Capitolo 7

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Oggi era un anno che la mia migliore amica era morta, non me la sentivo d andare a scuola. Mi lavai mi vestii, cambiai la bimba e andai al cimitero. Era tanto che non ci andavo, mi mancava moltissimo. Trovai la sua lapide Annabella, ma tutti la chiamavamo Abby, ecco perché il nome di mia figlia
"Guarda Abby, questa è una vecchia amica della mamma"
Mi suonò il telefono era Michael
"Dimmi"
"Dove sei? Sono passata da casa tua e non ci sei"
"Scusa, ho dimenticato di avvisarti. Non vengo a scuola"
"Dove sei?"
"Al cimitero"
"Arrivo"

Era arrivato da qualche minuto, proprio nel momento in cui ero scoppiata a piangere pensando ai bei tempi passati insieme, a giocare, a divertirci, a fare le migliori cazzate, a far innamorare tutti di noi.
Michael non sapeva niente, ma non mi faceva domande. Mi faceva sfogare e mi coccolava, aveva tolto la bambina dalle miei braccia e l'aveva fatta calmare perché anche lei aveva iniziato a piangere forse per essersi spaventata.
Volevo sfogarmi con le parole e non con le lacrime
"L'anno scorso in questo giorno moriva la mia migliore amica.
Eravamo inseparabile, eravamo tutto e niente, se non c'era una delle due l'altra non faceva niente, gli scherzi che progettavamo erano il massimo, poi un giorno, quel maledetto giorno, ha fatto un incidente. È stata in coma per una settimana, io sono stata sempre al suo fianco in ospedale, le parlavo. L'anno scorso di questo giorno ero affianco a lei, mi ha stretto la mano, si è svegliata e mi ha detto "ti voglio bene, ricordatelo" poi ha chiuso gli occhi e non si è svegliata piú"
"Tranquilla piccola è tutto apposto"

Stavamo andando via da lí, non riuscivo a starci piú, la bimba aveva anche sonno.
Michael prima era rimasto un po' destabilizzato dalle mie parole, forse non si aspettava che lo abbracciassi o che gli piangessi addosso o tantomeno che gli rivelassi la mia storia. In effetti io non sapevo nulla della sua vita, la famiglia, le amicizie, l'amore, le preoccupazioni , niente.
Prima lo avevo stretto così forte che sarebbe scoppiato se non lo avessi lasciato in tempo.

Mi diede un bacio sulla guancia e andai verso la porta di casa, gli sorrisi e lo salutai con la mano. Mi diede un bacio volante.
Era sera, non avevo molta fame, diedi da mangiare alla bambina, la misi nella culla e guardai un po' di TV.

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