Avevo chiesto a Michael di non lasciarmi sola e vivere a casa con me, lui aveva accettato.
Mi svegliai, cercai di alzarmi ma avevo un braccio che mi cingeva la vita e mi impediva i movimenti. Cercai di spostarlo senza svegliarloa invano dato che iniziò a mugugnare qualcosa.
"Ehi piccola, dormi un altro poco"
"Dai forza, dobbiamo andare a scuola"
"Ma la bambina? A chi la lasciamo? Dovrò chiamare qualche babysitter"
"No, senza babysitter. Mia sorella si è proposta"
"Non vorrei che si scomodasse per tenerla"
"Ma che, lo fa con piacere"
"Va bene allora"
Andammo a vestirci. Indossai una canotta corta rossa, un pantaloncino bianco, le converse alte bianche e una giacca marroncina. Ero pronta.Portammo la bimba dalla sorella di Michael e andammo a scuola, oggi avrei avuto il compito di matematica e non sapevo molto.
Avevo appena finito il compito, non era stato molto difficile, almeno un sei l'avrei preso.
Stavo pensando alla mamma, quanto mi mancava, le sue grida, la sua risata, il suo profumo quando mi abbracciava. Dovevo anche trovare un lavoro per mantenerci e avrei dovuto lasciare il bambino a qualcuno, avrei chiamato la nonna e avrei dovuto risolvere tutta la faccenda.
Poi pensai alla bimba, perché a lei? La vita non era giá stata cattiva con noi? Perchè adesso anche questo? Non sapevo se sarei riuscita a tenere duro, ma dovevo farlo per la bambina.
E avrei chiesto aiuto a Michael, lui sicuramente mi avrebbe aiutato e mi avrebbe tirato su di morale.
Lo guardai, quanto era bello, anche durante il compito. L'avrei voluto abbracciare e non mi sarei mai piú voluta staccare da lui.
La mia relazione con lui andava bene, piú di quanto immaginassi, non avevo mai provato niente del genere per un ragazzo. Ero sicura che questo era amore, ma amore serio, quello che poteva durare anche in eterno.Stavamo tornando a casa, Michael parlava, ma io continuavo a pensare alla bambina
"Ma mi ascolti?"
"Si si"
"Cosa ho detto?"
"Scusa ero sovrappensiero"
"Ma cosa hai sempre?"
"Ho che non riesco a non pensare a mia figlia. Deve essere operata, è ancora piccola"
"Ma tu devi fidarti del dottore"
"Si, ma lui non può darmi la certezza che quando sarà grande e avrà una grande cicatrice non dia la colpa a me che l'ho fatta nascere cosí? E poi che ne sai se per quella stessa cicatrice si tratterà male o allontanerà tutti per paura che la prendano in giro? Chi lo sa questo? Chi?"
"Calmati piccola, la cresceremo al meglio e le spiegheremo tutto, non darà mai la colpa a nessuno se non al destino"
"Lo spero. E poi non so se anch'io riiscirei a superare tutto ed è per questo che ti chiedo di starmi vicino, nel bene e nel male"
"Ma certo, adesso sta tranquilla"Eravamo a tavola a mangiare, aveva cucinato Michael; nel frattempo io avevo dato da mangiare ad Abby.
"Allora, ho deciso di trovare un lavoro e per lavorare devo chiedere alla nonna se può tenere la bimba"
"Non ce ne è bisogno"
"E come ci manteniamo se non abbiamo soldi?"
"Ho mio padre che mi da sempre soldi per mantenermi e tra meno di due settimane la scuola finirà ed io in estate ho un lavoro, potremmo mantenerci da li"
"Non voglio che prendiamo soldi da tuo padre"
"Ha soldi a quantità quindi non preoccuparti, per lui non è un peso"
"Allora va bene, ma non sarà per molto"
"D'accordo"
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Un Bel Errore
RomanceLa storia di una ragazza che deve sopportare una vita un po' difficile.. fatta di alti e bassi, ma soprattutto bassi che alla fine la rendono una persona migliore e capace di decidere con la propria testa