11. Piano B

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Calum pov
Non entravo spesso qui dentro.
Non sono un grande lettore, ma mi piaceva venire qui dentro per rilassarmi, per stare solo, lontano da tutti, Con unica compagnia centinaia di libri antichi.
Solitamente mi sedevo sulla poltrona rossa o per terra fra gli scaffali, e rimanevo in silenzio ad ammirare i raggi del sole che entravano dalla finestra, la polvere che fluttuava nello spazio.

Rimanevo qui tanto e nemmeno me ne accorgevo

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Rimanevo qui tanto e nemmeno me ne accorgevo. Sfogliavo distrattamente qualche libro senza leggerne neanche una riga. Guardai fuori, Avery e Raniero stavano giocando a palla. Sorrisi spontaneamente. Non avrei mai immaginato che mio nonno avrebbe legati così tanto con mia figlia. Ha sempre considerato gli umani una razza inferiore, o semplicemente non li considerava nemmeno. Pensavo che appena avesse scoperto che non solo ero stato con un umana, ma addirittura avevamo una bambina, sarebbe impazzito e mi avrebbe cacciato come ha fatto con mio padre.
Ed invece mi sbagliavo. Avery era riuscita a conquistare anche il suo cuore.
Senti il cigolio della porta che si apriva e mi alzai da terra.
-Ehi! Ti cercavo dappertutto. - Madison mi raggiunse sculettando con il suo vestito nero di Pizzo. Sembrava proprio una vedova nera. Il rumore dei suoi tacchi rimbombava per tutta la stanza.
Mi circondò la schiena sorridendo.
-Che fai qui tutto solo? -
-Niente. - dissi allontanandola.
-Allora magari, possiamo fare niente insieme. - Disse roguardandomi maliziosamente.
-Dai Madison... - sbuffai incamminandomi verso l'uscita.
Mi raggiunse immediatamente. -Ok, come vuoi Cal. Posso usare il tuo telefono? L'ho lasciato in borsa e devo avvisare mia madre di mandare l'invito anche a zia Mariah. Probabilmente verranno anche tutti i cugini e quindi dovremmo aumentare i posti che... -
-Ok, tieni! - glielo diedi distrattamente, facendola zittire. Non ce la facevo più ad ascoltare progetti sul matrimonio.
Digitò velocemente un messaggio, e fece scivolare il cellulare nella mia tasca posteriore dei pantaloni.
Mi circondò la vita e mi sorrise. -Perché non facciamo qualcosa stasera? È da molto che non usciamo, questo matrimonio è così stressante. Abbiamo bisogno di un po'di pausa. Potremmo andare al cinema. È uscito quel film che volevi vede... -
-Non vado da nessuna parte, Madison. Ora, potresti uscire? Sono venuto qui per stare solo. - dissi sottolineando l'ultima parola.
- Ma che ti succede? Perché fai così? -
Alzai gli occhi al cielo. Ma non capiva che non mi interessava più? Che non mi è mai interessata?
- Ok, sei nervoso. È normale. So io come farti stare bene. - Disse posandomi le mani fredde sulle guance.
Mi attirò a se e mi bacio, agganciando la sua lingua alla mia. Non ricambiai subito, ma dopo interminabili tentativi ci misi del mio meglio. Mi strinse a se, passando le sue piccole mani dappertutto.
Mi mordicchiò il labbro e mi prese la mano, facendola salire lungo la coscia sotto il vestito.
Sotto, non portava nulla.
Si staccò dalle mie labbra, con i nostri nasi che si sfioravano.
-Scopami. -
La spinsi contro la scrivania in mogano, spostandola leggermente.
Lei passò la mano sul tavolo e fece cadere tutti i fogli e altre scartoffie per sedersi.
Portai le mie labbra sulle sue, la sua bocca sapeva di sangue.
Si stese sulla scrivania e si alzò il vestito fino ai glutei, completamente esposta per me.
Mi slacciai la cintura e feci calare i jeans e i boxer.
Lei alzò la testa e si leccò le labbra.
La avvicinai al bordo e lei mi circondò con le gambe.
Gli passai la mia erezione lungo la sua apertura, e lei inarcò la schiena gemendo il mio nome.
Con una spinta veloce entrai in lei. Ad ogni mia spinta la scrivania si muoveva, strisciando le gambe contro il pavimento. Era tanto tempo che non lo facevo, e sapevo che non ci avrei impiegato molto a venire. Mi accorsi solo allora, che non provavo nulla. Non ho mai provato nulla. Immaginavo che al posto suo ci fosse Winnie e solo grazie a questa immagine riuscivo a soddisfarmi.
Le urla di Madison rimbombavano
Per tutta la stanza, e ringraziamo mentalmente il nonno che l'aveva appena fatta Insonorizzare.
Sentii il forte rumore della porta che veniva sbattuta, ma non mi staccai, troppo vicino al culmine.
Mi svuotai dentro di lei e uscì velocemente, rimettendomi i pantaloni e allacciando la cintura.
Madison respirava affannosamente, e non si mosse per molto tempo.
-Dove stai andando? Io non sono venuta! -
Mi chiese quando mi allontanai verso l'uscita.
Non le risposi, ed uscì lasciandola li, nuda e insoddisfatta sulla scrivania.
Scesi al piano inferiore, silenzioso e vuoto come sempre. Cercai nelle tasche il mio pacchetto di sigarette, e sbuffai quando non lo trovai. Probabilmente era caduto in biblioteca. Decisi di andare a cercarlo, ma in quel momento notai che la porta della veranda era spalancata.
Probabilmente qualche cameriere l'avrà lasciata aperta, pensai.
Mi avvicinai, ma quando feci per chiudere sentii delle voci provenire da fuori.
Winnet e Alfred erano in piscina,

avvolti in un caloroso abbraccio e con le labbra pericolosamente vicine

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avvolti in un caloroso abbraccio e con le labbra pericolosamente vicine. Non ci vidi più dalla rabbia.
-Che diavolo ci fai tu nella mia piscina? -
Si allontanarono spaventati. Rimanemmo in silenzio per molto tempo. Winnie evitava il mio sguardo, mentre Alfred non abbandonava quel cipiglio divertito dalla sua stupida faccia.
Non poteva essere. Se fossi uscito più tardi? Non avrei potuto fermarli. La mia Winnie.
Cercai di eliminare dalla mia mente ciò che avevo appena visto.
-Fisher...Già fatto? - Mi chiese Alfred ridendo.
Strinsi forte i pugni e cercai dì calmarmi.
-Vieni Alfred... andiamo da qualche altra parte. - mi stupì quando scoprì che quelle parole le aveva pronunciate Winnie.
Nuotarono fino alla scaletta e uscirono dalla piscina.
Non era certo il momento di perdersi a guardare il favoloso corpo di Winnie, ma quel costume era così....
- Non dovresti eseguire i tuoi studi, Montgomery? -
Lui si strizzó il tessuto del costume bagnato, ridendo alla mia domanda.
-La biblioteca era occupata. Ora se vuoi scusarmi ... andiamo Winnie? -
Lei annuì distrattamente, lasciandomi un occhiata furiosa, e fece per dare la mano ad Alfred, ma la fermai bloccandola per un polso.
Spalancó gli occhi quando vide la mia mano stringerle il braccio.
- Non andare con lui. -dissi alleggerendo il tono di voce.
Il suo sguardo di ghiaccio mi colpì ancora e strattonò il braccio, cosicché la lasciassi andare.
- Non provarci. Non sei nessuno per dirmi quello che devo fare. -
-Ma che ti prende? Cosa é successo adesso? -
-Oh, questo me lo devi dire tu Calum. Ho capito, sul serio. Io non farò mai parte della tua vita. È ok, lo volevo anche io. Ma potevi parlarmi, potevamo discutere di questa cosa! Non serviva che vedessi... quella cosa! Sei proprio uno stronzo! - rossa in viso, si allontanò verso Alfred che l'aspettava a bordo piscina.
- Ma di che stai parlando?! -urlai.
Lei si voltò, non smettendo di camminare. -Del messaggio idiota! -
Messaggio?
Quale messaggio?

Madison pov
Ero appena salita sulla mia auto nuova quando vidi uscire dalla villa Winnie e Alfred in costume.
Si dirigevano verso la spiaggia, mano nella mano.
Corrugai la fronte e uscì dal parcheggio dei Fisher.
Che cosa mi ero persa?
L'idea che stesse con Alfred non era male, almeno sarebbe stata lontana da Calum.
Tze, é proprio come pensavo. Che zoccola.
Mi immersi nel traffico centrale, tamburellando le dita nel volante. Dovevo incontrarmi con Kara al nostro solito Starbucks.
Finalmente avevo trovato il mio bellissimo abito ed ora dovevamo occuparci degli abiti delle Damigelle.
Certo che Alfred e sceso proprio in basso. Ma cos' ha questa ragazza dì così speciale?
Certo, Alfred non è niente male. Ci sono andata a letto, prima che conoscessi Calum. E ho bei ricordi.
Parcheggia l'auto di fronte al locale e scesi dall'auto.
Kara era seduta al nostro tavolo, con un caffè tra le mani.
Ne aveva ordinato uno anche per me.
-Ciao Maddie. Io e Del abbiamo fatto una selezione degli abiti più belli e... -
-Aspetta aspetta... Non voglio parlare del matrimonio ora. Ne riparleremo con Del ok? A proposito, ripetimi perché non è venuta? -
-Aveva un appuntamento con un tipo
Che ha trovato su Tinder. -
Inarcai un sopracciglio. - Ah si? E cosa ha scritto nel motore di ricerca? Vampiro puro sangue ricco? -
Ridemmo insieme e per un istante mi dimenticai il motivo per cui ero li.
-Allora, non sai cosa ho visto. -
-Che cosa? -
-Winnie. E Alfred. Mano nella mano. -
Kara spalancò gli occhi. -Scherzi? Si da da fare la ragazza. Da quanto sto cercando di farmi notare da lui? E arriva lei che in tre giorni già se lo porta a letto? La odio...-
-Già, però questo va a mio favore. Ma non è abbastanza. Calum ce l'ha sempre in mente. Devo trovare un modo per legarlo a me, per costringerlo a non pensare a lei... -
-E che vuoi fare? -
Già, che potevo fare? Il piano a, non stava avendo successo. Winnie non se ne sarebbe andata, perché c'era comunque Alfred. Come potevo evitare che Calum mi lasciasse all'altare?
-Oddio, perché non ci ho pensato prima?! -
Annunciai improvvisamente.
-Cosa? -chiese Kara prendendo un sorso del suo caffè.
- Ma certo, è ovvio. Ora ho un piano b. Devo fare come ha fatto lei. -
Kara corrugò la fronte, non capendo ancora cosa intendessi.
-Vieni, devo andare in farmacia a prendere uno di quei così che ti dice quando ovuli. E butta via queste. -gli passai la mia confezione quasi vuota di pillole anti concezionali.
Kara mi guardò dubbiosa.
- Ma... sei sicura. -
-Oh, sicurissima. Diamo il via al piano b. -

Vampire next door - Il risveglio delle tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora