V

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NEI CAPITOLI PRECEDENTI:
"Newt?"
"Io... io non sto piangendo..." Thomas rise.
"Che c'è?"
"Oh no, nulla. Solo ti credo davvero, so che non hai pianto"

"Sono gay"
"C-cosa?"
"Sono gay."
"Mi prendi in giro? Che cacchio centra?"
"Ti pare?"

Noi ce la svigniamo, obbligo o verità stava diventando troppo noioso.
Newt
Ps. E se al posto di Minho avessi baciato Tommy?
"Che c'è? Tu non mi baceresti?" 

"Non l'ho mica negato"

"Da quanto sei gay?"
"Amico, tu ci sai fare proprio con le domande! Ma voglio risponderti [...] Credo di esserlo sempre stato. Si. Poi è diventata una vendetta, si, una sottospecie di notizia per far sapere che io c'ero, che non ero... debole".
"Da chi?"
"Okay, qui stiamo sforando. Fai troppe domande, Tommy. E poi siamo arrivati"

"Sai Tommy, sei bello!"
"Senti Newt, tu sei fuori. Ora io chiamo Minho e-"
"Minho, sempre a Minho pensi!"
"Comunque... io non penso sempre a Minho..."
"Invece si! Se non è così, baciami!"》

CAPITOLO V

"Oh, ecco fatto. Questo pive è proprio una testa di caspio..." borbottò l'asiatico una volta che ebbero poggiato delicatamente il biondino sul letto. Thomas rimase ad osservarlo attentamente, tracciando i contorni di quella figura immobile davanti a lui. Era bello. Con le guance arrossate per l'alcool, con i capelli spettinati e le labbra socchiuse. La maglietta che si alzava e si abbassava a ritmo dei pesanti respiri, i jeans ancora fasciati alle sue gambe, da cui spuntavano ancora le All Star bordeaux.
Bellissimo.

"Hei Tommy..." chiamò distrattamente Minho accanto a lui, mentre fissava anche lui Newt. "Ti va di rimanere anche tu? Insomma, domani c'è scuola ma... possiamo tranquillamente andarci tutti e tre insieme. Non mi va di rimanere da solo con questa testapuzzona del caspio" era ironico l'ultimo insulto, e Thomas si lasciò scappare un risolino. In fondo, avrebbe potuto sempre chiedere a Teresa di portargli lo zaino il giorno dopo. Voleva in effetti rimanere con Newt, probabilmente perché si sentiva dannatamente in colpa se ora era in quello stato. Non che gli dispiacesse però, guardarlo conciato così.

"Va bene. Chiamo poi Tess per lo zaino..." mormorò più a sé stesso che a Minho.

"Scusa se non te l'ho detto" mormorò quello.

"Dire cosa?" Chiese il moro, senza che lui o Minho distogliessero lo sguardo dal biondo.

"Di Newt. E del fatto che è gay, insomma" mormorò. Thomas voleva chiedere come facesse a sapere che Newt gli avesse detto della sua omosessualità, ma intuì che il messaggio sullo specchio avesse lasciato intendere.

"È per questo che non l'hai baciato?"

"Mh... non solo." Non aggiunse altro, ma Thomas annuì comunque mentre Minho distoglieva lo sguardo e si avviava in bagno.

Thomas, nel frattempo, senza distogliere lo sguardo dal ragazzo, sfilò il cellulare dalla tasca e compose velocemente il numero della nuova casa, che aveva già imparato.
A rispondergli, non fu però la sorella, in quanto dall'altro capo fuoriuscì il tono stanco della madre.

"Hei mamma" la salutò calorosamente. Invano.
La sentì sospirare dall'altro capo del telefono.

"Ciao amore... tutto okay?" Si sentiva che la voce era stanca, giù di morale e estremamente bassa, tanto che Thomas dovette alzare il volume del telefono. Intanto, mentre le gambe gli facevano ancora male, spostò delicatamente il braccio di Newt per farsi spazio e sedersi esattamente sul bordo del letto accanto al suo fianco, tanto che questo sfiorava il suo fondoschiena. Thomas provò ad ignorare quel quasi-contatto.

Broken (Home) || Newtmas Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora