno. Non eravamo vestiti da festa, e dietro di noi sorgevano le rive del lago di Roxenville.
Lui non voleva farla, ma dopo lunghe suplicche si lasciò convincere.
Era l'unico ricordo materiale che avevo di lui.
Ad Avery piaceva quella foto e la guardava spesso, molto spesso, la beccavo a fissarla per lunghi istanti, con chissà quali pensieri in testa.
-Pensi che gli sarebbe piaciuto giocare con le barbie al posto di Evan? -
Mi faceva spesso domande su di lui. Alcune strane, come quella, e altre scontate.
-Mmm... credo di si. -
-E quale Barbie sceglierebbe?-
-Non lo tesoro. -
-Forse... -prese una delle mille Barbie a terra. - Forse Barbie principessa invernale. - passò la mano sul suo bel vestito rosso brillante.
-Dici? -
-Si. Perché è la più bella. E poi.... è quella che ti assomiglia di più. Sceglierebbe quella che assomiglia a te, no? -
Le diedi una bacio tra i capelli e una lacrima mi scese tra le lacrime.
Vivere senza un padre era difficile, lo avevo provato sulla mia pelle.
E sapevo che Avery soffriva, pur non dimostrandolo.
Gli raccontavo sempre di lui. Di quello che faceva, di quanto era simpatico, di quanto ero innamorata di lui. Non le dissi ovviamente che aveva ucciso mio padre e che era un vampiro.
Ma Avery cresceva velocemente, e sapevo che non avrei potuto nasconderle tutte le verità per sempre.2 Giugno 2023, Virginia Beach
Rientrai a Mouseek Ville ancora bagnato.
La sabbia si sparpagliava per tutto il pavimento mentre salivo le scale. Il costume gocciolante era scomodo e volevo solo cambiarmi.
Mi tolsi le infradito e mi buttai sul letto della mia enorme stanza.
Da quando avevo lasciato definitivamente la mia famiglia e mi ero trasferito nella enorme Villa di mio nonno, Conte Ranieri Ancien, la mia vita era completamente cambiata.
Mio nonno stranamente mi aveva accettatto nella sua famiglia, nonostante mi avesse rinnegato insieme alla mia famiglia.
Il punto è che, non sapevo dove andare e sono strisciato dal burbero nonno nobile.
Mi aveva accettato dicendo che nonostante tutto il sangue blu scorreva nella mie vene io sarei diventato il suo erede al trono.
Troppo buono, pensai.
Ma mio nonno non è così. È un falso doppiogiochista in vita da chissà quanti anni, e c'è sempre qualcosa sotto.
Se volevo avere un tetto sopra la testa e il trono, avrei dovuto trovare moglie.
Era questo il suo fottuto piano.
Codardo qual'ero, accettai.
Ero qui da tre anni, e per quanto la mia Vita potesse essere invidiata e meravigliosa per via dell'enorme Villa in fronte mare, grandi ricchezze, amici a palate, e una Madison Peterson presto moglie, non ero felice.
C'era ancora qualcosa che mi mancava.
Sono andato via dalla Lisbona per iniziare una nuova vita, in America, mi sentivo un pò più vicino a lei.
Sapevo che avrei dovuta dimenticarla, ma tutte le donne che ho avuto negli ultimi anni non mi hanno aiutato.
Non ho provato a cercarla. Mi odiava e probabilmente si era già scordata di me.
Scacciai quei pensieri. Dovevo smettere di pensare a lei.
Qualcuno bussò alla mia porta.
Pensavo fosse un cameriere, ma quando vidi che la porta si aprì senza il mio consenso capì che era lei, la mia futura moglie.
-Quante volte ti ho detto ti aspettare un cazzo di "entra pure! "? -
Madison Peterson, figlia del Conte Jeffrey, mi sorrise maliziosamente e si avvicinò a me.
I suoi capelli castani oscillavano ad ogni passò e coprivano la sua scollatura.
-Anche quando saremo ufficialmente sposati dovrò bussare per entrare in camera nostra? -
Si sedette sopra di me, a cavalcioni e la sua minigonna salì lungo i fianchi.
-Sei andato a nuotare senza di me? -chiese notando il costume fradicio.
Non mi diede il tempo di rispondere che si fiondò sulle mie labbra.
Era insaziabile, certo, non che fosse una cosa negativa.
Il mio cazzo si risvegliò automaticamente al contatto della sua intimità scoperta.
Mi stesi sul letto e lei si adagiò sopra di me, abbassandomi il costume.
Stavamo assieme da un anno, e l'unica cosa che mi attrae di lei, è il suo corpo. È un insaziabile macchina del sesso, e penso che lei lo sappia.
Il suo scopo è essere l'erede dei Fisher.
Ed io non posso cambiare le cose.
Mentre Maddy si muove dentro di me, il volto di Winnie mi appare per l'ennesima volta.
Cerco di scaricarla chiudendo gli occhi, ma l'immagine si fa più vivida.
-Dai Calum, fai qualcosa! -ansima Madison muovendosi sopra di me.
Ma ormai il gioco è fatto.
La sposto da me, facendola cadere a terra.
- Ma che fai?! -
Mi rimetto il costume ed esco dalla stanza sotto lo sguardo furioso di Madison.
Ho bisogno di lei. La mia droga, il suo sangue. Ho bisogno di sentire la sua voce e il suo corpo sotto di me. Ho bisogno della sua bocca e delle sue carezze. Ho bisogno di amarla e ne ho bisogno ora.
Quando torno nella mia stanza qualche ora dopo la trovo fortunatamente vuota.
Prendo un piccolo borsone e ci infilò dentro i primi vestiti che trovo dall'armadio.
Dico al cameriere di preparare un'auto e lui annuisce.
Ho bisogno di lei.
Direzione : Roxenville.*//
Sono tornata prima del previsto! Spero che questo inizio vi piaccia, ci saranno tanti colpi di scena.
Baci,
Ali XOXOXO
STAI LEGGENDO
Vampire next door - Il risveglio delle tenebre
Vampire~Secondo libro della trilogia "Vampire next door"~ Sono passati cinque anni dalla partenza di Calum. Winnie, premurosa madre single, mantiene la figlia con un lavoro che non la soddisfa, arrivando faticosamente alla fine del mese. Il dolore che le...