.

7.1K 437 44
                                    

Tom si addormentò di colpo.
Cosa avevo fatto? Perché lo avevo baciato? Mi tolsi dal suo caldo abbraccio e mi alzai in piedi. Scesi in cucina per bere un bicchiere d'acqua.
Faceva fottutamente freddo, in fin dei conti il mio pigiama consisteva in una maglietta vecchia di mio padre. Mi mancava molto.
Arrivai in cucina e mi sedetti.
Mi sfioriai le labbra. Nonostante il solco della cicatrice, causata da quel pazzo bastardo di Jimin, sentivo ancora le labbra calde del bacio con Tom.
Avevo fatto un'errore. Non provavo qualcosa per lui. Ma.. È stato più forte di me.
"Ehy.." Sentii una voce dietro di me. Mi girai di scatto. Era Namjoon.
"Cosa vuoi adesso? Jimin mi vuole di nuovo?" Dissi allontanandomi da lui.
"A-Anyeo.. Q-Questa volta voglio chiederti davvero scusa." Disse abbassando la testa.
"Ok." Risposi fredda.
"Quando sei tornata? Eravamo venuti a cercarti.." Chiese poi.
"Circa due ore fa."
"O-Okay.."
"Ehy.. Jo!" Sentii la voce di Tom, che subito si mise davanti a me.
"Perché sono ancora qui?" Mi chiese.
"Non lo so nemmeno io. Dove sono i nostri genitori?!" All'improvviso mi squillò il cellulare.
"Mamma? Dove siet-..?"
"Sei Jo? La figlia della signora Nam?" Chiese una voce maschile.
"S-Si.." Balbettai.
"C'è stato un incidente stradale.. C'erano tre persone, tra cui sua madre. .. Sono morte sul colpo.." Lasciai cadere il telefono.
Mi misi in ginocchio in lacrime. Ripresi il telefono, siccome il signore continuava a ripetere il mio nome.
"O-Okay.. C-Cosa..?"
"Ci vuole raggiungere?"
".. Passerò d-domani alla questura.. G-Grazie per avermi avvertita.." Riattaccai.
Mia madre era morta.
"Che succede, Jo?" Mi chiese Tom.
"M-Mia.. Madre.. È.. È morta.." Dissi con gli occhi spalancati. Ero shockata.
Lacrime su lacrime.
"Dite a Jimin che sono morti anche i suoi.." Dissi tentando di rialzarmi in piedi. Namjoon si allontanò.
Tom mi abbracciò. Non avevo mai pianto così.

Quella notte non riuscii a dormire.
Decisi di andare a scuola comunque. In fin dei conti, non avevo nient'altro da fare, ormai.
Io e Tom uscimmo per primi. Andammo in cucina e facemmo colazione.
"Sicura di voler venire oggi?" Mi chiese gentilmente.
Io annuii. Avevo il viso gonfio come non mai, dato che avevo passato la notte a piangere, al posto di dormire.
Ci raggiunsero gli altri, i quali non emisero un suono.
Poi arrivò Jimin.
Mi guardò incazzato. Io distolsi lo sguardo. Presi il toast, poi presi il polso di Tom e uscimmo.
"Perché mi ha guardato così?! Che gli ho fatto di male!?" Pensai mentre tenevo ancora il polso di Tom. Staccai la mia mano.
"Tom.. Scusami per sta notte.. È.. È stato un errore.. Mi dispiace.."
"Non ti preoccupare. Avevi bisogno di protezione e.. Spero di avertela data." Sorrise.
Raggiungemmo la scuola.
Come al solito, ci fumammo una sigaretta. Appena vidi arrivare gli altri sette, la spensi e cominciai a dirigermi verso la mia classe con Tom.

Quel giorno, le lezioni erano pesanti più che mai. Quando suonò la campanella dell'intervallo, uscii e mi diressi verso il bagno, unico pisto di consolazione.
Mi sciacquai il viso, siccome non mi ero truccata. Mi fermai a guardarmi allo specchio. Si intravedevano ancora qua e là le ferite che mi aveva fatto Jimin. E poi.. La cicatrice che avevo sul labbro. Mi tornò in mente quella scena.. Rabbrividii. Era terrorizzante. Non capivo perché ce l'avesse tanto con me..
Uscii dal bagno e trovai Jimin fuori dalla porta. Lo evitai ma lui mi prese il polso, bloccandomi all'istante.
"Cosa vuoi?" Gli dissi seccata.
"Te." Mi girai di scatto.
"Come scusa?"
Lui non rispose. Cominciò a trascinarmi per il corridoio. Arrivammo davanti ad una porta chiusa. Lui la aprì senza molta difficoltà e mi fece entrare.
Non si vedeva nulla.
Mi spinse contro un banco.
"Argh.." Gemetti.
Mi strinse i fianchi e cominciò a baciarmi violentemente. Di nuovo, quella sua lingua entrava prepotentemente nella mia bocca, senza che io potessi fare qualcosa per evitarlo. Mi agitai il più possibile per farlo smettere.
"Ti prego.. Smettila.. Ti supplico.." Dissi in lacrime. Lui dolcemente si staccò.
".. Scusami." Disse. Poi uscì dalla stanza, lasciandomi completamente sola.
"Mi ha chiesto scusa?" Mi chiesi incredula. Mi alzai nuovamente in piedi. Uscii dalla presunta classe e tornai nella mia.
"Ehy.. Che è successo? Tutto bene?" Mi chiese Tom appena mi sedetti accanto a lui.
"Jimin mi ha appena baciata.. E mi ha chiesto scusa.." Dissi ancora stupita.
"WUT!?" Urlò Tom. Io annuii.
"Quel tipo è tutto strano.." Aggiunsi infine. Le lezioni ricominciarono.

"Allora.. Io torno a casa mia, ok? Se c'è qualche problema, non esitare a chiamarmi, chiaro?" Disse Tom salutandomi con un abbraccio.
Gli diedi un bacio sulla guancia e lo salutai a mia volta.
Al posto di entrare in casa, mi sedetti sul muretto che si trovava di fronte la mia umile dimora.
Volevo ricordare un'ultima volta mia mamma, prima di rientrare in quella casa ormai vuota.
Presi le cuffiette e iniziai ad ascoltare la sua canzone preferita, mentre osservavo ogni angolo esterno della casa, vedendola fare le faccende.
Nonostante la nostra condizione.. Mia mamma mi aveva dato tutto.
Una lacrima calda cominciò a scivolare sulle mie guance arrossate.
Avevo tremendamente caldo. Cominciai a vederci doppio..
E persi conoscenza.

Sixteen.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora