Diciannove.

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Il telefono di Harry continua a squillare, ma il suono quasi si perde in mezzo al trambusto che c'è in casa.

Harry è quasi certo che ad un certo punto Maura abbia cominciato a tirare piatti.

Appena le prime avvisaglie dell'ennesimo litigio hanno raggiunto le orecchie del riccio, chiuso nella sua stanza al piano di sopra, Harry non ci ha pensato nemmeno un secondo. Si è alzato di scatto ed è entrato, bussando lievemente, nella stanza di Niall, a fianco alla sua.

Non ha detto niente, si è seduto sul letto ed è rimasto a fissare il biondo per qualche minuto, mentre lui se ne stava zitto e immobile seduto alla sua scrivania, senza nemmeno alzare lo sguardo.

Hanno entrambi sobbalzato al primo suono di ceramica che si infrange sul pavimento, e anche adesso, dopo un altro quarto d'ora, Harry continua a vedere gli occhi di Niall che si strizzano lievemente ogni volta che cade qualcosa al piano di sotto.

"Pensi che sia il caso che andiamo a vedere cosa sta succedendo?" chiede timidamente Harry. Sono le prime parole che dice da diversi minuti.

Niall scuote la testa: "E' meglio che se la sbrighino da soli."

"C'è qualcosa che posso..."

"No. Grazie. È solo che...mi dispiace che tu sia capitato in una famiglia del genere." Niall tira su col naso, sforzandosi per l'ennesima volta di non scoppiare a piangere.

Harry sente il cuore stringerglisi ancora di più.

La situazione è diventata insostenibile da quando ha scoperto della relazione fra Bobby e sua madre. Non ne ha fatto parola con nessuno, ma quando Niall se ne sta lì fermo a rimuginare mentre i suoi genitori litigano in quel modo, Harry si sente davvero una persona orribile.

Potrebbe rispondere alle sue domande in un secondo, ma non può farlo perché non vuole essere la causa della distruzione della sua famiglia. Senza contare che sarebbe sicuramente costretto a lasciare Bemersley, e se c'è una cosa di cui Harry è certo è che non può stare lontano da Louis.

Non dopo i giorni meravigliosi che hanno passato a Londra insieme.

Non dopo aver provato sulla sua pelle quanto è bello fare l'amore con lui.

"Le cose si sistemeranno, Ni, vedrai..." borbotta Harry, con un tono incerto. Non è per niente convinto che le cose si sarebbero sistemate, ma vorrebbe che Niall se ne convincesse, ancora per un po' per lo meno.

"Grazie Harry. Vuol dire molto che tu sia qui in questo momento." Lo ringrazia Niall, senza incrociare il suo sguardo. Forse è un po' in imbarazzo.

"Non pensarci nemmeno. In fondo non sto facendo niente."

"Stai facendo moltissimo. Sei arrivato qui e hai cambiato ogni cosa. Pensa a tutto il bene che hai fatto a Louis, non l'ho mai visto sorridere come sta sorridendo in questi giorni. E anche nei miei confronti...da quando ci sei...non lo so, mi sento meno solo, come se non ci fossimo più soltanto io, i miei e i loro litigi, adesso siamo in due...so che posso contare anche su di te."

Harry inghiotte il groppo alla gola che si è piazzato sulla sua trachea, e si sforza di tirare fuori una specie di sorriso. Si sente in colpa.

Il suono del cellulare di Harry lo solleva dal difficile incarico di trovare qualcosa da dire.

"Pronto?"

"Che cosa diavolo stai combinando, Harry?"

Harry sobbalza sentendo la voce della madre.

"Cos-cosa?"

"Sei stato a Londra? Perché?"

Harry mette una mano sul microfono del cellulare e incrocia lo sguardo di Niall, mimando le parole 'torno subito' con le labbra.

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