14. Il ballo in maschera

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Lo sformato di patate di Carly era delizioso, come tutto quello che preparava.
Quel giorno, sul grande tavolo da pranzo dei Fisher c'eravamo solo io ed Avery. Calum e suo nonno erano usciti la mattina presto per delle commissioni e non sarebberò ritornati prima di stasera, per la festa in maschera.
Già, Carly non mentiva quando diceva che ogni motivo era buono per fare festa.
Mi sarei dovuta rinchiudere in camera per evitare di imbattermi in qualche vampiro assettato travestito.
Finimmo di mangiare e uscimmo dalla stanza, e per poco non mi scontrai contro il petto del vampiro.
-Alfred... -
-Ciao. Tutto bene? -
Annuì, prima di vedere la figura di Avery allontanarsi verso il giardino, probabilmente dal suo pony "Mucca".
Notai che aveva con se la sua borsa di cuoio marrone, con tutto ciò che gli serviva per gli studi.
-Vuoi farmi compagnia? -
Sorrisi, e non ci fu nemmeno bisogno di rispondere. Oramai era diventato un azione quotidiana. Lo seguì lungo le scale e Alfred prese dalla tasca dei suoi pantaloni neri la chiave della biblioteca.
Sistemò attentamente tutto il necessario, così per non distrarlo diedi un'occhiata tra i libri che vedevo quasi ogni giorno.
Quando vidi che si sedette, mi avvicinai.
-Stavo pensando... come fai a studiare bene se ci sono io? Non ti distraggo? -
Alfred smise di prestare attenzione al computer e mi guardò con un sorrisetto malizioso.
Si rilassò sulla poltrona e poi mi attirò a se, tenendo le mani su i miei fianchi.
Per quanto le sue mani potessero essere fredde, bruciavo.
-Si, una magnifica distrazione. -
Avampai quando intromise le mani sotto la leggera canotta e sussultai per il contatto della sua pelle fredda.
Faticosamente, mi allontanai.
-Si, lo vedo. Forse è meglio che torni a lavoro. -
Lui rise e riportò l'attenzione sul pc, così presi il libro Joyland e continuai a leggerlo.
Mi sedetti nella scrivania, più lontano possibile da lui e da tutti i suoi documenti sparsi.
Mi immersi completamente nella lettura, sentivo il forte rumore dei tasti del computer.
Quando alzai lo sguardo, lui mi stava guardando.
-Sei inquietante. - Dissi chiudendo il libro. - Non dovresti lavorare? -
-Sei seduta nella mia scrivania. Come potrei lavorare? -
Scesi dalla scrivania a mi affrettai
a mettere al suo posto il libro.
-Ho capito. Allora ti lascio ai tuoi studi. C'è qualcos'altro che posso fare per te? -
Mi fissò intensamente negli occhi e mi mossi a disagio.
Perché mi sentivo così ogni volta?
-Si, c'è. Potresti venire al ballo in maschera con me, stasera. -
-Cosa?! -
Si alzò e mi venne incontro, poi alzò la mano lentamente e mi mise una ciocca fuori posto dietro l'orecchio.
-Ne sarei onorato, Winnie. -
-Non posso. -
-Perché no? -
-Non è roba per me. Questa è roba da vampiri ricconi e io non sono ne vampira e ne riccona. -
Alfred rise e mise le mani in tasca.
-Non ci saranno solo vampiri. E poi bisogna venire con un partner e voglio che sia tu. -
-Davvero, mi sentirei proprio fuori posto li in mezzo. -
-Ma ci sarei io. Devo andarci per forza, ma se so che ci sarai tu non sarà più uno sforzo. -
-No. E poi non ho nemmeno un abito adatto! -
-A quello non devi pensare. Devi solo dirmi che ci sarai. -
-Alfred... -
-Ti prego.-
Sembrava davvero tenerci molto alla mia presenza, perciò, per quanto odiassi le feste di questi snob, accettai.
Lui mi sorrise soddisfatto e mi diede appuntamento a più tardi.
Uscì d alla biblioteca maledicendomi per aver accettato. Di certo non mi sarei divertita e poi... in maschera! Andiamo!

Carly venne nella mia camera per aiutarmi a vestirmi.
Eravamo appena tornate dal negozio di costumi medievali gestito da un suo amico vampiro. Da ciò che mi aveva raccontato, questa sera ci sarebbe stata davvero molta gente, e i pochi abito che il vampiro vendeva erano già stati presi.
Era rimasto ancora qualcosa, Carly diceva che erano brutti e poveri, ma per me erano davvero straordinari. Ne provai molti, e alla fine optai per un ampio abito pesante color avorio, con decorazioni in oro, bianco e argento.
Il corpetto era forse un Po stretto, ma era ricoperto da Brillanti e merlettato.
Mi sentivo come una di quelle donne che andavano alle feste alla ricerca di un marito.
Ma io non stavo cercando marito, ovvio.
La maschera poi, era ancora più bella. Era abbinata col vestito, solo da colori più scuri, come il porpora e il nero.
Tutto questo aveva un prezzo esageratamente alto, perciò lo nolleggiai solamente, facendo uso dei soldi di Calum.
Forse, era troppo presto per prepararsi, ma Carly doveva servire alla festa e voleva davvero aiutarmi.
- Mi dispiace averti rubato la pausa con i miei vestiti. - le dissi mentre mi allacciava il corpetto.
Eravamo state fuori tutto il pomeriggio alla ricerca del abito, quando avrebbe potuto riposare come faceva solitamente.
-Sarai stanca questa sera. E per colpa mia. -
-Smettila Winnie, avrò tutto il tempo stanotte per dormire. Era da tanto che non uscivo da qui. E mi ha fatto piacere, davvero. -
Le sorrisi grata, e Lei allacciò l'ultima stringa del corpetto.
-Bene, passiamo al trucco. Siediti. -
L'accontentai e Carly, che secondo me aveva un passatto di Make up artist, mi truccò puntando tutto sulla pelle, alzando così i miei zigomi e colorando le mia guancie. Per gli occhi usò un trucco molto nude che apprezzai, e per le labbra usò un rossetto rosso scarlatto, in tendenza con la maschera che avrei indossato.
-Cavolo Carly... sei bravissima! -
-Il lavoro è più facile se tu sei già bella. -
Mi arricciò i capelli, facendoli cadere in morbidi boccoli sulle spalle. Poi cambiò idea e me li acconciò in alto, fermandoli con una spilla a forma di falena che mi regalò appositamente.
Lasciò qualche ciocca riccia libera, e finalmente potei dire che ero pronta.
-Hai fatto un lavoro fantastico. -
-Sarai la più bella.Ora devo andare, c'è una sala enorme da preparare. Mi raccomando, non rovinare la pettinatura. E prima di scendere ripassati il rossetto. Ci vediamo dopo. -
-Grazie Carly. A dopo. -
Uscì dalla camera e mi sedetti sul letto. Mi accarezzai il tessuto del abito, e risi tra me e me. Mai avrei immaginato di trovarmi in questa situazione. Presi il cellulare e mi feci una foto, che avrei inviato a Johanna. Sicuramente sarebbe scoppiata a ridere e non avrebbe smesso di prendermi in giro.
Quando venne l'ora di scendere, mi misi la maschera e uscì dalla camera.
Si sentiva già il suono del piano forte in lontananza.
La sala era vuota, ad eccezione sei camerieri che preparavano gli ultimi ritocchi.
Bene, per la prima volta ero puntale.
Carly mi raggiunse, con un grande sorriso contagioso.
- Sono la prima. -
-Non preoccuparti, arrivano tutti insieme. E sono quasi qui. -
E aveva ragione. I primi invitati arrivarono pochi minuti dopo, bellissimi con i loro costumi costosi.
Le donne erano davvero meravigliose, i loro abiti splendevano come le loro maschere.
Non riconobbi nessuno, anche perché non conoscevo nessuno.
Mi fiondai ovviamente quasi subito sul buffet abbondante, sotto lo sguardo divertito di Carly. Per fortuna che c'era lei, con qui potevo scambiare qualche parola.
Quasi tutti gli invitati indossavano la maschera, e Calum, che era appena entrato, non era uno di questi.
Tipico, doveva distinguersi dalla massa.
Al suo fianco c'era quella che doveva essere Madison, stupenda nel suo abito bianco e nero e coperta da una maschera veneziana dello stesso colore.
Non mi notò, e quando fecero per avvicinarsi al buffet, mi allontanai vicino alle scale.
-Sei una grazia per i miei occhi, Winnie. -
Sussultai spaventata e mi voltai verso la voce di Alfred.
Indossava un completo elegante come al solito completamente nero, e la sua maschera copriva solo metà faccia.
- Mi hai riconosciuto... -
-Come non potrei? -
Mi prese la mano e posò le labbra sulle noche, e il mio corpo ebbe un fremito.
Un cameriere passò con un vassoio pieno di flute con del vino e Alfred lo fermò, prendendo due bicchieri.
Brindammo e mandai giù un sorso di vino frizzante.
-Tua figlia dov'è? -
-Probabilmente qui in giro. Stava guardando la tv, ma sono sicura che non rimarrà chiusa in camera per molto. Quando vedrai un piccolo insetto correrti fra le gambe, bene, Quella è mia figlia. -
Ridemmo e Alfred prese il mio bicchiere vuoto per posarlo su un vassoio.
- Mi concede questo ballo? -
Accettai incerta.
La verità è che non sapevo ballare. Stavo per fare la mia ennesima figura di merda.
Alfred si muoveva sinuosamente, mentre mi teneva stretta a se. Mi guidava lui, e compresi i passi più velocemente.
-Sei un bravo ballerino. -
-Questo e niente. Ho vari talenti. - Disse con un accenno di sorriso.
-Sarei curiosa di scoprirli. -sussurrai.
- E io sarei ansioso di mostrarteli. -
La musica cessò e ci fermammo anche noi.
-Vuoi bere qualcosa? -
Annuì e lui si diresse al buffet.
Mi guardai intorno, molti ballavano, e altri se ne stavano fermi a chiacchierare.
Improvvisamente mi sentii osservata, e mentre scrutavo la grande stanza vidi Calum che mi fissava intensamente.
Mi aveva riconosciuta?
Si avvicinò a grandi falcate, e presi in considerazione l'idea di andarmene.
-Perché non mi hai detto che saresti venuta? -
Sembrava leggermente incazzato dal tono di voce, ma non capivo il perché.
-Come hai fatto a riconoscermi? -
Alzò gli occhi al cielo e sospirò. -Riconoscerei il tuo odore fra miglioni. -
-Bene. E cosa vuoi? -
-Perché diavolo Sei venuta con quello?! -
Ora sembrava solo incazzato. Senza leggermente.
-Scusami? Sul serio mi stai facendo la predica? È il mio accompagnatore, come tu hai la tua accompagnatrice che in questo momento mi sta letteralmente fulminando con gli occhi. -
Lui si voltò, notando che effettivamente Madison ci stava fissando.
-Lasciami in pace. - sputai acida.
Alfred si avvicinò con due bicchieri di spumante fra le mani.
Me ne Porse uno e si voltò verso Calum.
-Immagino che a te non serva la maschera. Lo è già la tua faccia, no? -
Trattenni faticosamente una risatina alla battuta di Alfred.
Calum gli lanciò un'occhiata glaciale.
-Andiamo a ballare Alfred? -
Lui annuì, e ci allontanammo da Calum, dopo avergli fatto un sorisetto malizioso.
Io e Alfred parlammo del più e del meno, ma non mi resi nemmeno conto che stavo scrutando la stanza in cerca di... di chi?
Madison e Calum stavano ballando a poca distanza da noi, e distolsi immediatamente lo sguardo quando Calum incontrò il mio.
quando il ballo finì, mi ritirai e dissi ad Alfred che sarei andata a controllare Avery, visto che non l'avevo ancora vista qui in giro.
Salì le scale faticosamente per via del pesante vestito.
Il corridoio era vuoto e silenzioso.
Era molto buio, se non per la poca luce proveniente dalle lanterne appese al muro.
I miei passi rimbombavano sul pavimento.
Mi bloccai quando sentii uno strano rumore provenire dietro di me.
Mi voltai, ma non c'era nessuno.
Inquieta, continuai a camminare, infondo la camera non era molto distante.
Improvvisamente mi ritrovai sbattuta sul muro,con la faccia verso la parete.
Due mani possenti mi tenevano ferma, e quando mi girai, riconobbi i suoi inconfondibili occhi rossi.
Calum ero completamente appoggiato a me, e tutto il suo peso mi spingeva dolorosamente verso il muro.
I suoi canini brillavano in quello spazio buio, incutendomi terrore.
Le sua presero a vagare su tutto il corpetto, fino ad esplorare voracemente la scollatura.
Provai a scansarmi senza successo.
Mi strinse forte il seno sotto il vestito, e gemetti spontaneamente, sia per dolore e sia per... piacere.
-Lasciami andare. -balbettai.
Tolse una mano dal reggiseno e mi sfiorò il collo con le dita, facendomi rabbrividire.
-Solo un pò di sangue...ho bisogno di ricordare cosa si prova... -
La sua bocca scese sul mio collo e io mi irrigidì. Mi mordicchio la pelle e la baciò lentamente.
-Calum... -
-Dammi il tuo permesso. -
-No. -
Sentì quello che sembrava un ringhio e non feci nemmeno in tempo a rendermene conto.
Affondò i canini sulla mia carne, ed io urlai forte.
Non era stato affatto delicato, e faceva un male assurdo.
Cavoli, come avevo fatto a fargli bere ogni volta che voleva? A sopportare quel dolore? Amore, ecco come.
Succhiava affamato, tenedomi premuta contro il muro.
Pensai che non volesse più fermarsi, ma in un istante mi girò per le spalle, La mia schiena sbattè contro il muro.
Si leccò le labbra, prima di fondarsi sulle mie labbra.
Sentivo il sapore metallico del mio sangue, ma cercai di non pensarci. Mi strinse a se ed io gli circondai il collo con le braccia.
Le Sue mani vagavano dappertutto, ed io gemetti sulla sua bocca.
Mi staccai per respirare, e notai che i suoi occhi ora erano tornati normali.
Passò il pollice sulle miè labbra gonfie, e se lo portò alla bocca.
Quando mi leccai le labbra, senti il gusto aspro del sangue.
Del mio sangue.

Vampire next door - Il risveglio delle tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora