10. La piscina

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-Dai fa vedere! Vai indietro così lo vedo bene! -urlò Johanna.
Mi alzai dal letto e mi allontanai dal computer, camminando verso la finestra.
Mi lisciai il morbido tessuto del vestito rosso e aspettai una sua reazione.
- No, ti vedo solo le gambe. Sistema la web. -
Alzai lo schermo e tornai vicino alla finestra.
-Oddio! -spalancò gli occhi e la bocca. -Sei bellissima! Cavoli, quella è roba da nightclub! -
Mi risedetti nel letto facendo attenzione al vestito leggermente stretto.
-Dovrebbe essere un complimento? Perché non sembra una bella cosa... -
-Ma certo che lo è... quanto ti è costato? -
-Molto più di quello che tu, io, mia madre, Avery e un'altra decina di persone in Iowa spendiamo mensilmente. -
-Eh... come hai fatto allora? Aspetta, hai derubato qualcuno? -
Chiede seriamente allarmata.
- No Jo.-
-Non capisco... ehi, non saranno mica stati soldi di... -
Evitai il suo sguardo che anche dietro uno schermo era indagatorio.
-Calum! Ah, non ci credo! -
-Lo so, non avrei dovuto spendere così i suoi soldi. Mi sento... -
-Cosa?! Sul serio ti stai colpevolizzando? Dopo tutto quello che ti ha fatto? Tesoro, come minimo avresti dovuto comprare tutto il negozio. -
Certo, detto così ha ragione. E poi Johanna vede sempre il lato positivo della cosa. Dovrei imitarla.
-Che hai fatto ai capelli? -
Mi sorrise sistemandosi le ciocche dietro l'orecchio. La sua testa era pieno di treccine fine e lunghe.
-Ti piace? Un'amica di mamma. Magari quando torni le puoi fare anche tu. -
Storsi il naso. Anche se a lei stavano benissimo, io non mi ci vedevo molto bene con quelle cose.
-Ho conosciuto un ragazzo. - Disse ad un tratto.
- Ah si? -
Annuì felice. -Si chiama William. L'ho incontrato ieri, quando sono andata a prenotarmi il tatuaggio. Lui è il titolare. Mi ha chiesto il numero! E me lo farà lui il tatuaggio. Quasi quasi invece che il braccio, lo faccio nella... -
-Aspetta. Tatuaggio!? Che mi sono persa? -
Alzò le spalle. -Nulla. Tanto per cambiare. E tu? Cosa mi stavi dicendo del tuo Alfred? Che te lo vuoi scopare? -
-Non l'ho mai detto questo. -
-Si, si, ok. Senti, francamente non so nemmeno perché sei ancora li. Hai detto che Avery dovrà diventare principessa o che ne so, ma senza offesa, l'unica principessa che potrebbe essere è Fiona. -
Scoppiai a ridere. Aveva ragione, non c'era niente di regale in lei.
-E poi, avevi detto che non avresti più avuto a che fare con i vampiri.-
-Infatti è così! Io... Non lo so. -
-D'accordo. Ti capisco. Probabilmente è l'astinenza. -
-Jo... -
-È davvero così figo? È su Facebook? -
-Per te tutti i vampiri sono su Facebook. -
-È così. E hanno un gruppo privato. Chiamato"sputtaniamo gli umani e uccidiamoli facendogli credere di amarli". -
Risi, ma sapevo che Jo non aveva dimenticato tutto quello che le era stato fatto. Non ne parlava più, ma sapevo che niente avrebbe potuto curare la sua ferita.
-Comunque, se è così figo magari solo una botta gliela puoi dare. Ma solo una! E solo per togliere tutte le ragnatele li sotto! -
-Johanna! -
-Su, dai. Da quanto non lo fai? Ne hai bisogno. -
-Jo... -
-Lo sai che masturbarsi fa diventare ciechi... -
-Ok,ok, adesso devo andare.-
-E quel vibratore viola sarà ormai consumato... -
-Ciao! -
Spensi la videochiamata e sospirai. Volevo darle ragione. Era solo l'astinenza. Probabilmente anche se fosse stato qualsiasi altro ragazzo avrei avuto quel desiderio... proibito.
Scacciai via quei pensieri e presi il cellulare che aveva appena lampeggiato.

Da: Calum
Biblioteca. Ora.

Alzai gli occhi al cielo ma non potei fare a meno di sorridere.
E mi salì il dubbio.
Non stavo forse cercando di sostituirlo? Alfred era un vampiro, era bello, era nobile e aveva un che di autoritario come Cal.
No, no. Non volevo più un Calum tutto mio.
Mi tolsi il vestito, anche se scendere con questo sarebbe stato divertente.
Indossai dei pantaloncini e una t-shirt e uscì.
Diedi un'occhiata dalla grande vetrata del corridoio e vidi Avery giocare a palla col nonno in giardino.
Arrivai di fronte alla porta della biblioteca, e abbassai la maniglia scoprendo così che era aperta Chissà cosa voleva. Avrei potuto mettere in chiaro che tra noi non ci sarebbe stato più nulla, niente più baci e effusioni.
Entrai nella grande stanza, il buon odore di libri consumati mi invase le narici.
Avanzai lentamente e mi bloccai quando dei sussurri affannosi arrivarono alle mie orecchie.
Seguì quei rumori, che diventavano man mano più chiari.
Due voci diverse, respiri affannosi.
Dei gemiti femminili rimbombavano su tutta la stanza.
Quando arrivai di fronte alla scrivania, mi bloccai.
Spalancai gli occhi e mi portai una mano alla bocca.

Vampire next door - Il risveglio delle tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora