Raggiunsi i ragazzi e li salutai con un sorriso.
Ma una parte di me non smetteva di pensare a Tom.
"Che hai Jo?" Mi chiese Jin.
"Mh? Oh.. Niente, tranquillo. Sentite.. Vi disturba se torno un po' più tardi? Devo parlare con Tom.."
"Non ti preoccupare, vai pure!" Mi dissero in coro.
Così mi allontanai.
Cominciai a correre verso la casa di Tom. Dovevo sapere non mi aveva rivolto la parola per tutta la giornata.
Arrivai nel giro di mezz'ora.
Cominciai a bussare.
"Nugu-ya?"
"Jo ibnida!" Venne ad aprirmi.
"Che ci fai qui?" Mi chiese.
"Voglio sapere che ti prende. E non me ne vado finché non me lo dici." Risposi determinata.
"Aish.. Entra.." Disse lui grattandosi la testa.
"Quindi?" Gli dissi una volta seduta.
Lui si sedette di fronte a me.
"Eviterò giri di parole. Tu.. Mi piaci, e tanto." Disse abbassando la testa. "Ricordi quando mi hai baciato?" Io annuii imbarazzata.
"Quel bacio.. Per te era un errore. Ma.. È stato il momento più bello della mia vita. Da quel giorno non faccio che pensare a te.. L-Lo facevo già.. Ma era diverso."
Io non sapevo che dire. Quel bacio mi aveva creato non poca confusione. Da una parte.. Volevo rifarlo all'infinito. Dall'altra.. Sentivo che fosse tutto uno sbaglio.
"Sta parlando sul serio?" Pensai.
"Dico sul serio." Disse lui. Lo guardai stupita.
"Mi ha sentita..?"
"Stai parlando, Jo. Non sono sordo." Mi alzai di scatto.
"Tom.. Cosa mi stai nascondendo?" Gli dissi guardandolo negli occhi.
"Perché dovrei nasconderti qualcosa?! Ti ho appena detto che mi piaci.."
"Tu.. Tu hai risposto ai miei pensieri.." Dissi io allontanandomi.
Lui, con una velocitàz sovrumana mi venne davanti.
".. Hai paura di me?" Chiese fissandomi negli occhi. Il suo viso era a qualche centimetro dal mio.
".. Cosa sei?" Gli chiesi in un sussurro.
Lui scoppiò a ridere.
"Ahhh, jinjja!" Cominciò sbattendomi contro la parete. ".. Credi che avrei davvero reagito così bene nel sapere che la mia migliore amica, la ragazza che amo, era una Dea di vampiri? Ah.. La tua ingenuità non è mai cambiata.. Cosa sono, mi chiedi? Io sono un Kahaal. Dio dei lupi. Lo sono sempre stato. Ormai saranno 200 anni.." Disse guardando l'orologio. Poi scoppiò nuovamente a ridere.
Io ero paralizzata. Non sapevo che fare o dire. Ero terrorizzata, in quel momento.
"Lupi e vampiri sono nemici da migliaia di generazioni.. Oh, seriamente? Hai davvero paura di me? I tuoi occhi sono rossi.. Ahahah. Ironia della sorte. Potrei baciarti o ucciderti. Da una parte ci sarebbe la pace e dall'altra.. Beh, l'estinzione dei vampiri. È stata una fortuna conoscere proprio te, sai? Ora.. Sta a te scegliere.. Pace o morte?" Rise. "Lo so, lo so. È una decisione difficile. Per questo motivo, ti lascerò un po' di tempo.. Se non saprai darmi una risposta.. La morte avrà il sopravvento. Per il momento.. Ti do un assaggio di quello che guadagnerai se deciderai per la pace.." Mi prese i finachi.
Inizò a baciarmi il collo, annullando i miei tentativi di fuga.
Avrei voluto piangere in quel momento. Non mi lasciava un secondo. La sua mano destra si infilò sotto la mia maglietta, mentre con la sinistra mi toccava il culo.
Mi sentivo violentata. Violentata da quello che credevo fosse il mio migliore amico. Non riuscivo a liberarmi da quella tortura fisica ed emotiva che sibivo.
Urlai. La paura e il dolore vennero fuori in un unico, lungo e straziante urlo.
Mi agitavo con tutte le mie forze, ma non riuscivo a farlo smettere.
Poi.. Si fermò. Rideva come se fosse un pazzo.
"Vai, forza.. Il tempo passa." Urlò buttandomi fuori dalla porta. Caddi a terra. L'ultima cosa che fece prima di richiudere la porta fu ridere.Mi alzai in piedi in lacrime, quando andai a sbattere contro qualcuno.
"Jo! Ero venuto a carcarti.." Era Jungkook.
Mi abbracciò. Non fece domande, semplicemente mi abbracciò.
"Vieni, torniamo a casa.." Sussurrò.
Io non smisi di piangere nemmeno un secondo. Mi sentivo tradita, ferita.
Colui di cui mi fidavo di più, aveva buttato tutta la fiducia che gli davo nel cesso.
Arrivati a casa, Jimin corse da noi. Mi strattonò a sé e mi strinse più forte che poté. Poi, mi accompagnò in camera.
Mi fece sedere sul letto e si sedette accanto a me.
"Cosa è successo, Jo?"
".. Scusami.. Scusami.. Scusami.." Ripetevo, interrotta ogni tanto da qualche singhiozzo.
".. Jo.." Disse lui tenendomi la mano.
"Cosa è successo? Cosa ti ha fatto Tom?" A sentire il suo nome, mi buttai tra le braccia di Jimin per tentare di diminuire il pianto.
Lui mi strinse a sé.
"Come posso aiutarti?" Chiese con la voce spezzata.
"N-Non abb-bbandonarmi m-mai.. Jaebal.." Strinsi i pugni stritolando la sua maglietta.
"Non vado da nessuna parte." Disse stendendosi e trascinandomi con lui. "Tanto meno senza di te.".
Mi diede un bacio sulla fronte e alzò le coperte. Pian piano cominciavo a calmarmi. Il calore che produceva il suo corpo era rigenerante.
Mi addormentai tra le sue braccia, ascoltando il suo respiro e quel "Ci sono io.." che sussurrava dolcemente prima di darmi dei piccoli e dolci baci sul viso.
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Sixteen.
FanfictionJo è una ragazza come un'altra. Frequenta una scuola umile. Fa una vita semplice. Ma la sua vita sarà presto scombinata a causa di sette ragazzi, e in particolare, a causa di Park Jimin.