Madison Pov
Uscì dalla clinica che era già Mezzogiorno.
Le strade erano come sempre affollate, faticavo a schivare la gente nel marciapiede. Tutte quelle persone che camminavano veloci, in ritardo al lavoro, con il caffè del loro capo che si raffreddava; i padri andavano a prendere i propri figli all'asilo, giovani adolescenti marinavano la scuola e vagavano per la città spensierati.
Ognuno aveva il suo problema, il suo peso da portare sulle spalle.
Raggiunsi il parcheggio e salì in auto.
Diedi un occhiata veloce al cellulare. Notai che avevo un messaggio di Brooke, la mia parucchiera, e mi avvisava che avremmo provato l'acconciatura del matrimonio quel pomeriggio.
Feci un respiro profondo e appoggiai la testa sul volante.Non piangere. Non piangere.
c'era motivo di farlo, Madison. Non ho mai avuto il desiderio di maternità. I bambini non mi sono mai piaciuti, e sapevo che non sarei stata una brava mamma,ma infondo non ho avuto il miglior esempio del mondo.
Però, quando il dottore disse che non potevo avere figli, mi si è crollato il mondo addosso.
E non perché il piano è stato rovinato, quella è l'ultima cosa che mi interessa. Sapere che non avrei mai avuto un bambino mi faceva sentire sbagliata. Non ne avevamo mai parlato io e Calum, e sapevo che nemmeno lui ne voleva, ma adesso mi sentivo come se... sentivo che avrei rimpianto questo momento ogni volta che avrei visto una donna incinta, dei bambini o una nonna con i suoi nipoti. Mi sentivo come se stessi perdendo metà del mondo. Non avrei mai provato quello che provano tutte le donne. Ed era così ingiusto. Una lacrima mi scivolò sulla guancia, ma mi trattenni dal scoppiare a piangere. Probabilmente lo avrei fatto, magari più avanti, quando la vita da vampiro sarà giunta al termine. Viviamo così a lungo che è come se non ci fosse una fine, come se vivessimo in Eterno.
E sarei riuscita a sopportare questo peso per l'eternità?
Misi in moto e uscì dall' enorme parcheggio.
Accesi la radio al massimo volume, sperando che così il rumore della musica avrebbe sovrastato quello dei miei pensieri.
La canzone era tristissima, e come se non bastasse parlava dell'amore per un figlio.
Inevitabilmente scoppiai a piangere, espensi la radio.
Battei i pugni sul volante e gridai.
Fortunatamente, la casa di Del non era molto lontana dal centro, e in pochi minuti mi ritrovai davanti l'enorme cancello di ferro battuto della sua casa.
Prima di scendere dall'auto, feci un respiro profondo e cercai di calmarmi, asciugandomi le lacrime. Afferrai la borsa ed entrai.
La casa dei Channing era enorme, non quanto la villa dei Fisher o dei Jefferson, ma era altrettanto accogliente.
La madre di Del, Sophie, mi accolse calorosamente come al solito. Era una vampira graziosa, era bella e trasmetteva tutto l'amore materno che io non ho mai ricevuto. Dai tempi delle scuole, si è sempre curata di me, quando sia io che Kara, entrambe figlie di nobili, volevamo rifugiarsi in un ambiente famigliare e affettuoso venivamo qua. Del non aveva sangue blu, e per lei, una semplice vampira dalla famiglia ricca ma non regale, era sempre stato un onore avere amici parte della famiglia reale.
La verità è che la fortunata qua è sempre stata lei.
Non ho mai avuto la possibilità di ricevere così tanto amore paterno come con Sophie.
-Ciao tesoro, come stai? -mi avvolse in un caloroso abbraccio, e mi venne ancora più voglia di piangere.
- Bene... -
Mi staccai e puntai lo sguardo sul tavolo della cucina.
-Maddie... hai pianto? -
Non dissi nulla, perché non sarei riuscita a mentire.
-Oh tesoro... ne vuoi parlare? -
Scossi la testa. -Del è in casa? -
-Si, è in camera sua. -
-Ok... -
Salì le scale che portavano alle stanze da letto.
Bussai alla porta bianca della camera di Del ed entrai.
Stava leggendo una rivista e aveva le cuffie nelle orecchie.
Alzò lo sguardo e mi sorrise.
-Ciao Maddie. -
-Ehi. -
Mi sedetti sul suo morbido letto matrimoniale.
-Tutto bene? -
Annuì, e lei lasciò perdere, pur sapendo che qualcosa non andava.
-Allora, come va il tuo piano? -
Dio, ancora. Ricacciai indietro le
Lacrime e sosporai.
-Saltato. Non c'è più nessun piano b. -
-E come mai? -
-Non voglio diventare madre. È una cosa seria, sarebbe egoistico farlo solo per un progetto losco come il mio. -
Nello stesso istante che pronunciai quelle parole, mi sentii inevitabilmente un ipocrita.
Forse era meglio che non potessi diventare madre. Non lo meritavo.
-Perciò che farai? -
-Non ne ho idea. O meglio, mi rimane solo una cosa da fare, la peggiore di tutte. Pensavo di non dover ricorrere al piano C. -
-Qual'è il piano C? -
La guardai, i suoi occhi verdi erano così innocenti, così puri. Come poteva essere mia amica?
-È il piano più losco di tutti. Il piano più pericoloso. - sospirai e alzai gli occhi al cielo. -E Sono pronta ad agire. -Winnie Pov
-13 verticale, cinque parole: Le ninfomani ne sono attratte. -
-Calum. - disse ovvio.
Alzai un sopracciglio e lo guardai storto. -direi "sesso"visto che inizia con la s. -
-Beh, il mio sinonimo. -
Scoppiai a ridere e alzai gli occhiali da sole, per controllare Avery in acqua. Stava giocando sulla riva con un bambino più piccolo. Eravamo in spiaggia da poco più di mezz'ora, faceva davvero caldissimo e infine Cal era riuscito a convincermi.
Da quando avevamo deciso di cominciare da capo, il nostro rapporto era migliorato. Ho dovuto chiarire che con "da capo" intendevo solo amicizia, e nient'altro che avrebbe potuto rovinare il suo matrimonio.
Ero decisa più che mai che non avrei più avuto relazioni con vampiri. Ma ora, qui con lui, risulta difficile non pensare a tutto quello che c'è stato.
A tutto il dolore che mi ha fatto passare.
-Donna delle parole crociate, hai finito di allenare il cervello? Andiamo in acqua si o no? -
Misi da parte il giornale e annuì.
L'acqua era calda, e mi tuffai subito tra le onde del mare leggermente mosso.
Avery ci vide e ci corse incontro, abbandonando così il suo nuovo amico che ci rimase male.
Mi saltò in braccio facendo cadere all'indietro.
-Fatemi fare un tuffo! -
-E il tuo amico? Come si chiama? -
Fece spallucce e andò da Calum. -Fammi fare un tuffo papà! -
Ovviamente, lui l'accontentò subito.
Quando si stancò, si allontanò veloce verso il bambino con cui stava giocando prima.
-Vuoi fare anche tu un tuffo? -
-No grazie. -
-Dai... -si avvicinò pericolosamente con un sorrisetto divertito sulle labbra.
-Cal, stai lontano. -
-Un tuffo piccolo...-
-No! -
Mi prese per la vita e urlai quando mi alzò, poi mi lanciò in aria facendomi cadere in acqua.
Riemersi guardandolo male, e gli spruzzai più acqua possibile.
Calum rise e si avvicinò a me, cingendomi la vita con le braccia.
Smisi di tirargli l'acqua e Godetti della sensazione della sua pelle sulla mia.
I suoi occhi blu indagatori mi scrutavano l'anima ed io mi persi dentro essi per troppo tempo.
Mi strinse più a se, e io fui estremamente felice di quel contatto.
Ma gli amici non stavano così vicini.
-Winnie, ho bisogno di sapere che mi hai perdonato. -
Distolsi lo sguardo, perché n on ero veramente pronta a parlarne.
-Winnie, guardami. Non posso andare avanti se so che non mi hai perdonato. -
Come potevo? Aveva ucciso mio padre, o meglio, era un testimone dell'omicidio di mio papà. Se lo avessi davvero perdonato, mi sarei sentita come se stessi tradendo mio padre, a cui avevo giurato giustizia.
- Non lo so Calum... Ti prego, non parliamone ora. -
-Non ce la faccio così, Winnie. -
Sospirai e lo strinsi spontaneamente più a me.
-Voglio perdonati. Voglio farlo davvero. Tu lo hai fatto con me. -Dissi guardando Avery. -Abbi solo un Po di pazienza Cal, ti prego. -
Lui sospirò deluso, ma poi mi sorrise debolmente, facendo scorrere le sue mani sulla mia schiena.
- Aspetterò. Abbiamo tutto il tempo che vuoi. -//*
Eccomi con un nuovo capitolo. Siccome non è molto lungo ho deciso di pubblicarlo subito. Allora cosa ne pensate? Quale sarà il piano c tanto pericoloso e tragico di cui parla Madison?
Ali XOXOXO
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Vampire next door - Il risveglio delle tenebre
Vampire~Secondo libro della trilogia "Vampire next door"~ Sono passati cinque anni dalla partenza di Calum. Winnie, premurosa madre single, mantiene la figlia con un lavoro che non la soddisfa, arrivando faticosamente alla fine del mese. Il dolore che le...