Non mi andava molto di alzarmi per andare a scuola, ma avevo la sveglia personale che piangeva così mi alzai le diedi da mangiare e la portai giù nel box
"Mamma oggi non vado a scuola, se tu vuoi andare a lavoro fa pure"
"Come mai?"
"Voglio dipingere la stanza della bambina"
"Va bene, allora vado. Le chiavi della tua macchina stanno nel cassetto"
"OK grazie"Stavano suonando alla porta, scesi e c'era Lucas
"Cosa vuoi?"
"Vedere mia figlia"
"Sono sicura che non è lo stesso per lei, sparisci"
"Ma piange, vai a prenderla"
"Va via di qui"
Gli sbattei la porta in faccia e andai dalla bimba.Avevo comprato tutto. Mi misi a pitturare, avevo deciso di fare il soffitto bianco con le stelle che si illuminano e ai lati verdino con le immagini di Winnie the Pooh, tigro, ecc.
Erano l'1 avevo quasi finito la seconda passata di colore. Avevo fame così lasciai quello che stavo facendo e andai a cucinare.
Avevo finito, mancavano solo gli stickers da attaccare, intanto la bimba si era addormentata. La mamma ancora non era tornata.
Alle sette mi chiamò Michael
"Pronto?"
"Kate devo raccontarti cosa mi ha detto Lucas"
"Spara"
"Che mio nipote è libero e che posso frequentarti"
"Si ma dobbiamo essere sempre in allerta perché non è una persona che cede subito"
"Certo. Hai da fare?"
"Veramente no, però mi sto preoccupando per mamma che non la sento e non la vedo da stamattina. Ho provato a chiamarla ma ha il cellulare staccato mentre al telefono dello studio non risponde"
"Vengo da te e vediamo"
"Grazie. Ti aspetto"Neanche cinque minuti ed era qui, lo feci aspettare e andai sopra a cambiarmi. Misi un jeans strappato, una maglia bianca e grigia e le scarpe bianche, eyeliner, mascara, profumo e borsa ed ero prontissima. Presi la bimba, la cambiai e la portai giù.
Michael ci aspettava lí con un espressione triste e malinconica
"Cosa è successo?"
"Niente"
"Dimmelo, sai che odio chi mi nasconde le cose"
"Tua madre"
"Cosa mia madre?"
"Tieni"
"Ma cos'è?"
"Apri è arrivato mentre stavi sopra. Da a me la bimba"
"Nooo... Ma chi la tiene in questo modo e le vuole fare del male?!"
Non ci pensai troppo, sapevo se la sarebbe presa con la mia famiglia.
"Allora Michael, so cosa dobbiamo fare. Mio padre era poliziotto e qualcosa mi ha insegnato. Non dobbiamo perdere la calma. Adesso cerchiamo di trovarla, poi tu tieni la bimba ed io esco, al mio via devi chiamare la polizia e farla venire prestissimo"
"Ho capito, ma dove andiamo?"
"Fammici pensare. Ah, ecco. Il capannone abbandonato dove spacciava. Andiamo lí, è vicino il campo sportivo abbandonato"
"Staremo lí in poco tempo"Eravamo arrivati, in effetti c'era una macchina, ma non potevamo essere certi che ci fosse lui.
Entrai senza farmi vedere, no lí non c'era, non era lui. Aspetta era il suo migliore amico.
"Ehi Ash"
"Ciao Kate, cosa ci fai qui?"
"Ho bisogno di te"
"Dimmi"
"Dove è Lucas?"
"Non posso dirtelo"
"Tu me lo dici adesso, prima che mi arrabbi di piú di così e vada a finire male"
"Non mi fa paura sai?!"
"Ah no?!"
Calcio dopo calcio cadde a terra
"Adesso faccio paura piccolo Ash?! Dimmi dove si trova Lucas o la mia rabbia la verserò su di te."
"Alla casetta dove andavate voi"
"Ma bravo, adesso vieni con me e sei parli o fai qualcosa che non devi finirai peggio di prima"Ci stavamo dirigendo alla casetta, quanti ricordi erano celati in quel luogo. Ash avrebbe fatto da esca e se solo avrebbe fatto qualcosa di sbagliato sarebbe finito male.
Entrò prima lui ed io entrai dietro.
Ashe e Lucas iniziarono a parlare e io cercai la stanza dove era imprigionata la mamma
"Lucas..."
"Ehi Ash, cosa c'è?"
"Niente mi stavo annoiando e sono venuto qui"Mi ero allontanata molto e non li sentii piú.
Trovai l'unica stanza chiusa a chiave, cercai di aprirla ma niente. Dopo ricordai che questa casa aveva le finestre in tutte le stanze e tutte si aprivano anche da fuori
![](https://img.wattpad.com/cover/60134037-288-k941507.jpg)
STAI LEGGENDO
Un Bel Errore
RomanceLa storia di una ragazza che deve sopportare una vita un po' difficile.. fatta di alti e bassi, ma soprattutto bassi che alla fine la rendono una persona migliore e capace di decidere con la propria testa