Otto

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L'aria fresca della sera fa rabbrividire lievemente la pelle di Harry, mentre se ne sta immobile, appoggiato alla ringhiera della piazza, fissando insistentemente la strada statale che scende dalla collina.

Si è pentito quasi subito di essere scappato in quel modo, se n'è pentito nel momento esatto in cui ha smesso di correre in mezzo al bosco e si è ritrovato piegato a metà in mezzo al sentiero completamente senza fiato.

Ma era ormai troppo lontano per tornare indietro, aveva deciso che sarebbe tornato in paese e che lo avrebbe aspettato lì.

Solo che sta aspettando da più di un'ora e Louis non si è ancora visto. Ma Harry non ha nessuna intenzione di andarsene, deve pur tornare prima o poi, non ci sono altre strade. O almeno, Harry non ne conosce altre.

In realtà non ha neppure idea di cosa gli dirà, una volta che lo avrà di nuovo davanti, ma non riesce nemmeno a pensarci, ha solo una immensa voglia di vedere la piccola sagoma di Louis spuntare da dietro la curva. E invece è ormai completamente buio e Louis continua a non spuntare.

Sospirando, Harry si appoggia all'indietro sul cofano di una macchina parcheggiata. E a questo punto non può davvero fare a meno di mettersi a pensare.

Nella sua testa ci sono cose che non hanno senso. È scappato come un codardo quando Louis aveva provato a baciarlo. Ha fatto come Zayn, esattamente uguale. Era l'incubo peggiore di Louis, ed Harry lo ha trasformato in realtà ancora una volta. È una cosa imperdonabile, si è comportato davvero male, ma la verità è che si è spaventato. Semplicemente spaventato.

Ed è ancora spaventato, le mani gli tremano e non è del tutto saldo sui suoi piedi. Ma perché si sente così? Non avrebbe dovuto reagire in quel modo, avrebbe dovuto dirgli gentilmente che non gli piacciono i ragazzi ma che non lo giudica in nessun modo per quello che ha fatto, ma...ma non è andata così. Non è andata così perché è spaventato ed è spaventato perché lui, di fatto, non si è tirato indietro. E' scattato soltanto all'ultimo secondo, soltanto quando si è reso conto che in realtà lui voleva baciarlo.

Le labbra di Louis così vicine alle sue non gli facevano schifo, non lo mettevano a disagio, e quello sguardo nei suoi occhi...quello sguardo determinato e un po' perso che aveva quando si sono guardati, un istante prima che Louis si avvicinasse del tutto, e che Harry rovinasse ogni cosa.

E' stato in quell'attimo che si è accorto che l'idea di baciare Louis, un altro ragazzo, un suo amico, non lo schifava per niente, anzi, ne aveva voglia. Voleva farlo, in quel momento.

Ma allora che gli sta succedendo? È diventato gay? È bastata la vicinanza con un ragazzo omosessuale per trasformare completamente i suoi gusti? Non aveva mai avuto dubbi prima, ma adesso...davvero può ignorare una cosa del genere?

E poi gli viene in mente quel momento, nel campo di grano, quando la maglietta di Louis era lievemente alzata ed Harry si era ritrovato a fissare la sua pelle del fianco e...ha completamente ignorato la cosa.

Si mette le mani fra i capelli, l'ansia ormai fuori controllo.

Sta impazzendo. Non è possibile che gli piaccia Louis, lui è un ragazzo, semplicemente non è possibile. E' soltanto una crisi. Una piccola crisi per tutti quei cambiamenti bruschi nella sua vita.

Non ci crede nemmeno lui, nel profondo, mentre si ripete che è per forza così.

Anche perché più fissa la strada più il desiderio bruciante di vedere spuntare Louis diventa forte, perché non riesce a pensare di essere stato così orribile con lui.

Louis sicuramente lo odia adesso, ed Harry non può permettere che succeda una cosa del genere, non può accettarlo.

"Ti prego ti prego Louis torna indietro. Ti prego ti prego torna indietro Louis ti prego" borbotta sottovoce, come una specie di mantra mentre stringe i pugni continuando a fissare la strada.

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