"C-Che ci fai qui?" Gli chiesi tremando.
"Sono appena stato trasferito.. Sei contenta?" Mi chiese ricominciando a sorridere. Odiavo quel sorriso. Era cattivo. "Oh.. Grazie per l'accendino.." Disse avvicinandosi a me.
"Allontanati." Gli dissi serrando gli occhi.
"Mh.. Torna in classe, bimba." Sorrise un'ultima volta e se ne andò.
"PERCHÉ A ME!?" Urlai nella mia testa.
Presi il registro e tornai in classe.
"Grazie, cara." Disse la Kim sorridendo. Mi inchinai e tornai al mio posto. Vicino a me c'era Tom.
Tutto ok? Scrisse su un pezzo di carta.
No. Il mio incubo è tornato. Park Jimin. Scrissi.
Park Jimin?
Prima che mi trasferissi qui, andavo in un'altra scuola.. Qui c'era Park Jimin. Mi picchiava ogni giorno. Ogni. Singolo. Giorno.
O mio dio..
Chiusi gli occhi, tentando di togliermi il pensiero di Jimin dalla testa.
Quel ragazzo era sempre stato strano, come il suo gruppo di amici. Altri sei ragazzi esattamente come lui. Ricchi, stronzi e strani.
Non ero mai riuscita a capire cosa li rendesse strani. Ma.. Ogni volta che li avevo vicini, mi fissavano con uno sguardo che mi faceva rabbrividire. Erano.. Spaventosi. Ma.. Jimin era il peggio del peggio.
Ignoralo. Non ti preoccupare. :*
Scrisse infine Tom. Gli sorrisi.Una volta finite le prime lezioni, andai un attimo in bagno per svegliarmi.
Mi misi davanti allo specchio.
Non riuscii a trattenere le lacrime. Avevo sinceramente paura.
Ad un tratto sentii delle urla nel corridoio. Andia a vedere cosa succedeva. Mi ritrovai davanti un ammasso di ragazze che circondavano.. I sette.
"O mio dio! Sono così carini!" "Guarda che figo il rosso!" "Macché!? Guarda il biondo!"
Li osservai da lontano, mentre questi si muovevano in gruppo.
Tom mi raggiunse.
"Sono loro?" Mi chiese a bassa voce. Io annuii senza smettere di guardarli.
".. Vieni al bar? Non stiamo qui con queste ochette." Mi disse prendendomi a braccetto.
Io gli sorrisi e ci dirigemmo verso il bar.
"Posso chiederti di dirmi qualcosa su di loro?"
"Sono strani. E stronzi. Giuro che una volta ho visto gli occhi di Jimin diventare rossi come il sangue."
"Cosa!?" Disse lui stupito.
Non stavo scherzando. Una volta, mentre mi stava picchiando circondato dagli altri sei, iniziai a piangere.. Tra le lacrime vidi i suoi occhi cambiare colore.
"Dai, non è possibile! Forse le lacrime ti hanno ingannata.." Disse lui pensieroso.
Era impossibile cambiare il colore degli occhi all'improvviso. Mh.. Come se non lo sapessi.
Ad un tratto, qualcuno spinse la mia sedia, facendomi cadere a terra.
"Argh!" Urlai.
"Yah! Pitcheosseo!? (Yah! Sei pazzo!?)" Urlò Tom. Mi girai e vidi Jimin.
Gli altri sei ragazzi scoppiarono a ridere. Io mi alzai e me ne andai.
"Resta qui, Tom.. Vado un attimo in bagno." Dissi tentando di trattenere le lacrime.
Appena uscii, trovai una porta chiusa. Decisi di nascondermi lì per piangere felicemente.
La aprii. Era buio pesto. Richiusi la porta e mi appoggiai ad essa. Scivolai fino a sedermi per terra e cominciai a piangere.
Non capivo qual'era il loro problema.
"Io non gli ho fatto nulla di male.. Perché fa così!? PERCHÉ FANNO COSÌ!?" Lacrime su lacrime solcavano il mio viso.
Sentii bussare. Presi quasi un'infarto.
Trattenni il respiro per non farmi sentire.
".. Ti ho sentita piangere.. Stai bene?"
Non conoscevo quella voce. Decisi di scoprire chi avevo davanti, così aprii la porta.
Mi ritrovai davanti un ragazzo alto e biondo. Richiusi subito.
Era uno di loro. Come si chiamava?.. Namjoon, si! Kim Namjoon.
"Vai via.." Gli dissi debolmente.
"Aprimi, ti prego.." Rispose lui con una voce tremante. Riaprii la porta.
Lo guardavo dritto negli occhi, continuando a piangere.
"Cosa vuoi?" Gli chiesi con noncuranza.
"Voglio chiederti scusa. Mi dispiace per oggi.. È che non capisco cosa abbia Jimin. E.. So che tu lo conosci bene."
"No. Non lo conosco. Per me è soltanto un bastardo, quindi puoi alzare i tacchi." Tentai di richiudere la porta, ma Namjoon la blocco con la gamba.
Prima che potessi ribattere, mi prese per il polso. Cominciò a trascinarmi fuori, verso il giardino della scuola.
"LASCIAMI!"
"Jimin ti vuole vedere."
"E quindi?"
"E quindi ti porto da lui."
"Gentile da parte tua, portarmi a morte certa."
Lui sorrise maliziosamente.
"Non c'è di che.." Disse scoppiando a ridere. Iniziai ad avere paura. Cosa voleva Jimin? Perché non si trovava un'altra preda?Eravamo arrivati.
"Ecco a te, Jimin!" Urlò Namjoon lanciandomi verso il cerchio che, come al solito, formavano i sei ragazzi. Jimin era al centro, si stava scrocchiando le dita.
Io scivolai a terra. Con tutta la forza che avevo, tentai di uscire da quel 'cerchio infernale', siccome Namjoon stava appena arrivando. Prima che potessi essere finalmente libera, Namjoon mi rispinse dentro, mandandomi dritta contro Jimin.
Mi girai di scatto.
"Come ai vecchi tempi.." Disse cominciando a sorridere. Distolsi lo sguardo. Mi prese il braccio, stringendo sempre più forte.
"YAH! LASCIATELA!" Sentii la voce di Tom.
Tentò di entrare nel cerchio per fermare Jimin, ma invano. Non riusciva a spostare nemmeno uno dei ragazzi.
"Lascia perdere.. Tom." Dissi con la voce spezzata. Mi girai verso Jimin.
Lo vidi sorridere. Alzò un braccio e mi tirò un pugno dritto nello stomaco.
Caddi a terra, pronta a ricevere altri calci.
Non avevo la forza di resistere.
Non avevo la forza di andare avanti.
Non volevo andare avanti.
Uno dei suoi calci mi colpì alla testa e.. Svenni di colpo.
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Sixteen.
FanfictionJo è una ragazza come un'altra. Frequenta una scuola umile. Fa una vita semplice. Ma la sua vita sarà presto scombinata a causa di sette ragazzi, e in particolare, a causa di Park Jimin.