Fissavo freddo la sua tomba calare dentro l'oculo affianco a suo padre.
C'era molta gente. Tanti giovani della sua età. Johanna piangeva tra le braccia di sua madre, accompagnata da Sadie e Alexa.
Me ne stavo infondo, guardando tutto da lontano. Non riuscivo ad avvicinarmi, non volevo nemmeno essere qui, ma dovevo portare Avery a vedere sua nonna. Il viaggio in Iowa fu veloce e Ver dormì per quasi tutto il tempo sul sedile del aereo.
Scarlett, la madre di Winnie, non ha mai smesso di piangere come la maggior parte delle persone presenti oggi.
Non ho ancora parlato con nessuno di loro. Siamo arrivati in tempo per il funerale, ed io sono rimasto fuori dalla Chiesa nascosto fra gli alberi, mentre Avery è corsa dal fratello di Winnie.
Quando le dissi che la mamma era morta, non ha pianto.
È stata forte, e anche se le lacrime minacciavano di scenderle lungo le guance, non lo ha fatto.
Molti direbbero che non è giusto portare una bambina di cinque anni al funerale della madre, ma lei ha detto che voleva andarci, e allora abbiamo preso il primo aereo per l'Iowa.
Riesco a sentire il pianto di mia figlia insieme a quello degli altri anche da questa distanza. Non voglio avvicinarmi, la verità è che non credo di riuscire ad affrontare tutti loro. È colpa mia, e lo sanno tutti. Probabilmente appena mi vedranno prenderanno pala e forcone e mi darebbero la caccia.
Ho chiesto a Shannon di chiamare la famiglia di Winnie e raccontare cosa è successo.
Quando ha ricevuto la mia telefonata era sorpresa, e quando le ho detto l'accaduto è corsa da me. È stata una bella sorpresa per lei sapere di essere diventata zia. È venuta al funerale insieme a noi, e ha consolato Avery per tutto il tempo.
Mi accesi l'ennesima sigaretta mentre scorsi alcuni amici allontanarsi verso il parcheggio e tornare a casa, dimenticandosi di oggi, dimenticandosi di Winnie.
Ricordo che la prima volta che ero stato qua ero con lei, al funerale del ragazzo che avevo ucciso.
Assurdo.
Non avevo fatto altro che guardarla per tutto il tempo. Era triste, ma non per la morte di Billy. Era triste per la morte in generale, era stanca di quella situazione, di perdere le persone a cui teneva.
Aveva un cuore puro Winnie, e tutt'oggi mi chiedo come abbia fatto a perdonarmi.
Le ho portato via le persone più importanti della sua vita, ma lei mi amava e ha lasciato passare. L'amore che provavo per lei non poteva competere con quello che lei provava per me.
Le ho fatto del male, ma lei non mi ha mai lasciato. Sono stato così fortunato ad incontrarla. Quel giorno, si era tuffata sul lago ed io ero corso a prenderla.
Quel giorno mi ero innamorato di lei.
Ed ora, sono al suo funerale.
Diceva che se fosse morta avrebbe voluto essere cremata, che l'idea di tutta quella gente riunita a piangere per lei la faceva rabbrividire.
Me lo aveva rivelato mentre guardevamo uno dei suoi film preferiti, One Day. Lei diceva che quel film ci rispecchiava in parte. Si amavamo da sempre ma non volevamo ammetterlo.
Piangeva sempre alla fine, perché l'attrice moriva e loro avevano
Perso il loro tempo a guardarsi da lontano e a desiderarsi in silenzio, quando avrebbero potuto vivere la loro storia da molto più tempo. Aveva ragione.
Avrei voluto avere più tempo, averla conosciuta prima e non essermene andato.
So che è tutta colpa mia. Dall'inizio alla fine.
Probabilmente lei mi avrebbe perdonato anche per questo.
Non ho mai creduto al destino a cazzate varie, ma quando trovai quella foto nella tasca del cadavere di suo padre, sapevo, sentivo, che un filo invisibile ci legava.
Non potrò mai scordare il momento in cui ha smesso di respirare tra le mie braccia.
Quella scena mi perseguiterá per tutta la vita.
La prima cosa che ho pensato è che non potevo vivere senza di lei, che volevo raggiungerla. Ma non potevo farlo. L'unica cosa che ci legava, la prova del nostro amore, era Avery.
Ogni volta che la guardo mi torna in mente il volto di Winnie. Piango e mia figlia mi abbraccia provando a consolarmi. Dovrebbe essere il contrario, ma Avery non dice nulla. Ha smesso di parlare, Ed è troppo strano e triste non sentire la parlantina di Ver. Ha smesso di provare sentimenti, è cresciuta di cinque anni in i ma settimana.
Se non fossero mai venute qui non sarebbe successo.
Madison è scappata subito dopo l'omicidio.
È indagata, come me, ma non è facile prendere un vampiro. Probabilmente in questo momento si troverà dall'altra parte del mondo a sorseggiare sangue corretto, ma giuro che la troverò.
Sono così perso nei miei pensieri che non mi accorgo nemmeno di Johanna.
Si sta avvicinando, ed è esattamente come ricordavo.
So che mi odia, come tutti in questa città, ed ora come ora non ho voglia di venire accusato ancora.
Non disse nulla. Mi fissava indifferente giocando con l'orlo del vestito.
I suoi capelli eran o più scuri e più corti di come ricordavo, e in questi cinque anni la sua pelle era rimasta esattamente come a diciotto anni.
- Non l'ho salutata. L'ultima cosa che le ho detto è che era una troia. Avevamo litigato e per un mese no ci siamo più sentite. Eravamo entrambe così orgogliose... -
Credevo che mi avrebbe attaccato, accusato per la morte della sua migliore amica.
-Avrei voluto dirle che le volevo bene un'ultima volta. Invece è morta con l'idea che non avremmo fatto pace. -
-Se ti consola, Winnie non era turbata per quel litigio. Diceva che una volta tornata qui tutto sarebbe tornato come prima. Sapeva che non dicevi sul serio. -
Non so perché sentivo la necessità di consolarla. Sapevo che mi odiava, come non potrebbe.
Jo si asciugò una lacrima velocemente. - Sai,sapevo fin dall'inizio che quando sarebbe venuta da te non avrebbe più voluto tornare indietro. In cinque anni ho provato a farle cambiare idea su di te, ma lei ti difendeva sempre. Lei ti amava. -
Perché diavolo mi sta dicendo questo cose? Pensa che non mi faccia stare male? Solo essere qui oggi mi fa venire voglia di spaccare tutto.
-Stiamo andando a casa della nonna di Winnie. Diciamo in Rosario per lei. Vuoi venire? -
Me lo stava chiedendo davvero?
- Certo, così mi ammazzate con la collana del rosario. No grazie. -
-Calum, non è colpa tua. So che non l'avresti mai fatto. Non saresti qui oggi altrimenti. -
-Sono qui per Avery. -
Sospirò e lasciò fortunatamente cadere l'argomento.
-Noi andiamo. Avery è già li. -
-D'accordo, la passo a prendere dopo. -
Lei annuì e si allontanò.
Quando fu abbastanza lontana mi appoggiai al tronco e scoppiai a piangere.
Non ce la posso fare senza di lei, sento che non ce la faccio. Sono riuscito a starle lontana per cinque anni, ma in quei cinque anni ho sofferto così tanto. In questi giorni, ho pensato spesso a come sarebbe stato afferrare quel paletto di legno appuntito sul comodino e farla finita, solo per stare con lei. Per l'eternità, come promesso.
Rigiravo il paletto tra le mani, cercando il coraggio per farlo.
Poi, come se la vita mi stesse dicendo che non era ancora il mio momento, Ver entrava nella mia camera e fissava il paletto confusa.
No, non potevo lasciarla. Aveva perso la sua roccia solo per colpa mia, ero tutto quello che le ero rimasto. Winnie, questo, non me lo avrebbe mai perdonato.
Diedi un'occhiata all'orologio e mi avviai verso la casa della nonna.
Non era molto distante dal cimitero, e in pochi minuti arrivai.
Il cancello e la porta di casa era aperta, nell'uscio c'era molta gente che chiacchierava.
Jo si accorse di me e mi invitò ad entrare.
Deglutì. Tutta quella gente ce l'aveva con me, e fu difficile varcare la soglia.
Nel piccolo salotto accogliente c'era poca gente e quando entrai tutti si zittirono.
Mi guardavano stupiti finché Evan chiese loro di uscire.
Solo in quel momento notai Scarlett.
Winnie la chiamava "Uragano Scarlett "Perché diceva che era sempre di cattivo umore solo con lei.
Scar stava rannicchiata nella poltrona di pelle rossa, e piangeva silenziosamente. Avery era seduta sulle sue ginocchia, così piccola in quel vestitino rosso scuro scelto da Shannon.
I suoi occhi blu erano lucidi e rossi, segno che aveva appena smesso di piangere.
Lanciai un'occhiata a Evan che mi fissava freddamente. Era così grande ora.
Avery Scosse il braccio di Scar, e quando mi vide spalancò gli occhi.
I suoi occhi iniettati di sangue mi scrutarono intensamente.
Fece scendere Avery dalle sue ginocchia e in pochi secondi mi fu addosso.
-Sei un mostro! Hai ucciso la mia bambina! La mia Winnie! Mostro! -riempì il mio petto di pugni e Evan la trattenne per le spalle.
Piangeva e mi fulminava con lo sguardo. Nei suoi occhi leggevo tutto l'odio e la rabbia che una persona poteva provare.
Nei pochi mesi che avevo conosciuto Scarlett, avevo capito che era una donna forte.
Si prendeva cura dei figli e affrontava ogni giorno il dolore della perdita del marito.
Come avrebbe potuto andare avanti ora? Era rimasta sola, Evan era tutta ciò che l'era rimasto.
Vederla così, non faceva altro che aumentare il mio senso di colpa. Mi meritavo quelle parole, quegli sguardi feroci.
- Non dovresti nemmeno essere qui, dovresti esserci tu nella bara! Come hai potuto farle questo? -crollò in un pianto disperato e Evan l'abbracciò.
Mi sentivo decisamente di troppo, volevo andarmene. Lontano da tutti quanti.
-Perché le hai fatto questo? Perché l'hai uccisa? - sussurò tra le lacrime.
Non provai nemmeno a ripetere che io non avrei mai fatto una cosa del genere, perché la verità è che l'avevo uccisa io.
Era tutta colpa mia.
-Esci subito di qui. -
Non me lo feci ripetere due volte. Ero troppo a disagio e non avrei retto ancora molto qui.
-Ver, andiamo. -
-Scusami? -
Scarlett si staccò dall'abbraccio del figlio e si mise davanti ad Avery, come a proteggerla.
-Dopo che hai ucciso mia figlia credi che ti lascerò andare via con lei? -
Non mi dava fastidio che continuasse a dire che ero io il suo assassino. Ma che Avery dovesse sentire tutto questo mi faceva imbestialire.
-È mia figlia Scarlett. È nella mia custodia, e non voglio discutere di questo. Non peggioriamo la situazione. -
-Mi hai portato via tutto. Non ci credo più. Se mi porti via Ver posso anche morire. -
-Mamma... -sussurrò Evan.
- Non te la sto portando via. Potrai vederla quando vorrai. La porterò a Roxenville quando me lo dirai tu. -
-No! -
Avery scoppiò a piangere e si portò le mani alle orecchie.
Scarlett l'abbraccio e la cullò fra le sue braccia.
- Hai visto cosa hai fatto?! -
Non volevo dirle che aveva fatto tutto lei. Volevo solo uscire da quella casa, che mi ricordava troppo Winnie.
- Non la porterai via...-
Sospirai profondamente prima di dire quelle orrende parole. - Non vorrei portare la questione in tribunale, Scar... -
Non lo avrei mai fatto, soprattutto perché convolgere la giustizia nelle mie condizioni non sembrava conveniente.
-Certo, sicuramente darebbero la custodia ad un'assassino! - Rise lei.
- Non sono io il suo assassino cazzo! Non potrei mai fare del male a mia figlia! -
Tutti si ammuttolirono dopo il mio urlo.
Scar prese questo scatto d'ira a suo favore. -Avery, tu con chi vuoi stare. -
In quel istante, capì che non avrei mai più rivisto mia figlia. Mi avrebbero proibito di stare al mio fianco e l'avrebbero cresciuta loro.
Ma tutti si stupirono quando Avery attraversò piano la stanza e si mise al mio fianco.
Non era giusto. Avery stava soffrendo più di tutti noi. Non volevo che ascoltasse tutte quelle parole, non è questo che dovrebbe sentire e provare una bambina di cinque anni.
La presi in braccio e lanciai un' ultimo sguardo ai presenti.
- Non lascerò che cresca con te. -
-Ciao Scar. Ciao Evan. -
Lasciai andare Avery che si gettò fra le braccia del fratello di Winnie.
Dopo aver salutato anche Scar tornò al mio fianco ed io le presi la mano.
-Non la passerai liscia. Ti farò togliere la custodia. -
-Ci vediamo presto. -
Detto ciò girai i tacchi e mi diressi verso la porta.
-Sei un mostro! E la pagherai cara! -
Sbattei la porta alle mie spalle e feci un respiro profondo.
Finalmente ero fuori di lì.
Volevo soltanto tornare a casa, più lontano possibile dal ricordo di Winnie.
Non c'era più. La donna che avrei dovuto sposare non c'era più.
Quando non riuscì più a trattenere le mie lacrime, Avery mi abbracciò le gambe ed io mi chinai per darle un bacio tra i capelli.
-Andiamo a casa papà. -
Mi tese la mano ed uscimmo dalla proprietà della nonna di Winnie.
Camminammo in silenzio fino al cimitero, dove Shannon ci aspettava alla guida della sua auto a noleggio.
Aiutai Ver a salire e mi sedetti al suo fianco.
-Come è andata? -
Ci allontanammo dal cimitero entrando nella strada principale.
-Bene. -
-Avete altro da fare qui? -
-No. Andiamo a casa. -
Lei annuì e nessuno parlò più per il resto del viaggio.
Quando arrivammo all'aeroporto l'ora di pranzo era già passata, e Shannon accompagnò Ver in uno fast food mentre mi nascondevo in bagno a nutrirmi dalle sacche di sangue.
Avevamo ancora molto da aspettare prima del volo, ma non sarei riuscito a rimanere in quella città piena di ricordi per altro tempo.
Quando uscì Avery aveva quasi finito il suo pranzo.
Mi sedetti di fronte a lei e la guardai mangiare.
Speravo che quello che stava passando fosse solo temporaneo.
Sarebbe stato difficile affrontare quel trauma, per entrambi certo, ma sopratutto per lei.
- Ci sarò sempre Avery. -
Smise di mordicchiare il suo Hamburger e mi fissò.
Mi sorrise, e per la prima volta dopo una settimana provai un sentimento diverso dalla tristezza. Aveva sorriso per la prima volta e questo mi rese felice.
-Vieni qui. -
Scese dalla sua sedia e la presi in braccio, facendola sedere sulle mie ginocchia.
L'abbraccio forte e mi sentii subito meglio. Mi promisi di abbracciarla più spesso.
- Ti voglio bene piccola, non dimenticarlo mai. -
-Anche io papà. -
Sarebbe stato difficile, lo sapevo.
Ma mentre la tenevo stretta a me, sapevo che ce l'avremo fatta. Eravamo insieme e la nostra vita sarebbe andata avanti.The End
Ringrazio tutte le persone che sono arrivate fino a questo punto con me. Non pensavo che sarei riuscita, ma sono riuscita ad andare avanti grazie a voi che mi sostenete.
So che molti non apprezzano la svolta che ho dato a questa storia, ma come ho già ribadito non cambierò le cose. Winnie non c'è più.
Detto questo, spero che mi seguire te anche nell'ultimo libro che pubblicherò a breve (Vampire Next Door -Vendetta di sangue) vi invito perciò a tenere questo libro nella biblioteca cosicché quando aggiornerò sarete avvisati qui.
Grazie mille ancora a tutti voi.
Baci,
Ali XOXOXO
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Vampire next door - Il risveglio delle tenebre
Vampiri~Secondo libro della trilogia "Vampire next door"~ Sono passati cinque anni dalla partenza di Calum. Winnie, premurosa madre single, mantiene la figlia con un lavoro che non la soddisfa, arrivando faticosamente alla fine del mese. Il dolore che le...