-E questi dove li metto? - chiesi indicando i due Libri di Stephen King che reggevo tra le braccia.
-Terzo scaffale, secondo piano. 813, Narrativa americana. -
Annuì e seguì l'ordine di Alfred.
Stavamo sistemando la biblioteca dei Fisher, visto che lui aveva finito con i suoi studi ed io non avevo nulla da fare.
Io e Alfred passavamo molto tempo insieme, soprattutto qui dentro, lontano da voci e occhi indiscreti.
Lo aiutavo a ordinare i suoi documenti o leggevamo dei versi di qualche libro che Alfred mi aveva consigliato.
Mi alzai sulle punte per posare "IT", uno dei pochi libri che avevo letto, sullo scaffale, che si rivelò più alto di quanto non sembrasse.
Sentì la presenza di Alfred pericolosamente vicino alla mia schiena, E il suo braccio si alzò per prendere il libro e metterlo al suo posto.
-Grazie. -
Mi voltai, e il suo sguardo profondo mi colpì facendomi avvampare.
Distolsi lo sguardo, e puntai l'attenzione sul libro che reggevo tra le mani.
-Questo devo ancora leggerlo. Sembra interessante. - Dissi rigirando "Joyland"fra le mani.
Alfred lo prese e scrutò la copertina ruvida.
-Si, lo è. Conosco qualcos'altro di interessante. - mise il libro nello scaffale e mise entrambi le mani ai lati della mia testa, sui libri polverosi.
Si avvicinò e fece incontrare i nostri corpi accaldati.
- Ah si? E cosa? - chiesi con un filo di voce.
Lui mi sorrise furboe avvicinò la sua bocca, il respiro gelido si mescolava con il mio.
Lo spinsi via quando sentii la porta che veniva aperta bruscamente.
-Mamma sei qui? - sentì la voce acuta di Avery rimbombare per tutte le pareti della stanza.
Uscì allo scoperto, e andai incontro a mia figlia sull' uscio della porta.
-Ver, che fi fai qui? -
-Ti stavo cercando dappertutto. Dobbiamo andare a vedere Shark tale. Te lo sei dimenticata?! -
Merda.
Si, me lo ero completamente scordata.
Nel cinema personale dei Fisher, (Si, avevano un cinema personale. Maledetti ricconi. ) trasmettevano il cartone preferito mio e di Avery, e come vuole la tradizione, dovevamo guardarlo assieme.
- no, me lo ricordavo. Arrivo subito. Aspettami la. -
Lei annuì e uscì di corsa dalla stanza.
-Ehi, anche io ho un cinema a casa. Mi sono sentito offeso. -
-ma tu sei un maledetto riccone. E smettila di leggermi la mente. -
-Shark Tale? -chiese divertito Alfred.
-St a zitto, è un film bellissimo. -
-Si non ne dubito. - disse ridendo.
- Ma tu che ne sai! Sei sempre così colto. È bello e basta. -
-Hai ragione. Non posso saperlo, non è il mio genere di film. -
-Beh... -esitai un istante prima di continuare a parlare. -potresti vederlo con noi... se ti va. -
Dissi con nonchalance.
Lui mi sorrise, uno di quei sorrisi stile "mentadent"che ti spiazza, e annuì, avvicinandosi. - Mi va. -Calum pov
Madison si avvicinò di più , circondandomi il busto con un braccio.
Il grande anello d'oro bianco splendeva nel suo piccolo dito. Lo aveva scelto lei, uno dei più belli e costosi del negozio, ed io avevo solamente messo i soldi.
Mi sembrava così inadatto, così fuori luogo sulla sua mano.
Solo l'idea di passare il resto della mia vita con lei mi faceva male. Stavo cercando di abituarmici, ma era sempre più difficile vivere con la consapevolezza che sarei stato con lei per l'eternità.
Cavoli, ma cosa mi passava per la mente? Perché non sono rimasto a Lisbona? Avrei potuto fare una vita semplice come ho sempre desiderato. Se solo non fossi stato su quella auto quel giorno, se solo il padre di Winnie non si trovasse nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Madison strusciò il suo corpo nudo sul mio, e la bloccai subito.
Il lenzuolo bianco copriva a malapena il suo corpo, e pensava che in questo modo avremmo ricominciato, che l'avrei desiderata ancora.
Ultimamente passava più tempo nella villa, e sopratutto più tempo nel mio letto.
Non che mi dispiacesse placare le mie voglie sessuali, ero pur sempre un uomo, ma averla sempre intorno ora risultava stressante.
Scesi dal letto e andai in bagno, ricevendo esclamazioni di gradimento quando mi alzai.
La ignorai, e velocemente mi la vai i denti. Notai che Il dentifricio era finito.
Quando lo buttati nella pattumiera, vidi chiaramente qualcosa di diverso. Tra carta e rasoi, spiccava una grande scatola rosa pallido che chiaramente io non avevo mai buttato.
Incuriosito la presi, e la rigirai fra le mani.
Test di gravidanza?
Ma che cavolo?!
Pensai che magari Carly, l'unica cameriera che puliva la mia stanza, lo avesse buttato per sbaglio. Ma sapevo, che lei non poteva avere bambini.
E allora come cavolo ci è finito questo li dentro.
L'involucro era vuoto, a parte le istruzioni.
Un brivido di paura mi percorse la schiena.
Non poteva essere. Madison prendeva la pillola, io lo sapevo, le avevo viste e ne ero certo.
Non volevo uscire da quel bagno, non volevo sapere la verità.
Stavo tremando, non ero pronto per tutto questo.
Feci un respiro profondo e uscì dal bagno.
Mi sedetti di spalle a lei, e gettai nel materasso la scatola rosa.
Quando mi voltai, Madison era impallidita.
-Che cazzo vuol dire? - Chiesi freddo.
Lei abbassò lo sguardo e si strinse maggiormente nel lenzuolo.
-Devo essermene dimenticata una. Tutto lo stress del matrimonio deve avermi distratto e... -
-Smettila di nominare questo fottuto matrimonio ad ogni situazione. Sei incinta si o no? - chiesi brusco.
Cambiò espressione, e i suoi occhi mi scrutarono furiosi.
-Cos'è, un bambino mio non lo accetteresti? Quello di Winnie si però... -
Strinsi il lenzuolo in un pugno e dissi a me stesso di calmarmi.
- Non è quello che ho detto. Dimmi che sta succedendo. -
Lei fece un sorrisetto furbo e mi guardò con aria di sfida.
-Probabile che lo sia. Devo ancora fare il test. -si inginocchiò sul letto per farsi più vicina, ed ora i suoi grandi occhi vispi mi intimorirono.
- Ma prima, voglio essere sicura di ciò che questo potrebbe comportare. Se ci fosse un bambino Cal, dovremmo cambiare un Po di cose. E sarebbe orribile farti scegliere... -
Non potevo credere che mi stesse dicendo davvero una cosa del genere. Scegliere tra Avery e quel bambino.
Mi alzai e mi vestii, sotto lo sguardo attento di Madison.
-Quando torno, non voglio trovarti qui dentro. -
Mi allontanai verso la porta, ma venni fermato dalla sua voce accuta.
-Dove vai? -
-Non vorrei fare del male alla madre del mio "probabile figlio"-
Uscì dalla stanza sbattendo forte la porta.
La mia testa stava per scoppiare. Se non fossi uscito avrei potuto farle del male e ho preferito non rischiare.
Presiil mio pacchetto di Marlboro e accesi una sigaretta.
Uscì dalla villa dalla porta della cucina. L'aria fresca e l'odore salmastro del mare mi colpirono in pieno il viso.
A grandi falcate mi diressi verso la spiaggia. Le mie scarpe affondavano sulla sabbia chiara, la Luna splendeva enorme nel cielo. Il rumore delle onde era così rilassante.
Per un istante rimasi li a contemplare tutta la bellezza che mi circonda dimenticando tutto il resto. In lontananza, vicino alla riva, scorsi una figura seduta. Strizzaigli occhi per capire meglio, e decisi di avvicinarmi.
Riconobbi immediatamente i lunghi capelli biondi di Winnie.
-Che ci fai qui? - chiesi sedendomi al suo fianco.
Il suo profilo erperfetto, illuminato dal chiarore delle stelle.
-Penso. E tu? -
-A che pensi? -
-Ti hanno mai detto che non si risponde ad una domanda con un altra domanda? - Si voltò, e potei finalmente vedere così il suo volto. - Lo sai che lo hai appena fatto anche tu?-
-Ed ora tu? -
-Vogliamo continuare così? -
Rise, e non potei fare a meno di lasciarmi trasportare dalla sua risata.
Quando Tornò seria, si volto a guardare l'orizzonte e sospirò.
-Non so quello che sto facendo, Calum. -
Il suo tono triste mi fa venire voglia di abbracciarla, di consolarla e dirle che ci sono io, ma la verità è che non lo sapevo nemmeno io.
-Vorrei poter cancellare un pezzo della mia vita e fare tutto da Capo. -
-E ci sono anche io in questo pezzo di vita? -
Mi guardò, e annuì lentamente.
-Piacere, sono Calum Fisher. -
Le tesi la mano e lei mi guardò divertita, alzando un sopracciglio.
-Che stai facendo? -
-Incomincio da capo. Posso sapere il tuo nome? -
Lei scoppiò a ridere, trattenendosi laPancia.
- Dai Cal! -
-Ehi, cos'è tutta questa confidenza? Ci conosciamo da pochi secondi e già sono "Cal". -
Lei non smise di ridere e poi mi strinse la mano.
- Sono Winnie. -
La sua piccola mano è fredda, e vorrei tanto poterla scaldare, ma sono un vampiro, ed io sono freddo dentro.
-È un piacere conoscerti, Winnie. -
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Vampire next door - Il risveglio delle tenebre
Vampir~Secondo libro della trilogia "Vampire next door"~ Sono passati cinque anni dalla partenza di Calum. Winnie, premurosa madre single, mantiene la figlia con un lavoro che non la soddisfa, arrivando faticosamente alla fine del mese. Il dolore che le...