Mi sveglia a causa del corpicino di Avery sopra di me. i suoi capelli biondi mi soffocavano. andai in cucina e preparai il caffè.
Fortunatamente erano iniziate le vacanze estive, e non avrei dovuto più alzarmi presto per portare Ver a scuola.
Mamma era di turno e Evan al suo ultimo giorno di scuola.
Ero così abituata a svegliarmi presto che alle otto e mezza ero già in piedi.
Diedi un'occhiata alla posta che mamma aveva lasciato sul tavolo e lessi un messaggio di Johanna sul cellulare. "La festa la facciamo al Geograpic. Lo so fa schifo ma chissene. Ver ha lasciato il cardigan a casa. "
Fra pochi giorni sarebbe stato il compleanno di Jo. Solitamente non lo festeggiava, ma al college era diventata una festaiola.
La mamma di jo era una delle babysitter di Avery e ogni volta che andava a casa McHale dimenticava qualcosa.
Il campanello suonò e mi chiesi chi potesse essere a quell'ora.
Mi versai il caffè nella tazza tranquillamente e il campanello suonò nuovamente.
-Arrivo. -
Regola numero uno : guardare sempre dallo spioncino.
Regola numero due :chiedere sempre chi è.
Regola numero tre: mai aprire senza sapere chi ci possa essere dietro la porta.
Ecco, io non ne ho rispettata neanche una.
Quando aprì la porta la tazza mi scivolò dalle mani, rompendosi.
Calum.
Che diavolo ci faceva qui?!
Strani brividi mi percorsero la schiena.
Non era possibile, doveva essere un incubo.
Non poteva sul serio essere qui, a Roxenville, a casa mia.
Indossava dei pantaloni neri e una maglia bianca che metteva in evidenza i suoi muscoli. I capelli Ricci erano tirati indietro.
Mi sorrise e mi incantai per un minuto su quelle labbra carnose.
Provai a chiudere la porta ma lui la fermò mettendoci un piede.
Entro in casa e si guardò intorno, poi riconcentrò l'attenzione su di me.
Improvvisamente mi sentivo troppo scoperta di fronte lui, con solo i pantaloncini e una canottiera. Calum troneggiava sul mio salotto guardandomi intensamente.
-Sei bellissima. -
Probabilmente "bellissima " no n era l'aggettivo con qui mi sarei descritta in quel momento.
-Che ci fai qui?! -
Volevo soltanto che se ne andasse. Mi sentivo a disagio e non ero pronta psicologicamente per questo incontro.
Molto Probabilmente cinque anni fa gli sarei saltata addosso piangendo, ma erano cambiate molte cose.
-Non sei cambiata per nulla. -
Abbastanza cambiata per sbatterlo fuori.
-Che ci fai qui? - chiesi nuovamente.
Lui si sedette sul divano allargando le gambe.
Lo raggiunsi esitante,sedendomi sul bracciolo abbastanza distante da lui.
-Allora? Per che sei qui? -
-Sono venuta a prenderti. -
-Scusa? -
-Sei mia Winnie, lo sei sempre stata. -
-Ehi wow! Frena! Non sono di nessuno io! -
-Non era quello che dicevi cinque anni fa. -
-Non prima che scoprissi Che avevi ucciso mio padre. -
Lui mi guardò minacciosamente e si alzò, prendendomi per un braccio.
-Lo sai cosa mi fa più incazzare? Il fatto che non riesci ad accettare di essere ancora innamorata di un vampiro assassino dopo cinque anni. -
Strattonai il mio braccio e mi lasciò andare.
-Ti amo Winnie e so che mi ami anche tu. -
-Non puoi venire da me dicendomi che mi ami e che vuoi portarmi via. Sono cambiate molte cose e anche i miei sentimenti per te. -
-Ne sei sicura? -
No cazzo, ti amo!
- Mi spiace, ma io ho una vita e tu non ne fai parte. -
Mi guardò come se lo avessi colpito.
Avery solitamente dormiva fino a tardi, ma aveva un udito molto sensibile e probabilmente si sarebbe svegliata da li a poco.
-Te ne devi andare... -lo accompagnai alla porta senza sforzo, era ancora colpito per le parole che gli avevo detto.
- Mamma? -
Merda.
Sono nella merda.
Entrambi ci voltammo verso Avery. Ci guardò perplessa e si pulì il naso sul suo pigiama con gli hamburger e patatine fritte(regalo di Johanna ).
Calum fece un mezzo sorriso e mi guardò con un misto di rabbia e tristezza.
-Oh, ora capisco. La tua vita. Ho capito, me ne vado. -
Senza aggiungere altro si voltò e lo fermai.
- Calum, non ho avuto altre relazioni dopo di te.-
Mi guardò perplesso e inarcò un sopracciglio.
-E allora dov'è il padre? -
-Sei tu. -
-Cosa? -
Calum vacillò sul posto e spalancò gli occhi.
Il suo sguardo vagava tra me e Avery.
Non provò nemmeno a mettere in dubbio che non potesse essere sua figlia.
Erano due goccie d'acqua.
Camminava avanti e indietro nella stanza.
-È un fottuto scherzo? -
Si passò nervoso una mano sui capelli folti.
Poi si fermò e guardò Avery intensamente.
-È uno scherzo? - chiese nuovamente.
- No. -
-Cazzo. -
Avery spalancò gli occhi e si portò una mano alla bocca.
Le avevo detto che...le parolacce facevano venire il mal di stomaco e la febbre e la diarrea e una serie di malattie infettive.
- Avery, perché non vai in camera tua? -
-Ma... -
-Colazione in camera. -
Sorrise e si allontanò verso la sua camera, lanciando un occhiata fugace a Calum.
Rimase in silenzio per un lungo momento, camminando avanti e indietro per la stanza.
-Perché non me lo hai detto? -chiese freddo.
Non avevo mai visto Calum così arrabbiato in tutti questi mesi. e faceva davvero paura.
- Mi dispiace. -
-Fanculo! -si avvicinò e mi ritrovai ad indietreggiare, trovandomi addossata al muro.
-Non ti dispiace! Se fosse così me lo avresti detto! Perché non lo hai fatto? -
-Io... Non lo so... -
La mia bocca sembrava improvvisamente imbalsamata.
Ero troppo spaventata per proferire parola.
-È per quello che ho fatto? Per questo me lo hai tenuto nascosto?-
-In realtà... è successo prima che succedese... quel che è successo. -
-Cosa?! Cristo, non ci credo! -
-Mi dispiace... -
Non puoi nascondermi una figlia per cinque anni e dirmi che ti dispiace! -
Quando alzò la mano a pugno pensai che volesse colpirmi, ma la sua manò mirò affianco alla mia testa, colpendo il muro.
Le sue noche sanguinavano ma lui non sembrava farci caso.
-Avrei voluto esserci. Avrei voluto esserci alla sua nascita, avrei voluto cambiarle il pannolino, sentirle pronunciare la parola papà. Avrei voluto portarla a scuola e aiutarla a fare i compiti, avrei voluto esserci per lei. per voi. Dovresti sapere cosa si prova a crescere senza padre. -
Oh.
Questo era un colpo basso.
Sul serio aveva detto una cosa del genere?
-Perché Winnie? -
Una lacrima mi scese lungo la guancia.
Abbassai lo sguardo, i suoi occhi rispecchiavano la mia immagine, e guardarmi in quello specchio mi faceva sentire ancora più in colpa. -Rispondimi porca puttana! - colpì nuovamente il muro così vicino al mio viso.
Sussultai spaventa e lasciai sfuggire un gemito.
-Mamma? -
Avery era appoggiata allo stipite della porta, e dalla sua espressione preoccupata potei dedurre che si trovasse li da molto tempo.
Spinsi Calum lontano e presi in braccio Ver.
-Perché piangi? -
-Non è niente tesoro. Hai fame? -
Lei annuì distrattamente e guardò incuriosita Calum.
Si agitò fra le mie braccia e la lasciai andare.
Cautamente si avvicinò a Calum.
Lui si chinò e la guardò dritta negli occhi.
Esitante alzò una mano e le scostò i capelli dalla fronte.
- Tu sei il mio papà? -
Una lacrima solcò il viso perfetto di Calum.
-Si, sono il tuo papà. -*//
Chiedo venia per questo capitolo. Cosa è successo... stavo copiando il testo qui su wattpad. E si è eliminato. Sparito. Nel nulla. Sto iniziando ad odiarlo, sembra che ce l'abbia con me. Aniway, l'ho riscritto ovviamente, ma non assomiglia molto a quello iniziale è cortissimo e senza dettagli, però sono così arrabbiata che... her! Scusate, per questo motivo, visto che non è un granché, ho deciso di pubblicarlo così velocemente. Prometto che il prossimo sarà molto più dettagliato, e spero di aggiornarlo presto.
Baci,
Ali XOXOXO
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Vampire next door - Il risveglio delle tenebre
Vampire~Secondo libro della trilogia "Vampire next door"~ Sono passati cinque anni dalla partenza di Calum. Winnie, premurosa madre single, mantiene la figlia con un lavoro che non la soddisfa, arrivando faticosamente alla fine del mese. Il dolore che le...