Tredici.

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Harry ha fatto spesso cose che non aveva assolutamente voglia di fare. I compiti, qualche commissione per sua mamma, edere gente che non aveva voglia di vedere. Anche andare via di casa per trasferirsi a Bemersley era stato uno di quei casi. Ma mai aveva compiuto uno sforzo così forte come quello che ha dovuto fare per chiedere scusa a Zayn.


Se c'è qualcosa che Harry desidererebbe far sparire dalla faccia della Terra, quella cosa è il sorriso di soddisfazione e disprezzo che Zayn ha sul volto mentre ascolta compiaciuto le scuse di Harry.

Ha aspettato altri cinque giorni prima di decidersi a farlo, e in ogni giorno, ma adesso ha davvero finito le scuse per rimandare.

E se non fosse per Louis, se non fossero stati i suoi bellissimi occhi azzurri a chiedergli di farlo, Harry non avrebbe mai chiesto scusa a quella specie di fighetto stronzo.

"E' tutto?" chiede Zayn, appena Harry finisce di parlare.

Harry non risponde, cercando di costringersi a non guardare Zayn con odio come avrebbe voluto fare.

"Bene." Prosegue Zayn, con quell'orribile tono che infesta ancora ogni sua sillaba. "Quindi per celebrare la nostra 'pace' stasera ti unisci a noi?"

"D'accordo. Che programmi avete?" chiede Harry, per niente entusiasta all'idea.

"Niente di particolare. La solita bevuta di gruppo, da Liam."

"D'accordo." Ripete Harry. Spera soltanto di riuscire ad andarsene in fretta, e correre da Louis a raccontargli tutto.

"Chiedi anche a Louis se vuole venire."

Harry quasi sobbalza, e guarda Zayn spalancando gli occhi: "Louis?" chiede, incredulo.

"Sì. Louis. Hai presente? Il ragazzo magrolino con la frangia che abita di fronte a te." Dice Zayn, con un tono canzonatorio.

"Credevo che non foste molto felici di coinvolgerlo nelle vostre serate." Dice Harry.

Zayn fa spallucce: "Oggi è il giorno della pace generale, no? E poi...a te fa particolarmente piacere la sua compagnia. Consideralo un piccolo regalo per te."

Harry aggrotta le sopracciglia e scuote la testa: "Piantala, dai. Lo sai come stanno le cose. Mi è simpatico e non capisco perché lo odiate tanto tutti quanti. Non c'è niente di più." Mentire è difficilissimo per Harry. Non ci è abituato, e non riesce ad evitare di sentirti in colpa, come se stesse rinnegando se stesso, come se stesse facendo un affronto a Louis negando tutto quello che c'è fra loro. Anche se è stato Louis a chiederglielo.

Zayn annuisce, come se lo stesse deridendo: "Certo. Intendevo quello. A stasera, allora."

Harry annuisce e si allontana finalmente da Zayn, voltandogli le spalle.

Non pensava di essere in grado di odiare qualcuno ad un tal punto. Avrebbe dovuto aggiungerla alla lista delle cose che erano cambiate in lui da quando era arrivato lì.

Non sa nemmeno bene se è stato Louis a cambiarlo o soltanto quel posto, la nuova vita che sta vivendo lì. Lontano da Londra, o forse solo lontano da sua mamma. Forse.

"Harry!"

Il ragazzo alza gli occhi, è già quasi arrivato di fronte alla porta di casa, quando si trova davanti Niall insieme a Maura, con i vestiti da lavoro edue cesti vuoti in mano.

"Ciao! State andando al campo?" chiede Harry con un sorriso cordiale. Deve ancora abituarsi del tutto ai nuovi buoni rapporti che ha con la mamma di Niall.

"Sì. Perché non vieni anche tu? Puoi darci una mano." Chiede quest'ultima.

Harry annuisce, cercando di mascherare il suo animo contrariato. "Sì, io...non so quanto posso essere utile, ma..."

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