7. Alfred Montgomery

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Sopra Avery

Io e Avery scendemmo per il pranzo alle dodici e trenta.
Quando ero tornata dalla festa Ver stava già dormendo e io e Carly abbiamo condiviso tutto quello che avevo preso al buffet.
Non ero riuscita a trattenermi, quello che era successo la notte precedente era un peso troppo grande da portare. Le avevo detto del bacio, dovevo pur dirlo a qualcuno. Carly non sembrava molto sorpresa e mi assicurò che non lo avrebbe detto a nessuno.
E adesso, mi sentivo estremamente in colpa. Ogni volta che pensavo a quel bacio mi appariva il volto dì mio padre. Come avrei fatto a guardarlo in faccia d'ora in poi? Dovevo chiarire che era stato solamente uno stupido sbaglio e che non succederà mai più. Mi sento così debole per aver ceduto. Sono stata una stupida e la cosa migliore da fare ora è stargli più lontano possibile.
Quando entriamo nella sala da pranzo, Ancien stava parlando col nipote alla sua sinistra.
Alla destra del Conte c'era Madison. Di solito non si fermava mai a mangiare,e quando la vidi abassai lo sguardo imbarazzata. Mi sentivo come se Lei fosse al corrente di quello che era accaduto.
Calum mi sorrise mi indicò il posto al suo fianco.
Ignorai la sua richiesta e feci sedere Avery.
Carly servì la prima portata e mi fece un sorriso rassicurante.
Restammo in silenzio a gustare il nostro risotto.
Non avevo il coraggio di alzare gli occhi dal piatto, come se attraverso questi fosse stato possibile leggere la verità.
-Ancien, sarei molto felice se mandasse l'invito al matrimonio anche al conte Alfred Montgomery. È un amico di Calum, e mi sorprende che non lo abbia inviato. -disse Madison lanciando un'occhiataccia a Cal.
-Come? Perché non lo hai fatto? -
Calum sbuffò e evitò lo sguardo di entrambi.
- Non è mio amico. E non lo voglio al mio matrimonio. -
-è il nostro socio in affari di fiducia Calum, è ovvio che lo dovevi invitare. -
-Posso scegliere almeno chi invitare e chi non invitare?! -
Calum alzò la voce facendo zittire tutti.
Ero contenta di non far parte di quella discussione.
-D'accordo amore, come vuoi. Cambiamo discorso. La Luna di miele. -
Bene, mi è passata la fame.
Calum alzò gli occhi al cielo e spinse lontano il suo piatto mezzo vuoto.
- Sapete già dove andare? - chiese
Il conte disinteressato.
A Madison brillarono gli occhi a quella domanda.
-Siamo indecisi. Io pensavo a qualcosa di classico. Certo, Calum ha girato per tutto il mondo ma io no. Pensavo alle Maldive. O alle Canarie, o qualche isola Europa. Non importa quale, può scegliere lui. Basta che faccia caldo e sia rilassante. Lui invece voleva andare... dove volevi andare amore? -
-Da nessuna parte. -
Non riuscì a trattenere una risatina che non passò certo inosservata.
Madison mi guardò incuriosita e sorrise.
-Tu che ne pensi Winnie? -
-Io? -
-Ah-ah. -
-Penso che... le Maldive siano un'ottima scelta. -
-Si. Lo penso anche io. -
Finimmo il resto del pranzo in assoluto silenzio e ringraziai il cielo per non aver aperto bocca in tutta la conversazione.
Nel pomeriggio, Calum e Avery andarono al mare e io rifiutai l'offerta solo perché c'era lui.
Passai il pomeriggio a guardare la tv e a prendermi cura di Mucca. Quando rientrai, la casa era vuota e silenziosa come al solito. Mi diressi verso la biblioteca, sperando di trovarla aperta. Avevo ben poche speranze, sapendo che il mazzo di chiavi lo aveva lui.
Ma quando la porta si aprì senza problemi, sorrisi soddisfatta.
Mi re si conto che non sarei stata in grado di trovare qualche libro del mio genere in quella stanza enorme. Così girovagai tra gli scaffali, soffermandomi sulle copertine che sembravano più invitanti.
Anche se, grazie a Calum, avevo capito che un libro non si giudica dalla copertina.
Mi maledissi, perché qualsiasi cosa che pensavo portava direttamente a lui.
Mi accorsi che i libri erano ordinati in ordine alfabetico e per genere.
Presi un libro qualsiasi dalla copertina ruvida nera e lo aprì senza leggere il titolo.
Scorsi le pagine continuando a camminare, e diventai Paonazza quando imbarazzanti immagini di genitali maschili e femminili mi si presentarono
Davanti.
Leggevo i titoli dei capitoli e capì che si trattava di un libro di anatomia.
Il libro mi scivolò dalle mani quando andai a sbattere contro qualcosa.
O qualcuno.
Alzai lo sguardo e sussultai quando vidi che si trattava di Alfred.
Mi guardava con la stessa intensità della sera precedente, come se mi stesse studiando.
Poi mi sorrise e fece cadere lo sguardo sul libro aperto per terra.
In quel momento, volevo scomparire. Il libro era rimasto aperto proprio sull'immagine raffigurante due genitali maschili. Lui si chinò e lo raccolse, e fece un mezzo sorriso quando me lo consegnò.
-Se vuoi posso insegnarti io. -
-ehm... no grazie. Io stavo solo... ho preso il primo libro che ho trovato e casualmente era questo... -
Lui mi sorrise e rise mostrandomi i suoi denti bianchissimi. -Perché ti stai giustificando? Non c'è niente di male...esprimere la propria sessualità è solo un segno della propria alta autostima e sicurezza. -
-Si, il punto è che io non stavo esprimendo proprio niente... è stato una casualitá. Perciò... -
-Ok. - disse divertito.
Era vestito quasi come la sera precedente,sempre formale, indossava dei pantaloni scuri e una camicia azzurro chiaro con le maniche arrotolate ai gomiti.
Aveva allentato il nodo della cravatta nera e aperto il primo bottone della camicia.
Ed era ancora più sexy di quanto ricordassi.
Misi il libro sullo scaffale vicino, e tornai a fissare i suoi grandi occhi scuri.
-Che ci fai qui? -
-Sto facendo delle ricerche per degli esperimenti. E tu? -
-Mi annoiavo e cercavo qualcosa da leggere. Ma non c'è niente che fa per me. -
-Che cosa stai cercando? -
Di certo non avrei trovato romanzi rosa tra quei scaffali impolverati.
E non ero una grande lettrice, non conoscevo nemmeno i nomi degli autori che leggevo.
-Mmh... Kafka? -
Dissi ricordandomi il grosso libro, dal titolo che non ricordavo, che aveva mia madre.
-Mmh... niente male. Quale sua opera hai letto? -
Merda.
Camminevamo tra gli scaffali lentamente, e mi guardava interessato in attesa di una risposta.
-Mmh... solo una in realtà. Ma mi è piaciuta molto, perciò... -
"Perciò" stava diventando la mia parola di salvataggio.
- Ecco qua. I libri migliori. Prego. -
Presi il primo, senza guardare nemmeno il titolo.
- La metamorfosi... ottima scelta. Complicato, ma se hai letto già qualcosa di Kafka, sai di cosa parlo. -
No, in realtà non ne avevo la minima idea.
- Ehm... grazie per l'aiuto. -
-Ma di che. -
Ci incamminammo verso la scrivania dove Alfred stava lavorando prima di incontrarmi.
Nel tavolo c'erano un sacco di fogli tutti ammucchiati e un computer acceso.
-A che stavi lavorando? - mi appoggiai alla scrivania con il libro stretto tra le mani.
-È uno dei progetti più complicati che abbiamo mai affrontato. Ci sono degli ibridi, dei... Non so nemmeno come definirlo... beh, in parole povere, degli umani che si nutrono di sangue di vampiro. E noi dobbiamo eliminarli e evitare che questo si ripeta. Qualcosa nei nostri esperimenti sta andando storto e stiamo cercando di capire dove sbagliamo, perché nascono. Abbiamo creato i nostri assassini. -
I miei occhi si spalancarono a quell'affermazione.
Sapevo di cosa stava parlando.
Trisha Barns, la mia ex compagna di classe cinque anni fa, era una di loro.
Non avrei mai immaginato che ce ne sarebbero stati degli altri.
Dal suo sguardo mentre mi racconta tutto ciò, capì che era preoccupato.
- Mi dispiace aver interrotto il tuo lavoro. - Dissi sincera.
Alfred sorrise e si avvicinò, alzò la mano e la fece passare sulla ciocca di capelli davanti agli occhi, posizionandola dietro l'orecchio.
Il suo tocco e la sua lentezza mi fece rabbrividire.
Le sua mano sfiorò la mia guancia. Aveva una bella mano, grande e dalle unghie curate, e un bracciale nero che circondava il suo bel polso.
E io, la stavo fissando quella mano. Stavo sul serio fantasticando su un arto?
Mi sorrise e arrossì come una ragazzina.
-Avevo bisogno di interrompere. E tu Sei un ottima distrazione. -
Non ero in grado di reggere il suo sguardo profondo e così mi allontanai.
-Allora... ci sarai al Matrimonio? -
Non mi interessava realmente, visto che io non ci sarei stata, ma avevo urgentemente bisogno di cambiare discorso.
- sono stato invitato proprio qualche ora fa. Non sono sicuro di volerci venire, però. -
-E perché? -
Si infilò le mani sulle tasche e si appoggiò alla scrivania.
- Io e Calum non andiamo proprio così d'accordo. Ma questa non potrà giustificare la mia assenza al suo matrimonio comunque. Tu Dci sarai? -
-Ah... no. -
Rise e potei notare come ogni suo gesto spontaneo mi affascinava.
-Se vuoi, quel giorno posso offrirmi come tuo compagno di sbronze. E ce ne andiamo dal matrimonio. -
Risi, l'idea sembrava ottima.
-E dove andiamo?-
-Dove vuoi. -
-D'accordo. Potrei accettare. -
Lui sorrise soddisfatto e si sedette sulla poltrona rossa.
-Allora... sembra seria la situazione. Sono pericolosi questi... umani predatori? -
Lui sospirò e si passò una mano fra i folti capelli neri.
- Per ora sono davvero pochi, e solamente in alcune zone del midwest e del sud. Ma ci preoccupa quello che potrebbe accadere fra pochi anni. Si riproduceranno e saranno in ogni parte del mondo. Non voglio nemmeno pensare a quello che accadrà fra vent'anni. Una guerra fra ibridi e vampiri. Questa nuova razza si espande in fretta, e come se non bastasse, si stanno alleando con i cacciatori. Sarà una grande rivoluzione. E un omicidio di massa. -
Non voglio nemmeno pensare a una possibile tragedia. Ho sempre creduto che il mondo senza vampiri sarebbe stato migliore. Ma ora una possibile guerra, anche se non include nemmeno lontanamente la mia razza, mi fa davvero spaventare.
Sarà che mia figlia è per metà vampira e l'idea che potrebbe essere coinvolta in tutto ciò mi fa rabbrividire.
-Ora devo andare. Grazie per il libro... -
-Quando hai bisogno. -
Gli sorrido grata e mi allontano, lasciandolo al suo lavoro.
-Winnie... -
Mi volto e lui rimane appoggiato alla scrivania con le mani sulle tasche.
- Tu e Calum... -
-Cosa... oh! No! Lui sta per sposarsi e per me non è altro che il padre di mia figlia. È finita molti anni fa. -
Lui sorrise sollevato. -Buon a sapersi. Spero di rivederti presto. -
-Si. Anche io. -
Uscì dalla stanza più felice di quando ci entrai.
Mi ero promessa che non avrei mai più avuto a che fare con un vampiro.
E per quanto Alfred potesse essere attraente e simpatico, devo tenere bene a mente che io rimango sempre la sua preda.
E Lui il mio predatore.

Vampire next door - Il risveglio delle tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora