IX

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Nel capitolo precedente:
《"È quel ragazzo di cui mi hai parlato?"
"Quale... quale ragazzo?"
"Quello dove sei andato a dormire un po' di sere fa, non è lui?"
"No mamma... siamo solo amici"
"Lo so. Per questo sei così giù di corda, giusto?"

"Frena frena frena, Newt? Si è messo con Teresa? Tua sorella!?"
"si Minho, te l'ho detto. Gli ho visti davanti a scuola... baciarsi"
"Aspetta aspetta. E tu sei geloso di Teresa o di Newt?"
"Di Newt? Come fa ad essere geloso di Newt?"
"Cosa... Minho, sei con Brenda per caso?"
"No, amico. Ma siamo in una chiamata di gruppo!"
"Di gruppo... siamo solo in tre!"
"Ehi, Thomas, ci sono anche io!"
"Quindi a Thomas piace Newt?"
"Si Brenda, non lo capisci?"
"Ma non sta con sua sorella ora?"
"Già..."
"Sei nella sploff amico..."》

CAPITOLO IX

Erano le cinque, quando Thomas riattaccò la chiamata. Aveva sempre rimproverato la sorella, eppure era lui che quel giorno era stato si e no tre ore al telefono.

Brenda e Aris lo sapevano, quindi, il suo segreto. Ormai sembravano averci già fatto l'abitudine. Ciò a cui però non si sarebbe mai abituato, lo sapeva, erano Newt e Teresa. Insieme.
Aveva già i brividi mentre se li immaginava sull'altare a dire si, lo voglio.
"Testa di cacchio!" Sussurrò una voce nella sua testa, molto simile a quella di Minho. In effetti ce lo vedeva bene, l'amico che lo rimproverava per pensieri assurdi.

"Thomas! Vieni?" Urlò la voce della madre oltre la porta. Thomas si chiese cosa volesse da lui. Parlare ancora della sua cotta per Minho che in realtà non aveva?

"Si, arrivo!" Gridò di rimando, sbuffando subito dopo. Non avrebbe voluto lasciare la sua stanza, e il suo letto, ma si disse che prima sarebbe andato, prima avrebbe risolto e prima sarebbe tornato a poltrire e a deprimersi.

In cucina sua madre era seduta al tavolo, lo guardò arrivare ma non accennò ad un ampio sorriso.
Sua sorella era di fronte. Accanto a lei, una sedia spostata verso l'esterno, segno che lui doveva sedersi lì.
Teresa lo guardò, cercò qualcosa in cambio. Thomas si sforzò di essere covicente con una scrollata di spalla, si sforzò di sembrare il bambino, o meglio, i bambini che una volta erano complici del non sapere ciò che i genitori stavano per dire.
E cercò di non crollare ai ricordi, perché l'ultima volta che aveva visto la mamma davanti ad un tavolo era il giorno prima del loro trasferimento.
Si avvicinò, si sedette alle sedia, poggiò le braccia conserte sul tavolo.

"Cosa c'è?" Chiese, calmo, sperando in un argomento felice. Oppure, semplicemente, diverso da qualcosa di angosciante.

"Vi devo dire una cosa, Tom. È importante. Siete grandi e dovete sapere." Disse la madre, piatta. Sentì Teresa irrigidirsi sulla sedia, accanto a lui.
Un'altro trasferimento? Lei ne sapeva qualcosa? No, non poteva trasferirsi ancora, non l'avrebbe sopportato...

"Mamma? Cos'è successo?" La mamma trasse un profondo respiro.

"Sapete che una settimana fa dovevano arrivarci i soliti soldi? Quelli con cui paghiamo l'appartamento?" Domandò, quasi retorica. Thomas annuì, Teresa al suo fianco anche più vigorosamente.
Sapevano tutti e tre delle misteriose buste verdi che ogni quindici del mese arrivavano. Era da quando la mamma aveva cambiato appartamento, un anno fa, per distanziarsi dal padre, e anche ora che da Seattle si erano trasferiti a New York -e poi in altre due cittadelle vicine nello stesso mese- che quella busta si presentava puntualmente da loro con un circa novecento dollari all'interno. Monete che, dato che la madre lavorava ma lo stipendio non era esauriente, usavano per pagare l'affitto, le bollette e ogni altra cosa di cui avevano bisogno.
Si, era anche grazie a questo che erano andati avanti.
Quella busta che non aveva un mittente, che la prima volta aveva detto non "c'è pericolo, potete tenerli, non fate domande, ne avete bisogno."

Broken (Home) || Newtmas Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora