9. Il diavolo veste Prada

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Sopra Alfred

Rientrai dalla spiaggia con Avery nel primo pomeriggio.
Avevamo passato al mare tutta la mattinata e la mia pelle stava letteralmente diventato del colore del cioccolato fondente.
Avery corse subito di sopra, sparpagliando sabbia per tutto il pavimento.
Raccolsi i secchielli che aveva lasciato a terra e feci per salire, ma venni fermata da una voce familiare.
-Winnie! -
Mi voltai quando sentii il ticchettio dei tacchi a spillo avvicinarsi.
-Ciao Madison. -
Come al solito, era stupenda. In queste settimane non l'ho mai vista con un capello fuori posto. Era sempre tirata a lucido, anche se non doveva andare da nessuna parte.
Mi sorrise, abbagliandomi quasi con la sua dentatura bianco smagliante.
Ultimamente era sempre in casa, e non faceva altro che parlare del suo matrimonio.
-Senti, forse abbiamo incominciato con il piede sbagliato. Ma voglio che tu sappia che io non ho niente contro di te. -
Oh, come no.
-Nemmeno io Madison. -
-Bene, mi fa piacere saperlo. Hai da fare? -
-Ehm, in realtà sono appena tornata dalla spiaggia e... -
-Che ne dici di un pò di shopping? Non esci quasi mai e in questo modo avresti l'opportunità di conoscere meglio la città, no? E io mi sto annoiando a morte. -
-Grazie, ma sono un Po stanca. -
-Andiamo... Non stiamo via tanto, te lo prometto. E non dirmi che non ti piace fare spese! Ci sono dei negozi fantastici! -
Sospirai e esitante accettai.
Effettivamente non ero mai andata in città e lo shopping mi avrebbe distratto da... da Calum.
-Grande! Vado a prepararmi! Ci vediamo tra un ora qui. -
Annuì, chiedendomi perché dovesse andare a prepararsi se era già pronta, e andai in camera mia.
Velocemente mi feci una doccia e mi cambiai, notando solo in quel istante che il mio guardaroba aveva bisogno di una rinnovata.
Indossai dei pantalonci neri e una t-shirt rosa pallido.
Mi stavo asciugando i capelli quando qualcuno bussò alla porta. Avery corse ad aprire, e Calum la prese in braccio facendola volteggiare.
-Papà, quando torniamo al luna park? -
Il phon mi cadde dalle mani ancora acceso.
Lui spalancò gli occhi e per poco non la fece cadere.
Avery lo aveva chiamato papà.
Era pronta, o forse lo è sempre stata. Non aspettava altro da anni, e di certo non avrebbe aspettato altro tempo per pronunciare quel "papà "
Calum la strinse in un caloroso abbraccio, e le sue lacrime di sangue bagnarono i capelli biondi di Ver.
Lei lo ricambiò, non capendo realmente il motivo di quel morboso affetto spontaneo.
Quando si staccarono, lui si asciugò le guance bagnate.
- Perché piangi rosso? - chiese la fievole voce di Ver.
-Mamma, papà piange rosso. -
Mi avvicinai a lei e la presi da parte. -Perché non dai da mangiare a Mucca? Non ha ancora pranzato. -
Lei si mise una mano sulla fronte e spalancò la bocca. -L'ho dimenticato! Poverino starà morendo dì fame! Ci vado subito. -
Corse fuori dalla stanza e mi affrettai a chiudere la porta.
Calum era sul letto, con la testa China, lo sguardo perso nel vuoto e la mente chissà dove.
Mi avvicinai e gli misi una mano fra i folti capelli ricci.

- La prima volta che ti ho visto pensavo che tu non potessi piangere

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- La prima volta che ti ho visto pensavo che tu non potessi piangere. I tuoi occhi sembravano quelli di una bambola. Spenti e vuoti. E invece sei un piagnucolone.-
Alzò lo sguardo e mi ricredetti. Quelli non erano occhi da bambola. Erano vivi, e dentro c'era un mondo intero.
Mi attirò a se facendomi sedere sulle sue ginocchia.
-Prima di conoscere te non avevo mai pianto. -
Scoppiai a ridere e gli accarezzai la barba che stupidamente aveva deciso di lasciar crescere.
-Questo si che mi fa piacere. -
Ridemmo insieme e fui contenta di avergli sollevato il morale.
-E comunque non ci credo. Avanti, avrai cent'anni e non hai pianto nemmeno una volta? A proposito... Non ti ho mai chiesto la tua età.-
-Te l'ho detto. Ventitré. -
-Si, anche cinque anni fa. -
-Sei solo invidiosa perché sei più vecchia di me. -
-Ne devo ancora fare ventiquattro idiota! -
Rise e mi strinse a se. - Ne ho 99.-
-E poi sarei io la vecchia! -
-Per noi vampiri... chi ha meno di cent'anni è... Non so, veniamo giudicati male. Siamo i più Piccoli, con meno poteri. -
Annuì distrattamente, non mi interessava cosa pensavano i vampiri di altri vampiri.
-Va bene, vecchietto. Ora devo andare. - mi alzai e i suoi occhi scorrerono su tutta la mia figura soffermandosi sulle gambe scoperte.
-Dove stai andando? - Disse corrugando la fronte.
-Vado a fare compere. -
- Ok. -
-Con Madison. -
-Cosa? Perché? -
-Beh, me la chiesto... -
-Potevo portartici io. -
-Senza offesa, ma lo shopping con te non è molto entusiasmante. -
Si alzò e si avvicinò. -È solo che... -
-Senti Calum, dobbiamo parlare anche di un'altra cosa. So che l'idea che la tua amante e la tua sposa che fanno spese insieme non ti entusiasma ma... -
-Smettila. - Disse freddo.
- Credo che... dovremmo smetterla. Stai per sposarti e... io sono una rovina famiglia. - dissi poco convinta delle mie stesse parole.
Lui strinse i pugni e serrò le labbra in una linea dura.
-Siete voi la mia famiglia. E adesso non ne voglio parlare. -
Presi la mia borsa e alzai gli occhi al cielo.
- Certo, tu non ne vuoi mai parlare. -
Non disse niente e aspettai che uscisse dalla stanza.
Dalla tasca prese il portafoglio e lo aprì.
-Che stai facendo? -
-Voglio prendermi cura di voi, lo sai. -
-Calum, non ho bisogno dei tuoi soldi, te l'ho detto -
-È mia figlia. E come padre ho il diritto di decidere, no? O vuoi impedirmi anche questo? -
Sapevo che non poteva dimenticare quello che avevo fatto come io non potevo dimenticare quello che aveva fatto lui, ma le sue parole facevano male lo stesso.
Decisi di non ribattere perché altrimenti avremmo iniziato a litigare e io non ne avevo molta voglia.
-E va bene. Prenderò i tuoi soldi e ci comprerò tante cose inutili! - Dissi furiosa.
Lui trattenne a stento una risata che mi fece arrabbiare ancora di più, ma in fondo ero felice che si era rasserenato.
Presi quello che sembravano tre stipendi del mio lavoro, e uscimmo dalla stanza insieme.
Madison mi aspettava in atrio, messaggiando sul suo i phone ultimo modello.
Salimmo sulla sua Audi e ci inoltrammo nel traffico pomeridiano.
Alzò il volume della radio e canticchiò tenendo il ritmo sul volante.
Arrivammo in un grande centro commerciale e impiegò un Po a trovare parcheggio.
C'era molta gente, e Madison si muoveva sicura tra i negozi.
Entrammo da Prada, quel genere di negozio che potevo contemplare solo da fuori.
-Deve arrivare anche la mia amica Kara. Ha detto che ci incontravamo qui. -
Mi persi tra gli scaffali, troppo impegnata a osservare i fantastici abiti che avevo intorno.
Era così surreale trovarsi in questo posto.
Madison mi raggiunse con un sacco di vestiti tra le mani, accompagnata da una ragazza che doveva essere Kara.
Mi sorrise gentile, squadrandomi dall'alto al basso.
Era vestita proprio come una diva di Hollywood, e mi sentii improvvisamente a disagio con i miei vestiti semplici.
-Piacere, io sono Kara. -
Ci stringemmo la mano e rabbrividì
Quando notai che era gelata.
-Winnie. -
-Bene, Winnie. Hai trovato qualcosa? Perché io ne ho per molto. - Disse Madison mostrandomi i vestiti che aveva scelto.
-Vado a provarli. Scegli qualcosa. -
Annuì e provai a darle ascolto. Tutto qui dentro aveva un prezzo incredibile, e mai in vita mia immaginai di trovarmi qui dentro a scegliere qualcosa.
Presi un paio di pantaloni a vita alta e una maglia bianca, che sicuramente non avrei mai comprato, visto che, anche aggiungendo i soldi di Calum, non sarei riuscita a comprare.
Mi avvicinai ai camerini, dove Kara mi disse di sedermi nella poltrona al suo fianco, per aspettare che i camerini si liberassero.
Madison scostò la tendina e uscì, sfilando nel suo bel abito attillato rosso bordeaux.
-Come sto? -
Stava davvero bene. Quel abito era bellissimo e lei lo indossava perfettamente.
- Lo prendo. - disse guardandosi allo specchio.
- Winnie, tu cosa hai scelto? -
Le mostrai i vestiti e lei storse il naso. -Carino. Ma penso che dovresti puntare su qualcosa di diverso. Hai un bel corpo e dovresti valorizzarlo, non nasconderlo. Ti serve qualcosa di sexy. - Disse Kara.
-Ha ragione. Ad esempio, quel vestito che avevi alla Festa. Qualcosa del genere. Qualcosa tipo... tipo questo! -disse indicando il vestito che portava.
- Oh... -
-Aspetta, adesso me lo tolgo e lo provi tu. Ti starà da Dio. -
Volevo dirle che non lo avrei comunque mai comprato, e che volevo solamente andare a casa a dormire.
-Mmh... forse è meglio che ti prendo una taglia più grande. -
Finsi di non essermi offesa.
Si cambiò velocemente e chiese ad una commessa di portarle un' altro di DUE taglie più grandi, specificando che non fosse per lei.
La donna Tornò subito e mi Porse il vestito meraviglioso, anche se sembrava troppo grande.
-Avanti, provalo. E poi esci che vogliamo vederti. -
Entrai nel camerino e mi cambiai, eletrizzata di poter indossare qualcosa di prada per la prima volta.
Il vestito era largo, ma comunque bellissimo.
-È ok, ma forse dovrei provare una taglia in meno. -
Dissi a voce alta per farmi sentire.-Ragazze? -
Scostai la tendina ma di Kara e Madison non c'era nemmeno l'ombra. Corrugai la fronte e mi guardai intorno.
Probabilmente stavano dando un'occhiata in giro.
Mi cambiai e uscì, andando in cerca delle vampire.
Ma il negozio non era molto grande, e di certo non potevano essersi nascoste.
Chiesi alla commessa se le aveva viste e mi disse che erano uscite qualche minuto fa.
Mi ammutolì. Magari... sicuramente erano in qualche altro negozio di lusso. Ma come avrei fatto a trovarle? Il centro commerciale era enorme e io non avevo nemmeno il loro numero.
Mi maledissi per aver accettato di venire.
Le cercai su tutti i negozi, soffermandomi a scrutare i vestiti di Armani dalla vetrina.
Era già tardi, e quasi sicuramente se ne erano andate.
Sbuffai e mi sedetti su una panchina, troppo stanca per continuare la ricerca.
E adesso? Avrei potuto chiamare Calum, ma non me la sentivo realmente.
Fortunatamente, avevo il numero di Carly.
-Winnie? -
Alzai gli occhi dal telefono.
Alfred mi sorrise e Mi scrutò con i suoi occhi scuri.
Era elegante come al solito e aveva una busta di Guess.
-Che ci fai qui? -
-Tu che dici? - Mi pentii subito per il mio tono burbero. Ma ero così arrabbiata con quelle...
Alfred si sedette al mio fianco e mi fissò incuriosito.
-Sono venuta a fare shopping. Con Madison e la sua amica Lara, Mara...e se ne sono andate via. Lasciandomi qui. Da sola, a mezz'ora da casa. E non so nemmeno dove sono. -
-Beh, per fortuna che sono arrivato io. - disse facendomi ridere.
Si, era davvero una fortuna che lui fosse qui.
-Che cosa hai comprato? -
-Niente. Ho passato tutto il tempo a cercarle. -
-Oh, dovremmo rimediare. -
-Che intendi? -
Si alzò porgendomi la mano che accettai subito.
-Andiamo, non puoi uscire di qui senza niente. -
-Ma voglio solo andare a casa! -
-Non c'è niente che ti piace? -
Ci pensai su. Ma certo che c'era.
-Prada. -
Scendemmo nel piano inferiore ed entrammo nel negozio.
La commessa sembrò sorpresa di vedermi ancora li. Non aveva fatto altro che guardarmi altezzoso sottolineando i prezzi costosi degli abiti e quando mi vide affianco di quel vampiro sexy e vestito di marca dai piedi fino al collo tenermi la mano, si stupì.
-Salve, sto cercando il vestito di prima. Quello rosso scuro semplice che ho provato prima. Ma di una... anzi due taglie in meno. -
Lei annuì senza smettere di fissare Alfred. -Sicura che vuole provare con due taglie in meno? Quel vestito veste stretto e... -
-Si. Ne sono sicura. -
La donna si allontanò e Alfred mi strinse la mano rassicurante.
- Non avevo mai conosciuto un uomo a cui piacesse fare spese. -
-Non mi piace infatti. Ma mi piaci tu. - disse con così tanta tranquillità da farmi spalancare gli occhi.
La donna Tornò subito con l'abito, togliendomi da quella situazione imbarazzante.
Entrai in camerino e mi cambiai, e potei contestare che forse una taglia in più non sarebbe stata male. Lo feci passare con molta difficoltà, ma non pensai nemmeno di chiedere un'altra taglia, per il mio orgoglio.
Mi guardai più volte allo specchio e si, quell'abito era stupendo.
E stupendamente caro.
Uscì dal camerino. Alfred era seduto sulla poltrona bianca e stava scrivendo al cellulare.
Tossì leggermente e lui alzò lo sguardo.
-Cazzo. -
Diventai del colore del vestito quando percorse con lo sguardo tutta la mia figura.
Mi voltai allo specchio e cercai di sistemare la profonda scollatura, dimenticando che Alfred era li e mi fissava.
Smisi ti toccarmi le tette prima di peggiorare il mio imbarazzo e notai attraverso lo specchio Alfred muoversi sulla poltrona agitato.
Quando mi voltai lui deglutì e si sistemo i pantaloni.
Oh.
-Come sto? -
-Bene. Molto bene. -
Lui si alzò e pensai che volesse avvicinarsi, ma fece per dirigersi fuori.
-Che fai? -
Anche lui se ne andava? Maledetti vampiri!
Mi sorrise e lentamente si avvicinò. Era
Così vicino che potevo sentire il suo respiro nella mia guancia.
C'era qualcosa, che mi spingeva a non allontanarmi. Che mi attirava verso di lui. Una forte attrazione che mi colpiva improvvisamente ogni volta che lo incontravo. Alzò la mano e passò il labbro sulle mie labbra rosse, e pensai che volesse baciarmi.
Ma Alfred allontanò il viso e io mi sentii sopraffare dall'imbarazzo.
-Se rimango qui a fissarti potrei non rispondere alle mie azioni. In questo momento Nella mia mente alloggiano pensieri poco casti. Potrei non frenare i miei impulsi. Potrei non fermarmi. - mi sussurrò all'orecchio.
-E se io non volessi che ti fermassi? -
Pensai che non potevo averlo detto davvero. Ma tanto, non sarebbe cambiato nulla. Lui leggeva la mente, e non sarei riuscita comunque a nascondere i miei impulsi.
-Sei troppo perfetta per me, Winnie. Potrei rovinarti. -
-Sono già stata rovinata molto tempo fa. -
Alfred fece scorrere la mano sulla mia schiena ed io non riuscì a fare a meno di mordermi il labbro.
-Ti aspetto fuori. -
Mi strinse a se posandomi un bacio troppo vicino alla bocca, ma non abbastanza, poi mi lasciò andare e si allontanò.
Che diavolo era successo?
Perché stavo reagendo in quel modo? Non lo conoscevo nemmeno!
Non dovevo incasinarmi con nessun vampiro, ma addirittura con due!
Gli avevo praticamente pregato di baciarmi! Sarà l'astinenza, pensai. Ma cosa stava succedendo nella mia testa? Dovevo distrarmi da Calum perché tra noi non poteva esserci più niente, ma era giusto farlo con Alfred?

Vampire next door - Il risveglio delle tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora