Sette.

813 47 29
                                    

A Louis non è mai fregato assolutamente nulla di quella dannatissima festa in collina. Forse da bambino, quando era molto piccolo e tutto il suo mondo iniziava e finiva nel suo microscopico paese, allora per lui quella stupida giornata aveva un valore, si svegliava tutto eccitato e saltellava per casa tutta la mattina fino alle tre.

Alle tre cominciava la festa alla chiesa. Quella festa che adesso è diventata solamente un pomeriggio in cui aspetta per un'ora in piedi fuori dalla chiesa, alle quattro va a messa e poi gira attorno ai banchetti di prodotti locali, gli stessi dannati prodotti tutti gli anni, fino all'ora di cena, in cui mangiano tutti attorno al tavolo nel tendone.

Il tendone che quell'anno è più speciale del solito, perché l'ha montato insieme ad Harry. Che aveva praticamente distrutto mezzo manto erboso della collina, ma il pensiero ancora lo fa sorridere.

Louis se ne sta lì, appoggiato alla ringhiera azzurra del primo piano, aspettando che Lottie abbia finito di farsi lo shampoo per andare insieme a lei, a sua sorella Fizzy, alle gemelle e ai suoi genitori, fino alla collina.

Ha ancora mal di testa per gli eccessi della sera prima, ma non gli importa. Si sente felice. Ed è una sensazione a cui non è abituato, ed è così forte che Louis ne è quasi sopraffatto.

Ok. La sera prima ha esagerato. Ha decisamente oltrepassato la linea, ma non è riuscito a controllarsi, era troppo ubriaco, e per un secondo, un piccolo folle secondo, aveva desiderato farsi male, per esprimere all'esterno una piccola parte del disagio che sta vivendo. Ma mai, mai neanche per un secondo avrebbe pensato che Harry avrebbe potuto buttarsi dietro di lui. Non gli ha nemmeno detto perché lo ha fatto. È solo che a tutto questo, Louis, non ci è abituato. Avere una persona che si interessi così tanto a lui è una sensazione che non ha mai provato. Per di più, una persona come Harry. Con quel sorriso dolcissimo e sincero, e quegli occhi verdi che sembrano splendere anche al buio.

Louis aveva già cominciato a fare i conti con il fatto che si era preso una cotta enorme per Harry, ma cavolo, come avrebbe potuto non farlo?

Sa perfettamente di non avere nemmeno la più piccola speranza che Harry possa ricambiare i suoi sentimenti, ma per qualche strano motivo, Louis non riesce a togliersi dalla testa che forse anche Harry potrebbe sentirsi legato a lui in un modo particolare. È l'unica persona che tenga davvero a lui, l'unica persona che conosca la verità su di lui, ed è ancora lì, al suo fianco. È venuto a cercarlo quando aveva deciso che non lo avrebbe più visto, è diavolo si è lanciato giù da un'auto in corsa per lui.

Deve pur esserci qualcosa di più fra di loro. Deve pur esserci qualcosa.

"Lou?"
Louis sobbalza, al suono del suo nome abbreviato, e alza lo sguardo di scatto, individuando Harry, sporto dal terrazzo di camera sua, che lo guarda dall'alto.

"Oh. Ciao."

"Come mai sei nel terrazzo di sotto?"

Louis gli sorride: "Stiamo per uscire per andare alla festa. Ci sarai?"

Harry sorride, ancora quel sorriso dolce e un po' timido che Louis adora così tanto: "Volevo chiederti se andiamo insieme." Dice, con semplicità.

Lui non ha idea, non ne ha nemmeno una vaga idea di cosa causino in lui frasi del genere dette con quella leggerezza.

"Sono sempre andato con i miei, ma...immagino che se andiamo a piedi, loro possano comunque prendere la macchina." Dice Louis, con un sorriso luminoso.

Harry annuisce: "Non dovremmo partire subito se facciamo la strada a piedi?"

"In effetti sì...tu sei pronto?"

GrainfieldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora