Capitolo 27

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Niall sentiva il suo battito pulsare nelle tempie. Sembrava che il suo cuore e il suo cervello fossero diventati un'unica cosa.
Quando misero piede dentro quell'ospedale, la prima cosa che gli venne in mente fu quando lui e Louis ci avevano portato la ragazza a Doncaster, quasi tre anni prima. Non alla sua operazione al ginocchio, non quando lo avevano portato lì dopo quell'esibizione in cui si era sentito male per il caldo. Ma proprio quando Lauren aveva litigato con Louis ed era fuggita a Doncaster.
La paura era la stessa di quell'ultima volta. Anzi, adesso era decisamente peggio, perché non sapeva nemmeno che diavolo stesse succedendo.

Quando videro la figura di Harry in lontananza, che parlava con un'infermiera, Louis lo chiamò già da quella distanza. "Harry!".

Il ragazzo riccio, che adesso aveva solo i pantaloni e la camicia, mentre la giacca era stata gettata chissà dove, si voltò di colpo e in quel momento l'infermiera ne approfittò per sgattaiolare via.

"Che è successo?" chiese Louis con voce preoccupata, raggiungendo il ragazzo più piccolo.

"Io.. Non lo so" Harry sembrava nel panico. "Siamo andati dietro le quinte per incontrare Cara e lei ha iniziato a sentirsi male. Mi.. Mi è svenuta tra le braccia. Non sapevo che fare" la voce tremante di Harry rispecchiava esattamente il corpo di Niall. Anche lui stava tremando. Aveva così paura.. Quella paura così dannata da pietrificarlo.
E vedere Harry in quello stato non facilitava affatto le cose. Il riccio era sempre stato un ragazzo che riusciva a gestire ogni situazione. Ma non quella volta.

"Si sa qualcosa?" chiese Louis, accarezzando il braccio del suo ragazzo.

"No... Stanno facendo le analisi" Harry sospirò e Niall diede loro le spalle.

"Ni, dove vai?" chiese Louis, ma il biondo non rispose nemmeno. Si sedette sulle sedie al lato del corridoio e chiuse gli occhi. Quel pulsare alle tempie lo stava uccidendo, ma era l'unica cosa che lo distraesse da tutto il resto. Dopotutto, adesso non restava che aspettare.

-

Quando Liam sentì vibrare il telefono aveva appena messo piede fuori dall'aereo. Si era dilungato alquanto in America ed era bello ritornare in patria. Ma ciò che non si aspettava di trovare era quel messaggio di Harry che gli spiegava la situazione e lo esortava a sbrigarsi. << Non riesco a consolarne due contemporaneamente. Ho bisogno di te >>. E così era corso verso l'ospedale. Non che servisse davvero qualcuno per Niall. Era rimasto tutto il tempo in silenzio, con le emozioni in subbuglio e i sensi di colpa che lo opprimevano. Anche quando Johannah era arrivata qualche ora prima, aveva continuato a stare in silenzio. Così come quando era arrivato Liam.

Delle infermiere avevano detto loro che ci sarebbe voluto del tempo per fare analisi. Sarebbero potuti anche andare a casa, ma ovviamente nessuno si mosse da lì.

Liam continuava a camminare avanti e indietro per il corridoio. Niall continuava a stare immobile in quella sedia bianca e scomoda. Louis era accoccolato ad Harry, mentre Jay sorseggiava una bevanda calda.

Iniziavano a pensare che sarebbero passate altre ore, quando finalmente una porta si aprì e un dottore uscì dicendo semplicemente: "Parenti di Lauren Frost?".

Niall era stato il primo ad alzarsi e a fiondarsi da quell'uomo brizzolato con una cartellina in mano.

"La prego, ci dica che cos'ha Lauren" quelle parole pronunciate dal biondo erano risultate quasi strane, dopo non aver parlato per ore.

L'uomo si aggiustò gli occhiali che aveva sul naso e guardò quei cinque volti che lo fissavano con la paura negli occhi. E forse, quella paura era giustificabile. Dopo quella notizia, chissà in cosa si sarebbe trasformata.

The Truth Behind Us (Niall Horan)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora